
Nicola Sturgeon, chi è la premier dimissionaria più longeva della Scozia
La politica era in carica dal 2014, quando subentrò allo storico leader indipendentista Alex Salmond proprio dopo la sconfitta nel referendum per la secessione della Scozia dal Regno Unito. E' rimasta al vertice dei nazionalisti-progressisti del partito Snp, a cui si iscrisse appena 16enne, e del governo locale di Edimburgo per quasi un decennio. Oggi le dimissioni perché, secondo fonti a lei vicine, "non ne può più"

Nicola Sturgeon è stata la premier più longeva nella storia della Scozia, oltre che la prima donna a guidare il Partito nazionale scozzese indipendentista (Snp) e ad essere contemporaneamente first minister. Era alla guida del governo locale di Edimburgo dal settembre del 2014.
Nicola Sturgeon annuncia le dimissioni
Il Telegraph nel 2015 aveva definito Sturgeon "puntuta e spietata", ma anche "capace di ispirare le persone". E' nota per fare largo uso dei social, in particolare Twitter, che sfrutta per far arrivare il suo messaggio politico. Spesso scattava selfie con i concittadini: nella foto, durante la campagna elettorale del 2021, è in una scuola primaria di Glasgow.
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Nel 2014 Sturgeon, subentrata al suo mentore Alex Salmond e da sempre indipendentista, è diventata primo ministro proprio dopo che l'elettorato scozzese aveva scelto di rimanere nel Regno Unito (al ballottaggio, il 55% degli elettori votò contro l’indipendenza). Nella foto è insieme all'attore scozzese Alan Cumming, star di Hollywood, durante la campagna elettorale per il sì alla secessione, nel settembre 2014.
Scozia al bivio, sognando l'indipendenza
Nonostante la sconfitta, Sturgeon decise di guidare il partito in quel momento difficile: è "il più grande privilegio della mia vita", disse allora. Nella foto è con la Speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi durante un incontro a Capitol Hill (Washington) per discutere dell'invasione russa in Ucraina.
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Nata il 19 luglio del 1970 a Irvine, nel North Ayrshire, è cresciuta durante quelli che ha definito "i giorni bui dell'era Thatcher". Entrata a far parte dell'Snp a 16 anni durante la campagna per il disarmo nucleare, ha studiato Giurisprudenza all'Università di Glasgow prima di intraprendere la carriera da avvocato. La sua ambizione, però, è sempre stata quella di fare politica. Nella foto è a Glasgow per un comizio a George Square, dove migliaia di persone si erano radunate nel 2019 per chiedere un secondo referendum sull'indipendenza.
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Nel 1992, anno della sua laurea, divenne la più giovane candidata scozzese alle elezioni generali, ma il suo ingresso nella politica a tempo pieno è avvenuto nel 1999 con l’elezione del nuovo parlamento scozzese. Nella foto un momento della campagna elettorale per le elezioni parlamentari del 2021.
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La sua prima grande sfida al governo è arrivata da vice primo ministro e segretaria alla Salute, quando l'influenza suina è stata dichiarata pandemia. Ha poi assunto l'incarico di "Yes Minister", sovrintendendo alla pianificazione del referendum sull'indipendenza.
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Dal 2010 è sposata con Peter Murrell, amministratore del partito Snp. Nella foto la coppia è insieme a Wimbledon per vedere la finale tra Andy Murray e Milos Raonic nel settembre 2016.
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Convinta europeista, dopo la Brexit e con il 62% degli scozzesi che volevano restare nella Ue, Sturgeon ha avanzato la possibilità di non concedere il consenso parlamentare alla volontà espressa da Londra. Il suo partito Snp si è affermato alle elezioni locali del maggio 2021, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta. Nella foto, Sturgeon al seggio insieme al marito Peter Murrell.
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Sturgeon ha incontrato Murrell già nel 1988, quando lei aveva 18 anni, durante un campo giovanile del partito Snp. Nel 2003 hanno reso pubblica la loro relazione sentimentale, e nel 2010 si sono uniti in matrimonio. Dal 1999 Murrell è amministratore del partito.

La strategia di Sturgeon di ottenere per via legale e costituzionale un nuovo voto popolare sull'indipendenza - che il governo centrale di Londra, ultima istanza in materia, si rifiuta di concedere - è però fallita. Il ricorso, giunto infine alla Corte Suprema, è stato respinto nei mesi scorsi, di fatto allontanando per ora ogni prospettiva concreta di rivincita referendiaria, nonostante le divisioni sulla Brexit.
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