L'ex presidente Usa ha risposto alle accuse di aver utilizzato "metodi illegali" per rovesciare i risultati delle elezioni del 2020, che poi avrebbero portato all'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Per lui è la terza incriminazione in quattro mesi. La prossima udienza si terrà il 28 agosto. Il tycoon si scaglia contro Biden: avrebbe ordinato alla Giustizia di accusarlo di "tutti i crimini che si possono inventare"
Donald Trump è tornato a Washington: davanti al tribunale della corte federale del District of Columbia si è dichiarato "non colpevole" riguardo alle accuse di aver utilizzato "metodi illegali" per rovesciare i risultati delle elezioni del 2020, che poi avrebbero portato all'assalto al Congresso del gennaio 2021. Per lui è la terza incriminazione in quattro mesi. Quattro i reati contestati questa volta: cospirazione per frodare gli Stati Uniti, associazione a delinquere per ostacolare un procedimento ufficiale, ostacolo e tentativo di ostacolare un procedimento ufficiale, cospirazione contro i diritti. Abito blu e cravatta rossa, l'ex presidente è arrivato all'udienza preliminare, presieduta dal magistrato Moxila Upadhyaya, accompagnato dal suo team legale, guidato da John Lauro. Al suo arrivo in aula, scrive Cnn, non ha rivolto nemmeno uno sguardo al procuratore speciale Jack Smith. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 28 agosto, davanti alla giudice Tanya Chutkan (nominata nel 2014 da Barack Obama).
"Una giornata molto triste per l'America"
Secondo i calcoli diffusi da lui stesso, Trump rischierebbe fino a 561 anni di carcere. Lo aveva scritto nelle scorse ore in una e-mail inviata ai suoi sostenitori, dove ha parlato - ancora una volta - di una "caccia alle streghe" dei democratici. "Mi serve un'altra incriminazione per assicurarmi la vittoria", ha poi tuonato sul suo social media Truth, dove si è lamentato di dover essere arrestato “per aver contestato un'elezione corrotta, truccata e rubata”. Poi un messaggio ai suoi sostenitori: “È un grande onore, mi arrestano per voi". Questa è una giornata molto triste per l'America" e "una persecuzione di un oppositore politico" ha detto l'ex presidente Usa, parlando brevemente ai giornalisti.
L’udienza
È stata un’udienza breve quella del 3 agosto: solo 27 minuti. Il procuratore Smith non ha chiesto che Trump venisse detenuto in attesa del processo. L’ex presidente è stato rilasciato con pochissime condizioni, tra cui il divieto di comunicare con i testimoni coinvolti nel caso, se non attraverso un avvocato. Secondo l'accusa, ad aver "incoraggiato" la rivolta del 6 gennaio 2021 in collaborazione con Trump ci sarebbero stati sei "co-cospiratori", che al momento non sono stati nominati in quanto non ufficialmente incriminati. Si pensa che possano essere i suoi ex avvocati Rudy Giuliani, John Eastman, Sidney Powell, l'ex funzionario del dipartimento di Giustizia Jeffrey Clark e un altro avvocato Kenneth Chesebro, più un sesto non identificato.
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"Una strumentalizzazione senza precedenti della Giustizia"
Prima dell'udienza, Trump ha parlato di una "strumentalizzazione senza precedenti della Giustizia" e si è scagliato contro il presidente Biden: avrebbe ordinato al Dipartimento di Giustizia di accusarlo di "tutti i crimini che si possono inventare", perché "i democratici non vogliono competere contro di me". Biden non si è mostrato però particolarmente interessato alle polemiche: in vacanza, con la moglie Jill, nel pomeriggio aveva detto che non avrebbe seguito l'arresto di Trump. Sulla sua piattaforma social Truth, il tycoon intanto ha scritto: "Presto, nel 2024, toccherà a noi". Trump è al momento il favorito per la nomination repubblicana alle elezioni presidenziali del prossimo anno.
"Spostare il processo in West Virginia"
Nelle scorse ore, l'ex presidente aveva anche chiesto che il processo a suo carico fosse spostato e ha denunciato che "il disonesto Joe Biden e lo squilibrato Jack Smith" (il super procuratore che supervisiona le indagini, ndr) hanno istruito contro di lui un caso "falso". L'aspirante candidato repubblicano alle presidenziali del prossimo anno aveva così suggerito come luogo "politicamente imparziale" il West Virginia, sostenendo che è "impossibile" per lui ottenere un processo equo a Washington che, a suo dire, "è al 95% anti-Trump". In West Virginia, alle ultime elezioni, Trump aveva battuto Biden di circa 40 punti.
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Per il 70% dei repubblicani la vittoria di Biden è illegittima
Il 69% dei repubblicani o simpatizzanti repubblicani ritiene che la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 2020 fosse illegittima. Lo rivela un sondaggio della Cnn. Il dato è in aumento rispetto al 63% all'inizio dell'anno. Di questo 69%, il 39% ritiene che ci siano prove concrete che le elezioni siano state truccate, mentre il 30% ha soltanto il "sospetto".
Le tre incriminazioni di Trump. Cosa succede adesso
Trump è stato di fatto accusato di un complotto per rovesciare il risultato delle elezioni 2020, vinte da Biden. Per il 2024, anno del voto, ha poi già in calendario i processi per il pagamento a Stormy Daniels (con una falsificazione di conti dei fondi elettorali) e per le carte segrete (cioè per aver illegalmente portato via documenti dalla Casa Bianca per tenerli nella sua residenza in Florida). Sull'ex presidente aleggia anche una quarta incriminazione che potrebbe arrivare nelle prossime settimane. È quella della contea di Fulton sulle interferenze per capovolgere il risultato delle elezioni del 2020.