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Trump: "Mi incriminano e salgo nei sondaggi". Procuratore: potrebbe intimidire testimoni

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©Getty

Il tycoon parla in Alabama dopo la terza incriminazione e ironizza: "Il 2024 è la battaglia finale: mi serve solo un’altra accusa" per vincere le elezioni. Poi attacca Biden: "È un incompetente al quale non dovrebbe essere consentito di essere presidente, lo sfratteremo dalla Casa Bianca". Per due terzi degli americani le accuse che gli sono state mosse in relazione al voto del 2020 e all’assalto a Capitol Hill sono gravi. Procuratore Smith denuncia post minaccioso di Trump

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"Ogni volta che presentano un'incriminazione, noi saliamo nei sondaggi". Donald Trump torna a parlare in Alabama, nel suo primo comizio dopo essersi dichiarato non colpevole riguardo alle accuse di aver utilizzato "metodi illegali" volti a rovesciare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 e che avrebbero portato all'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. "Il 2024 è la battaglia finale: abbiamo bisogno di un'altra incriminazione" per vincere le elezioni, ha aggiunto l’ex presidente degli Stati Uniti, che ha poi attaccato l’attuale inquilino della Casa Bianca: Joe Biden è un "incompetente al quale non dovrebbe essere consentito di essere presidente". Intanto il procuratore speciale degli Usa, Jack Smith, ha denunciato un minaccioso post di Donald Trump avvertendo che rischia di intimidire i testimoni o il Gran giurì. Nella frase in questione, pubblicata sul social media Truth il giorno dopo la comparizione in tribunale per l'incriminazione sull'assalto a Capitol Hill, l'ex presidente americano dichiara: "Se tu vai contro di me io ti vengo a cercare", a caratteri maiuscoli con tanto di punto esclamativo.

"Nel 2024 daremo lo sfratto al corrotto Biden"

"I nostri nemici hanno scatenato un esercito di rabbiosi avvocati di sinistra, procuratori marxisti corrotti, agenti governativi squilibrati e ufficiali dell'intelligence canaglia per cercare di fermare il nostro movimento", ha detto ancora Trump, ribadendo che quanto sta accadendo contro di lui si chiama "interferenza elettorale, una tattica comunemente usata nei Paesi del Terzo Mondo". "Ogni volta che i democratici, i marxisti, i comunisti e i fascisti della sinistra radicale mi accusano lo considero davvero un grande motivo d'onore - ha aggiunto - Il giorno delle elezioni del 2024 sfratteremo il corrotto Joe Biden dalla Casa Bianca. Espelleremo i criminali e i teppisti dalle stanze del potere a Washington. E renderemo l'America di nuovo grande". Poi è passato ad attaccare il procuratore speciale, Jack Smith, che l'ha incriminato due volte, prima per le carte segrete e ora per l'assalto al Congresso.  "Siamo ogni giorno più forti - ha detto Trump - nonostante la folle persecuzione del nostro movimento da parte del dipartimento di ingiustizia corrotto e di parte, e dal folle Jack Smith - non vi sembra un folle? Avete visto la foto con la toga viola? È un essere umano folle".

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In un video l’attacco ai procuratori

Intanto la campagna di Trump ha pubblicato un nuovo video in cui attacca Joe Biden e i procuratori che indagano sull'ex presidente degli Stati Uniti. Tra i bersagli ci sono il consigliere speciale Jack Smith, il procuratore generale dello Stato di New York Letitia James, il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg e quello della contea di Fulton, in Georgia, Fani Willis, ovvero tutti quelli che stanno indagando su Trump e che nel video vengono definiti membri della "Squadra frode", "corrotti", "disonesti", "socialisti" e "incompetenti". "Ecco a voi - dice la voce narrante nel video - il cast dei complici senza scrupoli messi insieme da lui (Biden, ndr) per colpire Trump".

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Dopo comparsa di Trump in un tribunale di Washington, due terzi degli americani (65%) sostiene che le accuse che gli sono state mosse, ovvero aver cercato di ribaltare il risultato elettorale del 2020, sono gravi: lo rileva un sondaggio di ABC News e Ipsos. La quota è maggiore di quella che si era espressa allo stesso modo sulle precedenti accuse, ovvero aver gestito male dei documenti classificati (il 61%) o aver dato denaro a una pornostar per comprarne il silenzio su una loro relazione (in questo caso, solo il 52% riteneva che l'accusa fosse grave). La maggior parte degli intervistati (il 51%) descrive le nuove accuse come "molto gravi", rispetto al 42% che lo sosteneva in merito alle accuse per i documenti e al 30% nel caso della pornostar. Circa la metà degli intervistati sostiene infine che Trump avrebbe dovuto sospendere la campagna presidenziale a causa delle nuove incriminazioni, ma una quota considerevole (il 46%) ritiene anche che siano politicamente motivate (46%), mentre il 40% pensa il contrario.

Procuratore: Trump potrebbe intimidire testimoni

Il super procuratore federale Usa, Jack Smith, ha segnalato un post minaccioso sui social media, pubblicato ieri sera da Donald Trump, avvertendo che potrebbe intimidire i testimoni, rivelando in modo improprio prove riservate dal governo. Sul suo social Truth, l'ex presidente ha scritto: "Se vai contro di me, io ti vengo a cercare". Le sue parole arrivano il giorno dopo essersi dichiarato non colpevole delle accuse di cospirazione per ribaltare il risultato elettorale del 2020. Nel deposito presso il tribunale federale di Washington, l'ufficio del consigliere speciale Jack Smith ha affermato che il post di Trump ha sollevato preoccupazioni sul fatto che potrebbe rivelare pubblicamente materiale segreto, come le trascrizioni del Gran giurì, ottenute dai pubblici ministeri. Nell'ambito del processo, i pm sono tenuti a fornire agli imputati le prove a loro carico, in modo che possano preparare la loro difesa. "Potrebbe avere un dannoso effetto paralizzante sui testimoni o influire negativamente sull'equa amministrazione della giustizia in questo caso", hanno scritto i pubblici ministeri, osservando che Trump ha una storia di attacchi a giudici, avvocati e testimoni in altri casi contro di lui.

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L’agosto nero di Trump

Per Trump il mese di agosto è destinato a salire alle cronache probabilmente come il più nero della sua carriera politica. Il 25 l’ex presidente è atteso in Florida per un'udienza sul caso delle carte segrete a Mar-a-Lago. Tre giorni dopo, il 28, deve invece essere a Washington per un'udienza in merito ai suoi tentativi di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020. C'è poi l'incognita di una possibile quarta incriminazione in Georgia per le interferenze sul voto. Il 23 invece è in calendario il primo dibattito fra i candidati repubblicani alla Casa Bianca, al quale l'ex presidente non ha ancora detto se parteciperà. Salire sul palco permetterebbe a Trump di gestire la narrativa sui vari fronti legali e "oscurare" gli altri aspiranti conservatori al 2024. Ma una partecipazione lo esporrebbe a molti rischi, anche legali, oltre a penalizzare - secondo gli osservatori - il partito repubblicano, la cui credibilità inizia a traballare di fronte ai crescenti problemi dell'ex presidente, il primo incriminato per ben tre volte.

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