
Migranti e soccorsi in mare: cosa sono e come funzionano le aree SAR
Dall’inizio della crisi migratoria nel cuore del mar Mediterraneo, tra i temi di cui si è spesso discusso negli ultimi anni ci sono le aree di “Search and rescue” (SAR), ricerca e soccorso, in cui si trovano a operare le imbarcazioni che prestano assistenza alle navi in difficoltà

Dall’inizio della crisi migratoria nel cuore del mar Mediterraneo, tra i temi di cui si è spesso discusso negli ultimi anni ci sono le aree di “Search and rescue” (SAR), ricerca e soccorso, in cui si trovano a operare le imbarcazioni che prestano assistenza alle navi in difficoltà
GUARDA IL VIDEO: come funziona il sistema SAR
Le regole sulle zone di “Search and rescue” sono contenute nella Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo, siglata ad Amburgo il 27 aprile 1979. Come riporta il sito della Guardia costiera italiana, l’area SAR viene dichiarata dagli Stati che hanno adottato la Convenzione
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Lo Stato, in caso di emergenza in mare nella propria area di responsabilità, ha l’obbligo di intervenire assumendo il coordinamento delle operazioni di soccorso con l’impiego di unità SAR. Inoltre la Convenzione prevede l’utilizzo anche di unità militari o civili, quali ad esempio le unità mercantili presenti in zona. (In foto: un’operazione SAR)
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Nel caso in cui un’autorità marittima riceva informazioni di un’emergenza in corso in un’area SAR di competenza di un altro Stato, questa deve informare immediatamente il Rescue Coordination Center territorialmente competente e comunicare la notizia dell’emergenza a tutte le unità in transito in quell’area
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Una volta che lo Stato competente ha assunto il coordinamento delle operazioni, le altre autorità nazionali possono intervenire in supporto all’attività di soccorso se questo viene espressamente richiesto dall’autorità coordinatrice. (In foto: un’operazione SAR)
Le FAQ della Guardia costiera sul soccorso in mare
Però, nel caso in cui lo Stato competente per quella specifica area SAR non assumesse il coordinamento delle operazioni di soccorso, tali operazioni devono essere coordinate dall’Autorità nazionale che per prima ne ha avuto notizia ed è in grado di fornire la migliore assistenza possibile

In ogni caso, ricorda ancora la Guardia costiera, l’obbligo di prestare soccorso dettato dalla Convenzione internazionale di Amburgo non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta anche l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro

In base alle modifiche intervenute negli anni sulla Convenzione, per “luogo sicuro” si intende un “luogo” in cui sia garantita non solo la “sicurezza” fisica delle persone soccorse in mare, ma anche il pieno esercizio dei loro diritti fondamentali, tra i quali il diritto dei rifugiati di chiedere asilo

La questione dell’accoglienza dei migranti continua a essere un argomento molto discusso in seno all’Unione europea: il governo italiano chiede di aggiornare il Patto europeo per l'asilo e le migrazioni entro la primavera del 2024, che così come è formulato rischia di essere penalizzante per i Paesi di primo approdo come l'Italia

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