Consiglio europeo, accordo conclusioni: "Corridoi e pause per esigenze umanitarie a Gaza"

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La due giorni ruota intorno alla crisi israelo-palestinese: c'è la volontà di fornire aiuti umanitari a Gaza e riportare a casa i cittadini europei, ostaggi e non. Risolto lo stallo tra leader sulla terminologia per le conclusioni: si è scelto di utilizzare "corridoi umanitari e pause per esigenze umanitarie" per consentire l'accesso di aiuti a Gaza. Si torna anche sul dossier migrazione: la Svezia chiede maggiore cooperazione tra Stati sulla sicurezza e un'accelerazione sui rimpatri. Sul tavolo anche l'Ucraina

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È iniziata a Bruxelles la due giorni di Consiglio europeo che ruota inevitabilmente intorno alla crisi israelo-palestinese (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE). Sul tavolo di Bruxelles anche l’Ucraina (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI), i temi economici (questi ultimi nella giornata di venerdì) e il dossier migranti. Presente anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ieri in Parlamento ha lanciato un appello all’unità europea perché sulla questione del Medioriente "le divisioni interne che sono state palesi nei primi giorni della crisi tra i vertici delle istituzioni europee non hanno giovato". Il vertice è iniziato nel pomeriggio, il primo argomento in agenda è la situazione in Medio Oriente. Su questo sono andate avanti cinque ore di discussione per riuscire a scrivere le conclusioni su Gaza. Secondo fonti diplomatiche informate "pochi Paesi" al tavolo avevano chiesto di usare una formula più forte di "pause umanitarie" e che si avvicinasse il più possibile alla richiesta di un "cessate il fuoco". Alla fine si è scelto "corridoi umanitari e pause per esigenze umanitarie" per consentire l'accesso di aiuti per i palestinesi di Gaza.

Le conclusioni sul conflitto in Medio Oriente

"Il Consiglio europeo esprime la sua più grande preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza e chiede un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro e senza ostacoli e aiuti per raggiungere i bisognosi attraverso tutte le misure necessarie, compresi i corridoi e le pause per le esigenze umanitarie. L'Unione europea lavorerà a stretto contatto con i partner della regione per proteggere i civili, fornire assistenza e facilitare l'accesso a cibo, acqua, cure mediche, carburante e riparo, garantendo che tale assistenza non sia abusata da parte delle organizzazioni terroristiche". È questo il testo delle conclusioni sul capitolo Medio Oriente. 

I leader Ue sostengono una "Giornata di impegno per la pace" per la "soluzione a due Stati"

E ancora, nel testo si legge che "il Consiglio europeo richiama alla necessità di evitare un'escalation a livello regionale e di impegnarsi a tale riguardo con i partner, compresa l'Autorità palestinese. L'Unione europea è pronta a contribuire al rilancio di un processo politico sulla base della soluzione a due Stati, anche attraverso una Giornata di impegno per la pace, e accoglie con favore le iniziative diplomatiche in materia di pace e sicurezza e sostiene l'imminente svolgimento di una conferenza internazionale di pace". Si esprime poi "la necessità di combattere la diffusione della disinformazione e dei contenuti illegali e sottolinea la responsabilità giuridica delle piattaforme in tale contesto".

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Meloni: contro Hamas dobbiamo dare maggior peso all’Anp

"Credo che uno degli strumenti più efficaci per sconfiggere Hamas sia dare concretezza e tempistica alla questione palestinese. Dare maggiore peso all'Autorità nazionale palestinese. Questo è un ruolo che l'Europa può giocare”, ha detto Giorgia Meloni arrivando al consiglio straordinario europeo a Bruxelles. "Continuo a ritenere che dare più peso all'Anp e arrivare ad una soluzione dei due Stati nel medio termine, sia una delle cose più efficaci per aiutare la de-escalation, ovvero per svelare un bluff che Hamas porta avanti, ovvero che ha fatto delle cose per la causa palestinese. Stiamo facendo un lavoro comune per una de-escalation per evitare un conflitto che potrebbe avere proporzioni inimmaginabili. C'è pienezza di intenti e unità di intenti su questo". Sul tema migranti la premier ha detto: "Sono soddisfatta della lettera di Von der Leyen, che ringrazio". Dimostra che "l'Ue intende andare avanti concretamente sull'immigrazione. Quello che serve" con Paesi come l'Egitto e la Tunisia "è il rispetto. Non si può pensare di parlare con un'altra nazione con un approccio paternalistico o di superiorità. Se si decide di parlare di partnership strategica bisogna mostrare rispetto e questo con la Tunisia a volte è mancato". 

La crisi israelo-palestinese

Per quanto riguarda il Medioriente, l’ostacolo è stato nel linguaggio delle conclusioni del Consiglio. Il capo del governo Pedro Sanchez ritiene che serva una voce chiara dell'Ue che aiuti il cammino verso una soluzione definitiva del conflitto, oltre che la consegna degli aiuti umanitari, ovvero la soluzione dei due Stati. Israele non può continuare a vivere così e la soluzione è dare alla Palestina una prospettiva: serve qualcosa di concreto e quindi mobilitare la comunità internazionale perché Israele e Palestina convivano in pace e sicurezza, spiegano fonti della delegazione spagnola. 

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Bilancio Ue sul tavolo

Chiuso il tormentato capitolo sul Medio Oriente, a quanto si apprende da fonti Ue, i 27 leader sono passati al dibattito, non meno spigoloso, sul bilancio comunitario e sulla proposta di revisione della Commissione che prevede più fondi sull'assistenza all'Ucraina, sulla migrazione e sulla cosiddetta piattaforma Step, per lo sviluppo della transizione tecnologia.

Zelensky a Ue: continuate a mettere pressione alla Russia

Sul tema Ucraina, il presidente Zelensky in giornata ha chiesto ai leader Ue di "continuare a fare pressioni sulla Russia", in particolare procedendo "rapidamente con il prossimo pacchetto di sanzioni" e che sia "più grande e più forte dei precedenti". Zelensky ha poi sottolineato che il tetto ai prezzi del petrolio "deve essere rivisto". Il presidente ha poi notato l'importanza di lavorare insieme per "rafforzare l'industria militare perché questo "rende tutti più forti".

Il dossier migranti

Sul tavolo anche il dossier sulle migrazioni: l’ultima novità è l'inserimento, nelle conclusioni finali, di un paragrafo in cui, dopo aver condannato l'attentato di Bruxelles, si chiede una maggiore cooperazione tra gli Stati sulla sicurezza e una accelerazione sui rimpatri. L'iniziativa è partita dalla Svezia, nazione d'origine delle due vittime di Bruxelles, ma è stata appoggiata dall'Italia. E l'argomento tocca ormai le corde di gran parte dei 27 e della stessa Commissione. Nella lettera in cui Ursula von der Leyen ha aggiornato i leader sullo stato dell'arte del dossier la numero uno dell'esecutivo europeo ha sottolineato che quella dei rimpatri "è una sfida comune" e ha rilanciato l'idea dell'estensione, anche attraverso una maggiore sorveglianza aerea, della missione Irini. Parole che, nel governo italiano, sono state accolte con "soddisfazione". Ma sulla migrazione il rischio scontro è tutt'altro che escluso, e potrebbe vertere questa volta sulla proposta della Commissione di revisione del bilancio. Una proposta che prevede, da parte dei 27, un esborso di 50 miliardi per l'assistenza di lungo periodo a Kiev e di altri 15 proprio per il capitolo migrazione. I "frugali", tuttavia, non ci stanno: l'unica priorità, per il fronte del Nord è quella dell'Ucraina. Ma l'Italia, e non solo, porta al vertice una "logica a pacchetto": ovvero l'accordo c'è se verte su tutti i punti. E poi c'è il fattore Ungheria: Viktor Orban arriva a Bruxelles con una tesi che all'Ue non piace ma che ha comunque qualche seguito: quella del legame tra terrorismo e migrazione.

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