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Migranti, verso un piano per la Tunisia. Mezzi e uomini per bloccare le partenze

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27 mar 2023 - 06:30 15 foto
©Ansa

Quello del ministro dell'Interno Piantedosi a fine aprile sarà il primo viaggio di cooperazione a livello europeo nei confronti dei Paesi di origine dei migranti, dopo la nuova linea europea che sembra trovare convergenze nella posizione dell'Italia. Sul tavolo ci sono i fondi Ue, anche quelli bloccati, dopo la svolta autoritaria del presidente tunisino Kais Saied, oltre al prestito di 1,9 miliardi di dollari destinato a sostenere la Tunisia e sospeso dal Fondo monetario internazionale

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Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sarà in Tunisia alla fine di aprile. Un modo per tentare di stabilire un piano volto a frenare il vertiginoso aumento delle partenze dallo Stato magrebino, diventato la rotta principale per migliaia di persone verso le coste italiane. Tre le principali ipotesi: addestrare uomini, fornire mezzi e aiuti finanziari

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Quello di Tunisi sarà quindi il primo viaggio di cooperazione a livello europeo nei confronti dei Paesi di origine dei migranti, dopo la nuova linea europea che sembra trovare convergenze nella posizione dell'Italia: il titolare del Viminale sarà accompagnato dalla commissaria Ue agli Interni Ylva Johansson insieme al ministro francese Gerald Darmanin (nella foto)

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E sulla necessità di una stabilizzazione politica del Paese è intervenuto in queste ore anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Non possiamo abbandonare la Tunisia, altrimenti rischiamo di avere i Fratelli musulmani che rischiano di creare instabilità. Non ci possiamo permettere l'islamizzazione del Mediterraneo. Speriamo che tutti quanti sentano le ragioni dell'Italia, che più di tutti si sta interessando alla vicenda per risolvere questo annoso problema"

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Sul tavolo ci sono sicuramente i fondi Ue, anche quelli bloccati, dopo la svolta autoritaria del presidente tunisino Kais Saied, oltre al prestito di 1,9 miliardi di dollari destinato a sostenere la Tunisia e sospeso dal Fondo monetario internazionale

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Roma sta facendo di tutto per sbloccare lo stallo in cambio di riforme, dopo un accordo preliminare in ottobre tra lo staff del Fmi e le autorità tunisine. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rivelato di aver parlato con la responsabile del Fondo e di aver proposto un "compromesso": "Loro dicono 'o ci sono le riforme o noi non diamo i soldi'. I tunisini dicono che senza soldi non possono fare le riforme. Io ho proposto di dare i soldi a tranche, se dopo la prima vanno avanti con le riforme si dà la seconda tranche e così via"  

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Per il momento, gli Stati Uniti e il Fondo Monetario internazionale non si smuovono: nessun prestito alla Tunisia senza garanzie di riforme dopo la svolta autoritaria, la decisione è nelle mani di chi governa il Paese nordafricano, sull'orlo di un collasso economico che potrebbe far esplodere l'esodo di migranti verso l'Italia

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Ma nelle prossime settimane l'Europa ascolterà anche le richieste del governo di Tunisi: serve trovare soluzioni operative per fermare le partenze e aumentare i controlli alla frontiere terrestri. Il Paese è infatti solo un territorio di transito per salpare verso il Mediterraneo mentre i profughi che partono sono originari di Congo, Camerun, Nigeria, Costa d'Avorio e Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso. In tanti dicono di aver pagato tremila dinari tunisini per la traversata

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Tra le attività da finanziare ci sono quindi la lotta ai trafficanti, la gestione dei confini e il rimpatrio forzato di migranti. Del resto l'ultimo memorandum d'intesa tra Italia e Tunisia prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro tra il 2021 e il 2023, di cui undici milioni per la cooperazione sulla migrazione

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Così come già successo per la Libia, potrebbero essere fornite alla Tunisia motovedette o - se richiesto - anche droni per potenziare il pattugliamento e mezzi più tecnologici per i controlli. L'Italia e altri Paesi potrebbero anche mettere a disposizione uomini per l'addestramento delle forze di sicurezza locali che saranno impegnate alle frontiere  

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Grazie agli aiuti, economici e non, il governo potrebbe quindi tornare a stringere la morsa contro i trafficanti e intensificare le verifiche ai confini terrestri e marittimi. Ma anche in queste ore è comunque senza sosta l'attività della Guardia costiera tunisina, la quale ha riferito di aver sventato negli ultimi tre giorni 79 tentativi di partenza, soccorrendo quasi tremila persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo di Sfax e Chebba

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In questo contesto, riferiscono fonti diplomatiche, proseguono i contatti dell'ambasciata italiana a Washington con l'amministrazione Usa, nonché con il Fmi e la Banca Mondiale, anche in vista degli Spring meetings delle due istituzioni finanziarie internazionali a metà aprile    

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Ma per ora la posizione degli Usa e del Fmi - di cui gli americani sono i principali azionisti - è rigida. L'esito degli sforzi della Tunisia per ottenere il prestito dipende da una "decisione sovrana" che "è nelle mani del governo", ha spiegato in un'intervista alla Reuters l'assistente del segretario di Stato Usa Barbara Leaf, a Tunisi nei giorni scorsi  

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"Questo è un pacchetto che loro (il governo tunisino) hanno negoziato, che loro hanno proposto e che, qualunque sia il motivo, non hanno ancora firmato", ha aggiunto. "La comunità internazionale è pronta a sostenere la Tunisia quando la sua leadership prenderà decisioni fondamentali su dove sta andando", ha assicurato, ammonendo però che finché il governo non deciderà di firmare il suo pacchetto di riforme "avremo le mani legate"

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Leaf non ha risparmiato dure critiche a un regime accusato di aver tradito le promesse di una delle rivoluzioni arabe inizialmente più promettenti. "Enorme preoccupazione" ad esempio hanno suscitato le parole di Saied secondo cui qualunque giudice scarceri detenuti sospetti sarà considerato loro complice

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Nei giorni scorsi Julie Kozack, direttrice delle comunicazioni del Fmi, ha spiegato in un briefing che la presentazione del programma di riforme della Tunisia all'executive board del Fondo "è stata posticipata per dare più tempo al governo di completare i requisiti del programma stesso". "Una nuova data del board sarà fissata d'intesa con le autorità tunisine una volta che ci saranno i requisiti", ha aggiunto. (Nella foto la sede del Fondo monetario internazionale)

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