Striscia di Gaza, la situazione degli ospedali è drammatica

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Jacopo Arbarello

Jacopo Arbarello

Molti pazienti non sono stati evacuati perché avrebbero rischiato di morire. Si temono black out elettrici che metterebbero a rischio soprattutto i ricoverati in terapia intensiva

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A due settimane dall'inizio dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, cominciati subito dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 di ottobre, la situazione degli ospedali di Gaza, in particolare nel Nord della Striscia, è drammatica. Molti strutture sanitarie non hanno potuto e voluto eseguire l'ordine di evacuazione dettato da Israele, perché i pazienti in cura non sarebbero sopravvissuti. Ma soprattutto il bilancio dei feriti è in continuo aumento, costringendo gli operatori sanitari a lavorare 24/7 (CONFLITTO ISRAELE-HAMAS, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

Si temono black out elettrici che metterebbero a rischio i pazienti

In giornate che vedono i più intensi bombardamenti israeliani dall'inizio dell'offensiva, con oltre 320 target colpiti nelle ultime 24 ore, l'afflusso di feriti è continuo e impressionante. Per il ministero della Sanità di Gaza, il numero dall'inizio delle operaioni israeliane ha superato i 14 mila. Ai dottori che li accolgono negli ospedali cittadini ancora operanti mancano ormai i medicinali di base e le forniture mediche essenziali, ma soprattutto si temono i black out elettrici, che significherebbero morte sicura per tutti i pazienti legati a un respiratore. Il grido di appello dei medici sul campo è inequivocabile: inviateci quante più forniture possibile e non staccateci la corrente elettrica. Altrimenti chi ne ha bisogno morirà.

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