Presentato un piano in 14 punti per aumentare la "trasparenza, l'etica" e "migliorare i rapporti di lavoro con i Paesi terzi": i politici non potranno fare i lobbisti alla fine del mandato. Ecco le nuove norme
La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola presenterà alla conferenza dei presidenti dei gruppi un pacchetto di misure volte ad aumentare la "trasparenza, l'etica e a migliorare i rapporti di lavoro con i Paesi terzi", per cercare di impedire che si ripetano situazioni come il Qatargate. Il pacchetto verrà analizzato punto per punto da Transparency International, una ong con sede a Bruxelles, che la considera una "proposta seria", che affronta "molti dei punti sui quali facciamo campagna da anni", anche se non mancano gli aspetti negativi, come il fatto che si continui a fare affidamento sul “self-enforcement” (autoregolamentazione) che "non funziona".
Niente lobbying a fine mandato per 12 mesi
Il primo obiettivo è prevedere un periodo di “cooling off” per gli ex eurodeputati che vogliano diventare lobbisti: 12 mesi, dopo la fine del mandato, durante i quali non potrebbero iscriversi al registro di trasparenza, e non potrebbero quindi fare lobbying nel Parlamento. Una seconda misura prevede una maggiore trasparenza sulle attività dei parlamentari: verrebbe introdotta una sezione “Integrità” sulla homepage del sito del Parlamento, con informazioni su sanzioni, dichiarazioni di regalie, viaggi fatti in Paesi terzi non a spese del Parlamento, dichiarazione degli incontri in agenda, informazioni e link al registro di trasparenza.
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Proposto un registro di trasparenza
Si propone poi di introdurre l'obbligo di inserire nel registro di trasparenza la partecipazione di lobbisti, Ong e altri portatori di interessi alle commissioni e di porre un limite, tra l'altro, al numero di badge disponibili per ogni singola organizzazione. Transparency International sostiene la misura. Verrebbe anche previsto l'obbligo per tutti i membri del Parlamento di rendere pubblici, in modo facilmente accessibile, tutti gli incontri in agenda con terzi, connessi ad una risoluzione. Per Transparency, l'obbligo dovrebbe riguardare tutti gli incontri con portatori di interessi, non solo quelli legati ad una risoluzione.
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Un badge giornaliero
I Paesi extra Ue dovrebbero interagire con il Parlamento solo attraverso la commissione Esteri e gli altri organi ufficiali preposti e tutti coloro che accedono alle sedi del Parlamento dovrebbero fornire informazioni sulla data, il tempo e lo scopo della visita. E per gli ex eurodeputati verrebbe previsto un badge giornaliero, non più permanente; gli ex europarlamentari non potrebbero più fornire accesso a terzi e gli attuali diritti di accesso per l'entourage degli ex eurodeputati possono essere revocati.
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Previsto un training specifico
Prima di assumere l'incarico di relatore, o relatore ombra, su un rapporto o una risoluzione, l'eurodeputato dovrà presentare una dichiarazione sui potenziali conflitti di interesse. Per quanto riguarda la dichiarazione degli interessi finanziari degli eurodeputati, dovrebbe essere resa più chiara, con maggiori informazioni sulle attività svolte a latere dagli eurodeputati e più controlli sul rispetto delle regole. È previsto un training specifico per gli eurodeputati e per gli assistenti parlamentari sulle regole in materia di finanza, condotta e whistleblowing.