A causa di evidenti irregolarità riscontrate nel voto del 17 dicembre scorso, ieri sono state ripetute le elezioni parlamentari in 35 seggi della Serbia e quelle amministrative di Belgrado in tre seggi della Capitale
L'Sns, il Partito del progresso serbo del presidente Aleksandar Vucic, si è largamente affermato nella ripetizione del voto parlamentare e locale a Belgrado che si è svolto ieri in 38 seggi elettorali in tutta la Serbia. Lo ha riferito in tarda serata lo stesso Vucic, secondo il quale ora il suo partito potrebbe conquistare fino a 130 seggi sul totale di 250 del parlamento unicamerale del Paese balcanico.
La ripetizione del voto
A causa di evidenti irregolarità riscontrate nel voto del 17 dicembre scorso, ieri sono state ripetute le elezioni parlamentari in 35 seggi della Serbia e quelle amministrative di Belgrado in tre seggi della Capitale. Quella di due settimane fa è stata una consultazione duramente contestata dalle opposizioni, le quali hanno denunciato gravi e generalizzati brogli a favore dell'Sns di Vucic e hanno chiesto l'annullamento dei risultati e nuove elezioni.
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I risultati comunicati da Vucic
Parlando nella sede del suo partito, il presidente serbo ha detto che nei 35 seggi dove si è tornati a votare per le legislative all'Sns è andato il 69,5%, rispetto all'8,31% ottenuto da La Serbia contro la violenza (Spn), principale coalizione del fronte di opposizione, e al 5,58% andato al Partito socialista serbi (Sps) del ministro degli Esteri, Ivica Dacic. L'affluenza in tale nuovo voto è stata del 43%. Sempre secondo i risultati in possesso di Vucic, nei tre seggi dove si è nuovamente votato per le municipali di Belgrado l'Sns ha ottenuto il 64,49%, l'Spn il 17,70%, Noi voce del popolo il 7,5%. L'affluenza è risultata del 41,64%.
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Le parole del presidente e le proteste
"Non ci sarà nessuna rivoluzione, né alcuna presa violenta del potere in Serbia: il popolo ha indicato chiaramente a chi vuol dare il suo appoggio", ha dichiarato Vucic riferendosi alle manifestazioni di protesta per i presunti brogli che l'opposizione organizza quotidianamente a Belgrado dal giorno dopo le elezioni del 17 dicembre. Tra l'altro, anche ieri nella capitale si sono registrate proteste e raduni antigovernativi, alle quali si sono unite varie organizzazioni studentesche. Nel suo discorso Vucic ha affermato che tra fine febbraio e inizio marzo il Paese avrà un nuovo governo per proseguire sulla strada delle riforme, dello sviluppo e della modernizzazione del Paese. Il presidente ha poi aggiunto che la Serbia intende andare avanti nel processo di integrazione nell'Unione europea, senza tuttavia rinunciare ai suoi tradizionali e storici rapporti di amicizia con Russia e Cina.