Linea baltica, accordo di difesa antirusso tra Estonia, Lettonia e Lituania. Cosa sapere
Le tre nazioni, membri della Ue e della Nato, hanno deciso di stringere un’intesa per la costruzione di “strutture di difesa” comuni lungo i confini con la Russia e la Bielorussia. Il timore, comune anche a Berlino e Washington, è che Putin possa presto decidere di attaccare un Paese dell’Alleanza Atlantica. "Lo sviluppo congiunto delle capacità di difesa di Lituania, Lettonia ed Estonia rappresenta la maggior garanzia di sicurezza per la regione", ha detto il ministro della Difesa lituano
- Estonia, Lettonia e Lituania, che da tempo sostengono di poter essere le vittime di una futura invasione di Mosca, hanno deciso di rispondere dotandosi di "strutture di difesa" comuni, cioè una vera e propria "Linea baltica", lungo i confini con la Russia e la sua alleata Bielorussia
- A dichiararlo è stato il ministero della Difesa estone, secondo il quale Lituania, Lettonia ed Estonia "costruiranno strutture difensive anti-mobilità nei prossimi anni per scoraggiare e, se necessario, difendersi da minacce militari"
- Nel memorandum di intenti, i ministri della Difesa di Estonia, Hanno Pevkur (in foto), Lettonia, Andris Spruds, e Lituania, Arvydas Anusauskas, hanno posto l'accento sulla cooperazione missilistica che prevede un'implementazione della collaborazione per l'addestramento all'utilizzo dei sistemi di difesa e la loro manutenzione e un maggior coordinamento delle operazioni transfrontaliere
- "Lo sviluppo congiunto delle capacità di difesa di Lituania, Lettonia ed Estonia rappresenta la maggior garanzia di sicurezza per la nostra regione", ha dichiarato il ministro della Difesa lituano, Anusauskas. "Lo sviluppo congiunto di strutture di difesa basate sui sistemi Himars è fondamentale", ha concluso
- Manovre russe avrebbero intanto già causato problemi a Polonia e Svezia: secondo l'Isw, le interruzioni dei sistemi Gps avvenute tra dicembre e gennaio nei due Paesi potrebbero essere state causate proprio dalle esercitazioni di guerra elettronica condotte da Mosca a Kaliningrad e nel Mar Baltico
- Le tre repubbliche baltiche, che confinano tutte con Mosca, sin dall’inizio della guerra in Ucraina hanno sostenuto convintamente Kiev con aiuti
- Un sostegno ribadito anche la scorsa settimana quando il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha completato un tour tra le capitali delle tre nazioni. Il progetto è stato confermato anche dal ministro della Difesa estone Hanno Pevkur: "La guerra della Russia in Ucraina ha dimostrato che, oltre alle apparecchiature, alle munizioni e alle risorse umane, sono necessarie anche installazioni difensive fisiche al confine"
- I tre Stati, repubbliche dell'Urss fino al suo scioglimento nel 1991 dopo essere state annesse nel 1940 in seguito al patto Molotov-Ribbentrop tra sovietici e nazisti, sono tra i più convinti sostenitori dell'opinione che se non verrà sconfitto in Ucraina il presidente Vladimir Putin attaccherà anche Paesi della Nato. A partire da questi piccoli Stati vicini ai confini della Russia e della Bielorussia
- La stessa accusa a Putin l'ha rivolta anche il presidente americano, Joe Biden, nel tentativo di convincere il Congresso a fornire nuovi aiuti a Kiev. Il mese scorso lo stesso Putin ha definito queste ipotesi come "fesserie", perché Mosca "non ha nessun interesse a combattere la Nato"
- Anche da Berlino, infatti, resta viva la convinzione che in un futuro prossimo, dopo l’Ucraina, Putin possa attaccare uno dei Paesi baltici, mambri sia della Nato che dell'Ue. "Sentiamo minacce quasi ogni giorno dal Cremlino, di recente di nuovo contro i nostri amici degli Stati baltici" e "dobbiamo quindi tenere conto del fatto che Vladimir Putin potrebbe un giorno attaccare perfino un Paese della Nato", ha dichiarato il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, in un'intervista a Tagesspiegel riportata da Dpa