Sversamento acque reflue della centrale nucleare di Fukushima in mare: cosa sappiamo
Circa 100mila litri di acqua contaminata, proveniente dal raffreddamento dei reattori dell'impianto nucleare dismesso, così come dalle acque sotterranee e piovane contaminate - vengono raccolti a Fukushima ogni giorno. Un totale di 1,34 milioni di tonnellate d'acqua sono ora immagazzinati in un migliaio di container presenti presso il sito, e secondo le autorità ora è necessario liberare spazio. Cosa sappiamo degli sversamenti
Ultimi preparativi in Giappone prima dell'inizio, domani, delle operazioni di sversamento programmato nel Pacifico delle acque reflue provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima, colpita da uno tsunami nel 2011. Un processo che verrà completato nell'arco di decenni. Verranno rilasciati al massimo circa 500mila litri al giorno in mare attraverso una conduttura lunga un chilometro
Il via libera del governo
Ieri Tokio ha annunciato la data d'inizio delle operazioni, provocando una dura reazione della Cina e parziali blocchi alle importazioni del pescato giapponese anche in Hong Kong e Macao
La Tokyo Electric Power Company (Tepco), l'azienda privata che gestisce la centrale nucleare dismessa, ha riferito di aver diluito ieri sera un metro cubo delle acque reflue in circa 1.200 metri cubi di acqua di mare, poi trasferita in una conduttura. Quest'acqua sarà sottoposta a test e poi rilasciata nell'Oceano Pacifico a partire da domani insieme ad ulteriori acque provenienti dal sito, a loro volta trasferite e diluite
Verso il rilascio in mare
Il disastro del marzo 2011, in cui sono morte 18mila persone, ha causato la fusione di tre dei reattori nucleari della centrale, tutt'ora altamente radioattivi. Da allora, TEPCO ha raccolto 1,34 milioni di metri cubi di acqua - pari a quasi 540 piscine olimpiche - di acque contaminate, che includono sia quelle utilizzate per raffreddare ciò che resta dei reattori, sia le acque piovane e le acque di falda inquinate
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In seguito attraverso un sistema denominato Alps sono stati filtrati tutti i nuclidi radioattivi presenti nelle acque reflue, ad eccezione del trizio, i cui livelli saranno comunque inferiori a quelli normalmente registrati dalle centrali nucleari nelle loro operazioni, afferma TEPCO. Il rilascio è stato approvato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) delle Nazioni Unite, che invierà sul posto il proprio personale per seguire le operazioni di sversamento da domani
Il via libera dell'Aiea
Al momento le acque reflue sono immagazzinate in circa mille container in acciaio presenti nel sito. Per questo TEPCO afferma di dover fare spazio per poter iniziare la fase successiva della lunga, costosa e rischiosa disattivazione dell'impianto nucleare, ovvero la rimozione del combustibile nucleare fuso e delle macerie radioattive dai reattori distrutti. Un'operazione così pericolosa da rendere necessario l'utilizzo di robot e non di esseri umani
Tepco, il risarcimento
A partire da domani, TEPCO effettuerà quattro sversamenti di acqua trattata fino a marzo 2024, con 7.800 metri cubi d'acqua rilasciati ogni volta. Il primo sversamento richiederà circa 17 giorni. Circa 5 trilioni di becquerel (l'unità di misura dell'attività delle sostanze radioattive) di trizio verranno rilasciate durante quest'anno fiscale, ha fatto sapere TEPCO
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Secondo gli esperti, il livello di trizio presente nelle acque reflue è ben al di sotto dei limiti imposti dall'Organizzazione mondiale della sanità sull'acqua potabile. "Il trizio è stato rilasciato (da centrali nucleari) per decenni senza effetti ambientali o sanitari negativi evidenti", ha sottolineato Tony Hooker, esperto nucleare dell'Università di Adelaide (Australia)
L'Aiea ha fatto sapere che durante le operazioni di sversamento pubblicherà "dati di monitoraggio in tempo reale e quasi in tempo reale". Inoltre, l'agenzia giapponese per la pesca preleverà campioni di pesci piatti (Pleuronettiformi), che nuotano sul fondale, in due siti vicini al punto in cui le condutture con le acque reflue raggiungono il mare
Secondo Greenpeace Giappone, che si è definita "delusa e indignata", la decisione del governo di procedere allo sversamento "ignora le prove scientifiche, viola i diritti umani delle comunità che vivono in Giappone e nella regione del Pacifico e non è conforme al diritto marittimo internazionale. Ignora infine anche le preoccupazioni delle persone, incluse quelle dei pescatori", si legge in una nota
Il governo giapponese e Tepco "affermano il falso sostenendo che non c'è alternativa alla decisione di scaricare le scorie radioattive nell'oceano e che è un passo necessario per procedere allo smantellamento definitivo della centrale", sostiene Greenpeace. "Nei prossimi anni, altre decine di migliaia di tonnellate di acqua contaminata continueranno infatti ad accumularsi senza alcuna soluzione efficace"
Secondo Greenpeace, la tecnologia utilizzata per filtrare le acque è imperfetta e l'AIEA "ha completamente ignorato i detriti di combustibile altamente radioattivi che si sono sciolti e che continuano ogni giorno a contaminare le acque sotterranee". Rilasciare "questo in mare avrà un impatto su tutto il pianeta. Il Giappone diffonderà intenzionalmente elementi radioattivi", ha affermato Yukio Kanno, residente a Fukushima, in una recente protesta organizzata da Greenpeace