Ora la parola passa al re che molto probabilmente già la settimana prossima affiderà al leader socialista Pedro Sanchez un nuovo incarico per formare un governo
Il Congresso spagnolo ha negato definitivamente la fiducia al leader del Partito Popolare Alberto Nunez Feijòo con 173 si e 177 no. Si tratta della seconda votazione dopo quella del 26 settembre in cui Feijòo aveva ottenuto 172 a favore e 178 contrari. Ora la parola passa al re che molto probabilmente già la settimana prossima affiderà al leader socialista Pedro Sanchez un nuovo incarico per formare un governo.
Il voto
La mancata fiducia appariva scontata già prima del voto anche se all'ex governatore della Galizia bastava una maggioranza relativa. Il leader del Pp, che ha vinto le elezioni lo scorso 23 luglio ma che non aveva la maggioranza in Parlamento, ha comunque voluto presentarsi per l’investitura in aula. Chiudendo il suo discorso alla Camera Feijoo ha lanciato un duro attacco diretto a Sánchez: "Non c’è alcun successo nell’inganno e nella menzogna. Se la sua volontà è di continuare con questa degradazione morale e politica sarà una sua responsabilità o irresponsabilità. Io non voglio essere presidente ad ogni costo. Adesso è tempo di sapere se Lei vuole essere presidente del governo a costo della dignità e dell’uguaglianza degli spagnoli". Quest'ultimo è un chiaro riferimento alla possibile amnistia nei confronti dei separatisti catalani che Sanchez potrebbe concedere per ottenere il loro voto di fiducia.
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Incarico affidato ad agosto 2023
Feijoo aveva ottenuto l'incarico di formare il nuovo Governo dal Re Felipe VI il 22 agosto 2023 al termine delle consultazioni conseguenti le elezioni del mese precedente, nonostante al suo schieramento formato da Pp, Vox e altri partiti minori mancassero 4 seggi per ottenere la maggioranza assoluta al Congresso dei Deputati. In questi mesi dopo le elezioni gli unici alleati certi sono stati i tre partiti che hanno votato sì alla fiducia: Vox, Coalición Canaria e Union del Pueblo Navarro. Con l'estrema destra di Vox il Pp sta già governando in diversi comuni e alcune regioni spagnole dopo le amministrative di maggio. Durante le ultime settimane di negoziati alcuni potenziali alleati, come il Partito nazionalista basco, si sono rifiutati di entrare in coalizione proprio a causa della presenza di Vox.
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Cosa succede ora
A questo punto la parola passa al re che, dopo aver consultato i rappresentanti delle formazioni politiche, probabilmente già la settimana prossima affiderà un nuovo mandato a un nuovo candidato premier, il leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo, Pedro Sanchez. Se anche lui, come previsto dalla Costituzione, entro la data del 27 novembre, cioè due mesi dopo dal primo voto andato a vuoto per Feijòo, non dovesse farcela, il re scioglierà le camere e la Spagna tornerebbe alle urne il 14 gennaio.