
Scontri in Francia, gli apparati di sicurezza italiani monitorano il rischio “contagio”
Prima Bruxelles, poi Liegi e anche Losanna. Le proteste per la morte del 17enne Nahel si sono diffuse anche in alcune zone dell’Europa francofona. Al momento non c'è allarme per quanto riguarda il nostro Paese, ma la situazione è sotto osservazione

L'eco delle violenze esplose nelle banlieue parigine risuona anche nel resto d'Europa tramite i social e, dalla vicina Bruxelles alla più distante Losanna, centinaia di adolescenti manifestano ormai da giorni un malcontento diffuso. Sono mossi dalla volontà di reagire alle discriminazioni nel nome di Nahel, il diciassettenne ucciso a Nanterre per mano di un poliziotto
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L'effetto contagio delle proteste ha iniziato a farsi strada per la prima volta al di fuori dei confini francesi nella notte tra giovedì e venerdì, quando la collera è divampata nel giro di pochi minuti nella zona sud del centro di Bruxelles, tra la Gare du Midi e il quartiere di Anneessens (nella foto, un'immagine degli scontri in Francia)
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Tafferugli, auto incendiate e atti di vandalismo hanno portato la polizia federale a intervenire con una mobilitazione massiccia terminata con quasi un centinaio di fermi, disposti per la gran parte nei confronti di minorenni. Poi lo scenario si è ripresentato nel corso del fine settimana, a place Louise, nei pressi del Palais de Justice. E il filo rosso delle violenze si è allungato ancora raggiungendo la simbolica Place de la République française a Liegi
Scontri in Francia, nella notte oltre 150 fermi. Morto un pompiere 24enne
Disordini anche a Losanna, in Svizzera. Centinaia di giovani si sono dati appuntamento nel quartiere Flon, mettendo in scena violenze urbane, saccheggi e scontri con le forze di polizia elvetiche giunte sul posto in assetto anti-sommossa (in foto: proteste in Francia)
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Una rivolta che, evidenzia il direttore del Centro per la storia del diritto e della giustizia dell'università di Lovanio, Xavier Rousseaux, presenta tratti simili in tutta l'Unione e affonda le sue origini nello stigma sociale
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L’Italia? Per ora nessun allarmismo, anche se gli apparati di sicurezza nazionale stanno comunque monitorando il rischio "contagio" che arriva da Oltralpe. E dal governo si sottolinea l'importanza di una gestione attenta dei flussi migratori e del contrasto netto al degrado per evitare che le periferie diventino banlieue fuori controllo

Quello che accade in Francia, dice il ministro della Difesa, Guido Crosetto, "è molto preoccupante. Ma questo deve insegnarci qualcosa, perché io penso che le disuguaglianze che si sono create negli ultimi vent'anni vadano affrontate in modo serio. Penso che anche l'Europa debba porsi il tema"

"C'è - osserva - un'Europa dei mercati, delle regole, ma quella che abbiamo avuto sempre in mente tutti è l'Europa delle persone, dei popoli. E l'Europa delle persone e dei popoli esiste quando gli ultimi delle banlieue francesi e delle nostre periferie non sono lasciati indietro”, ha proseguito Crosetto. “Perché se sono lasciati indietro poi si creano gli humus per cose di questo tipo. Questo non può essere un problema francese. È un problema di tutti quelli che pensano che la società debba essere inclusiva e debba creare condizioni di vita buone per tutti”

Più specifici i riferimenti del vicepremier Matteo Salvini, secondo cui il caos francese è il "risultato di anni di errori e follie ideologiche in tema di immigrazione, soprattutto islamica, di permissivismo giudiziario, di banlieue in mano alla criminalità, di tolleranza verso comportamenti inaccettabili. Scene e scenari intollerabili in un Paese occidentale, nel cuore della società europea"

E la rivolta francese sta smuovendo le acque anche negli ambienti anarchici ed antagonisti italiani. A Torino nel corso del corteo promosso dal centro sociale Gabrio contro i Cpr e le politiche sull'immigrazione sono stati urlati slogan di solidarietà "ai compagni che stanno manifestando in Francia" ed è stato esposto uno striscione: "La polizia uccide, vendetta per Nahel"

Forze di polizia ed intelligence monitorano quello che si muove sulla rete e non solo in termini di tentativi di "importare" la rivolta. Repressione delle forze di polizia e condizioni dei migranti sono tra i cavalli di battaglia dell'area antagonista. C'è comunque da considerare la particolarità della Francia, Paese che - per il suo passato coloniale - ha una massa di giovani di seconda e terza generazione di gran lunga superiore all'Italia

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, da parte sua, ha sempre definito "una priorità" la sicurezza delle città. Incontri sono stati fatti con sindaci di Roma, Milano e Napoli e, in seguito, anche con quelli dei maggiori centri per definire un pacchetto si misure per contrastare il degrado, l'illegalità e la criminalità. Una sfida che, in ogni caso, come insegna la Francia, non può essere esclusivamente di polizia
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