Il presidente francese non esclude l'invio di caccia, no di Scholz. Peskov ribadisce che la fornitura occidentale di ulteriori armi all'Ucraina porterà solo a una "significativa escalation" del conflitto, commentando la richiesta del viceministro degli Esteri ucraino di fornire a Kiev sommergibili. Per Pechino, gli Stati Uniti sono "il più grande promotore della crisi in Ucraina"
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"Esorto la Repubblica di Corea a continuare e ad intensificare il sostegno militare", ha affermato. "Alla fine, spetta a voi prendere una decisione, ma dirò che diversi alleati della Nato che hanno avuto come politica quella di non esportare mai armi nei paesi in conflitto ora l'hanno cambiata".
Mentre la Corea del Sud ha firmato importanti accordi per fornire centinaia di carri armati, aerei e altre armi alla Polonia, membro della Nato, dall'inizio della guerra, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha ribadito che la legge in vigore contraria alla fornitura di armi ai paesi in conflitto rende difficile fornire armi all'Ucraina. Paesi come Germania, Svezia e Norvegia, ha però osservato Stoltenberg, avevano politiche simili ma le hanno cambiate. "Se non vogliamo che l'autocrazia e la tirannia vincano, allora hanno bisogno di armi, questa è la realtà", ha concluso.
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su larga scala". "La scelta non nasce dalla volontà di proseguire la guerra, ma dalla necessità di aiutare una nazione aggredita a fronteggiare un attacco in cui la Russia impiegherà i 300 mila soldati che sta finendo di addestrare - ha aggiunto - un attacco così sproporzionato che se l'Ucraina non ricevesse gli aiuti potrebbe solo soccombere".
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"È probabile - vi si legge - che le autorità russe mantengano aperta l'opzione di un'altra tornata di arruolamenti nel quadro della "mobilitazione parziale". Il 22 gennaio, i media hanno riferito che le guardie di frontiera russe impedivano ai lavoratori migranti kirghisi con doppio passaporto di lasciare la Russia, perché - così dicevano - i loro nomi comparivano sulle liste di mobilitazione".
"Il 23 gennaio - prosegue - il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha affermato che il decreto di "mobilitazione parziale" continua a rimanere in vigore, perché necessario a sostenere il lavoro delle forze armate. Gli osservatori - sottolinea ancora - si erano chiesti perché la misura non fosse stata formalmente revocata: è molto probabile che la leadership russa continui a cercare il modo di reperire l'elevato numero di unità necessarie a qualsiasi futura grande offensiva in Ucraina, riducendo al tempo stesso al minimo il dissenso interno".-
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"L’Europa non schiera nulla. - continua Crosetto - Alcune nazioni hanno deciso di fornire carri, su richiesta ucraina, perché si prepara un attacco russo su larga scala. La scelta non nasce dalla volontà di proseguire la guerra, ma dalla necessità di aiutare una nazione aggredita a fronteggiare un attacco in cui la Russia impiegherà i 300 mila soldati che sta finendo di addestrare. Un attacco così sproporzionato che se l’Ucraina non ricevesse aiuti potrebbe solo soccombere".
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