Fukushima, disastro nucleare: Tepco dovrà risarcire 94,6 miliardi di euro

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Nel processo avviato nel 2012, gli azionisti ritenevano che i gestori avrebbero dovuto fare di più per salvaguardare l'impianto da un enorme tsunami. Gli ex dirigenti, invece, affermavano che non potevano prevedere i danni e che non ci fosse, comunque, il tempo di adottare le misure preventive necessarie

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Quattro ex dirigenti del gruppo Tepco, la società che gestisce l'impianto nucleare di Fukushima, sono stati condannati a pagare un risarcimento di 13mila miliardi di yen (corrispondenti a circa 94,6 miliardi di euro) per non essere riusciti a prevenire i danni provocati dal disastro alla centrale del 2011. La sentenza, pronunciata dalla Corte Distrettuale di Tokyo, include sia le spese per lo smantellamento dei reattori danneggiati, che il risarcimento per i residenti locali che sono stati costretti a evacuare.

Il processo

Il contenzioso, avviato nel 2012, si concentrava sul livello di affidabilità di una valutazione delle attività sismiche nell'area eseguita da una commissione governativa nel 2002, nove anni prima dell'incidente. Gli azionisti ritengono che la valutazione fosse credibile e che i gestori avrebbero dovuto fare di più per salvaguardare l'impianto da un enorme tsunami, che era lecito attendersi. Gli ex dirigenti, invece, affermano che la valutazione non fosse attendibile, quindi non potevano prevedere i danni di uno tsunami di quella portata, e che non ci fosse comunque il tempo di adottare le misure preventive necessarie. Lo stesso giudice del tribunale ha ispezionato per la prima volta l'impianto, attualmente in fase di bonifica, nell'ottobre dello scorso anno.

 

 

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