
Henry Kissinger, compie 100 anni l’ex segretario di Stato e Nobel per la pace. FOTOSTORIA
Spegne 100 candeline uno dei personaggi politici più influenti del XX secolo: segretario di Stato per due presidenti, è considerato l'ideatore di una politica estera americana ambiziosa, ma allo stesso tempo pragmatica, come dimostra l’apertura alla Cina negli anni Settanta. Amante del calcio e tifoso del Greuther Fürth, è stato un grande amico dell’Avvocato Gianni Agnelli, che spesso lo portava al Comunale a vedere la Juventus
A cura di Lucio Palmisano

Discusso, apprezzato, studiato. Nato il 27 maggio 1923, compie 100 anni Henry Kissinger, politico e accademico di origine ebraico-tedesca che ha segnato un’epoca nella storia degli Usa, grazie soprattutto agli incarichi di Segretario di Stato per i presidenti Richard Nixon e Gerald Ford tra 1969 e 1977. Amante dello sport, e del calcio in particolare, è stato un punto di riferimento per la sua esperienza e il suo pragmatismo sebbene non siano mancate le critiche: Oriana Fallaci, che lo ha intervistato, lo ha definito “un’anguilla più ghiacciata del ghiaccio”
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LE ORIGINI E LA FUGA IN USA – Heinz Kissinger nasce a Fürth, in Baviera nel 1923 da una famiglia piccolo borghese di origine ebraica che lascia la Germania nel 1938, con le persecuzioni naziste. Negli Usa cambia il suo nome in Henry, inizia a studiare e poi con la guerra torna in Europa, dove ricopre incarichi speciali e grazie alla quale ottiene la cittadinanza americana (in foto la consegna del premio Carlo Magno, onorificienza europea, ad Aachen nel 1987)
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GLI STUDI E ROCKFELLER – Si laurea ad Harvard nel 1950, dove resta anche per master e dottorati. Rifiuta una cattedra a Chicago reputandola troppo lontana dalla scena politica di Washington e ha ragione: nel 1955 incontra il miliardario Nelson Rockfeller, di fede repubblicana e vicino al presidente Eisenhower. L’incarico di direttore degli studi speciali gli apre le porte della politica di alto livello e lo fa conoscere ai più importanti esponenti politici americani (in foto Kissinger ad Harvard nel 1957)
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IL CASO VIETNAM – Inizia a collaborare con il presidente Kennedy, ma la scintilla non scocca. I rapporti con lo Studio Ovale diventano più duraturi con il presidente Lyndon Johnson, che lo invia in Vietnam a comprendere la situazione. Il teatro vietnamita, dove gli Usa sono impegnati a sostenere il democratico Sud contro il sovietico Nord, sarà un utile punto di riferimento per Kissinger, sia per la ricerca storica che per la sua carriera
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L’INCONTRO CON NIXON – Nel 1969 Richard Nixon vince le presidenziali statunitensi in un contesto fortemente segnato dalle tensioni sociali e dagli omicidi (appena qualche mese prima erano stati freddati Martin Luther King e Robert Kennedy) e offre a Kissinger il ruolo di Assistente del Presidente per la Sicurezza nazionale. Un ruolo magari poco visibile, ma di grande potere. “Non può esserci pace senza equilibrio di forze”, dichiara Kissinger in questi anni, consapevole della fine del bipolarismo e della nascita, invece, del multipolarismo
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IL NOBEL PER LA PACE – Con un presidente che chiedeva “peace with honor”, Kissinger, segretario di Stato dal 1973, attua una sorta di vietnamizzazione del conflitto, cioè di progressivo disimpegno che però non fosse un disonore per gli Stati Uniti. La sua idea più efficace è quella di inserire la pace con il Vietnam in un contesto più largo con Urss e Cina: gli accordi di Parigi con il Nord comunista iniziano a Parigi nel 1973 e per questo gli viene dato, insieme al vietnamita Le Duc Tho (in foto), il Nobel per la pace, a cui però non si presenta
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LA CINA – Tra il 1970 e il 1971 Kissinger compie alcuni viaggi segreti a Pechino per preparare la storica visita di Nixon del 1972, la prima di un presidente americano sul suolo cinese, dove spicca soprattutto l’incontro con Mao Zedong (in foto). L’incontro ebbe soprattutto l’effetto di destabilizzare quello che allora sembrava un avversario comune ad entrambi, cioè l’Unione sovietica

LE DITTATURE DEL SUDAMERICA – Molto discusso è l’appoggio che Kissinger e gli Stati Uniti danno in quegli anni alle giunte militari che prendono il potere nel “giardino di casa” americano, il Sudamerica, soprattutto in funzione anticomunista. Di lui si dice che abbia appoggiato nel 1973 il golpe cileno di Augusto Pinochet (in foto), anche se non ci sono prove ufficiali, così come nel 1978 non si preoccupò di recarsi, da cittadino privato, in Argentina per assistere al Mondiale di calcio pesantemente indirizzato dalla giunta militare di Videla, Massera e Viola

ISRAELE – Da ebreo riparato in Usa singolare il rapporto con Israele, tra amore e indifferenza. Nel 1973 alla premier Golda Meir che chiedeva gli aerei americani per la guerra dello Yon Kippur, Kissinger risponde: “Io sono prima di tutto americano, segretario di Stato e poi ebreo”, al che lei, con una intuizione geniale lo fulmina: “Bene, ma ricordati che noi leggiamo le parole da destra a sinistra”. Un rapporto non sempre facile, visto che lo stesso Kissinger detestava i gruppi ebraici di pressione in America e ha cercato di piegare Tel Aviv alla diplomazia

IL CASO DI TIMOR EST – Kissinger passa indenne lo scandalo Watergate e di lui si avvale anche Gerald Ford. In funzione anticomunista gli Usa appoggiano le forze anticomuniste in Angola e Mozambico, sostengono la fine del governo razzista bianco in Rhodesia e il passaggio a un governo nero in quello che poi diventerà lo Zimbabwe. Discusso il supporto al generale indonesiano Suharto che nel 1975 decise di invadere Timor Est: l’invasione indonesiana, durata i successivi 24 anni, è costata tra le 103 e le 183mila vite

IL CALCIO E IL RAPPORTO CON GIANNI AGNELLI – Le conoscenze di Kissinger non si isolano alla sola politica: è noto, infatti, il suo amore per il calcio. La sua influenza permette agli Stati Uniti di ottenere il ruolo di Paese organizzatore dei Mondiali di calcio del 1994, di cui è presidente onorario del comitato organizzatore. In Italia l'amico più stretto è l’Avvocato Gianni Agnelli, che lo ha spesso portato sugli spalti del Comunale a vedere la Juventus, ma uscendo rigorosamente dieci minuti prima (in foto, Agnelli e Kissinger al Mondiale di Francia 1998)

IL SUO AMORE PER IL GREUTHER FÜRTH – L’origine tedesca di Kissinger si nota anche dal tifo calcistico dell’ex segretario di Stato, supporter del Greuther Fürth, squadra della cittadina in Baviera nella quale è nato. Si dice che addirittura quando era segretario di Stato si facesse recapitare dall’ambasciata tedesca i risultati della Zweite Bundesliga, la serie B tedesca, per conoscere l’andamento della sua squadra. Nel 2012 ha coronato il suo sogno, assistendo all’esordio assoluto in casa in Bundesliga
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