
Giorgia Meloni in Iraq, ha incontrato il premier Al Sudani e i militari italiani. FOTO
Il presidente del Consiglio a Baghdad ha avuto un colloquio con il premier e uno con il presidente Abdul Latif Rashid. Poi ha visto l'ambasciatore Maurizio Greganti, il Comandante della Missione Generale, una rappresentanza di militari italiani e il personale del contingente militare, a cui ha detto: "Il lavoro che state facendo qui è enorme, un lavoro con il quale l'Italia ancora una volta dimostra la sua capacità di essere sì una nazione che sa offrire eroismo, sacrificio, professionalità ma anche umanità"

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è andata a Baghdad, in Iraq, dove questa mattina è stata accolta dal premier Mohammed Shia Al Sudani con cui ha avuto un colloquio al Palazzo del governo
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Meloni ha incontrato nella capitale irachena anche l'ambasciatore italiano Maurizio Greganti e alla base militare Union 3, sede dei Comandi della Missione Nato (NMI) e della Coalizione anti-Daesh (OIR), il Comandante della Missione Generale D. Giovanni Maria Iannucci, una rappresentanza di militari italiani presenti e il personale del contingente militare italiano in Iraq
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"Sono davvero molto lieta di essere oggi qui in Iraq in quello che rappresenta la mia prima missione bilaterale fuori dall'Europa. L'Iraq è un Paese amico che ha dimostrato ancora una volta di credere nella democrazia con la recente formazione del governo", ha detto Meloni margine del colloquio con il primo ministro della Repubblica dell'Iraq, Mohammed Shia al-Sudani
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"L'Iraq - ha sottolineato Meloni - è una Nazione che ha compiuto importanti passi avanti sul piano della sicurezza e della stabilità politica e che dal nostro punto di vista può guardare con ottimismo alla ricostruzione. L'Italia è da sempre in prima linea nel sostenere l'Iraq a 360 gradi. Lo facciamo anche nel quadro della Coalizione Anti Daesh: perché non vi può essere stabilità e prosperità in Medio Oriente senza un Iraq forte. L'Italia è stata sempre al fianco dell'Iraq nella sua rinascita"

"Le nostre relazioni bilaterali sono intense e hanno radici profonde. Collaboriamo dal punto di vista energetico, industriale e culturale. Dobbiamo ora fare di più e rafforzare il nostro partenariato. Il 2023 deve rappresentare l'anno della svolta delle nostre relazioni bilaterali", ha concluso il presidente del Consiglio

Meloni ha anche espresso apprezzamento per la decisione del governo della Repubblica dell'Iraq di istituire come festa nazionale la giornata del 25 dicembre, così da consentire a tutti coloro che lo desiderano di poter festeggiare il Natale

"Lo considero - ha detto Meloni - un importante segnale di grande rispetto della libertà religiosa e di rispetto per i Cristiani presenti nel Paese. Ringrazio sentitamente il Primo Ministro della Repubblica dell'Iraq, Mohammed Shia al-Sudani per questa scelta"

"Questo è un momento nel quale si torna a casa, voi non tornerete a casa ma casa vostra non è lontana. Casa vostra vede, vi guarda, è fiera dei vostri sacrifici e vi vuole ringraziare per quei sacrifici, se è vero che il Natale si passa in famiglia e che la patria è una madre, allora una madre non può mancare in momenti come questi", ha detto il presidente del Consiglio incontrando in Iraq i militari del Primo reggimento Tuscania e del Tredicesimo reggimento Friuli Venezia Giulia dell'arma dei Carabinieri

"Il lavoro che noi stiamo facendo qui, che voi state facendo qui, è un lavoro enorme - ha aggiunto Meloni - Il comando di una missione Nato in un territorio così strategico e particolare per la stabilità globale è per l'Italia motivo di grande onore e di grande orgoglio. Non è qualcosa che ha costruito la politica ma qualcosa che avete costruito voi". "È un lavoro con il quale l'Italia ancora una volta dimostra la sua capacità di essere sì una nazione che sa offrire eroismo, sacrificio, professionalità ma che sa anche offrire umanità", ha concluso Meloni

"Questo è lo stemma di palazzo Chigi, dove mi trovo io, una casa più accogliente della vostra. Però spero che anche questo nel piccolo possa farvi sentire un po' a casa perché casa non dimentica", ha detto poi consegnando il dono all'ambasciatore italiano Maurizio Greganti dopo i saluti al personale dell'ambasciata a Baghdad in Iraq

"Voi sapete meglio di me - ha detto ancora Meloni ai militati - quanto a questa terra abbiamo dato, in termini di sacrifici, in termini di tributo di sangue", l'importanza di "quel sacrificio e quel tributo ha costruito perfino in patria, il nostro senso di appartenenza, la consapevolezza della comunità che siamo" e quale sia il "valore che quella comunità ha, una nazione che quando si va fuori dai confini ci si rende conto di quanto noi siamo considerati. L'unico posto in cui noi non ci rendiamo conto di quanto siamo considerati per paradosso è l'Italia"

"Ci tenevo a portare il ringraziamento della nazione che io e voi rappresentiamo - ha proseguito Meloni - per il lavoro che fate, per i sacrifici che fate, per come riuscite con il vostro lavoro e la vostra dedizione, e le difficoltà che questo comporta perché sono sacrifici e rinunce personali delle quali siamo perfettamente consapevoli, che però danno alla nazione uno straordinario lustro e grandi opportunità"

"Noi siamo consapevoli - ha aggiunto Meloni - di quello che le nostre forze armate hanno costruito in questo territorio, siamo consapevoli del fatto che il cammino di un'Italia seria, rispettosa e rispettata, credibile e coraggiosa, è stato lastricato dal sacrificio vostro e di tanti prima di voi. E che quindi a voi dobbiamo la nostra testa alta, il nostro passo sicuro"

"E allora non si può non fare questo gesto simbolico di essere qui a dire grazie, a dire che per quanto siate quattro mila chilometri lontani da casa, non siete lontani da casa - ha detto ancora il presidente del Consiglio - Casa vostra sa, vede e ringrazia e io credo che fosse mio dovere essere qui oggi come altri ministri stanno facendo con altri rappresentanti delle forze armate che sono lontani da casa in giorni come questi"

"Questo è un lavoro che costruite giorno per giorno, più della politica, più di quello che può accadere all'interno dei confini nazionali e quindi vi dobbiamo ringraziare, dobbiamo ringraziare chi rischia ogni giorno, chi costruisce con il proprio lavoro e la propria diplomazia, dobbiamo ringraziare gli imprenditori coraggiosi che in terre complesse cercano di raccontare la grandezza del genio italiano, la capacità di lasciare qualcosa nelle nazioni nelle quali costruisce una cooperazione", ha detto Meloni incontrando l'ambasciatore e il personale dell'ambasciata

"Perché io credo che anche questo - ha aggiunto Meloni - abbia fatto la differenza per l'Italia in questi anni. Lo dicevamo anche ieri: quando manca l'acqua c'è chi porta bottiglie e chi porta un desalinatore, cioè chi vuole lasciare l'autonomia e la libertà delle nazioni nelle quali fa cooperazione perché quella nazione possa crescere. E il segno della cooperazione italiana è sempre stato questo ed è il motivo per cui siamo ben voluti, è il motivo per cui non andiamo in giro a fare attività predatorie, noi andiamo in giro a lasciare un pezzo di Italia"

"Questa è la ragione per la quale abbiamo questa capacità di costruire relazioni solide - ha concluso Meloni - Da quelle relazioni dipende ovviamente anche il nostro ritorno, la nostra capacità di essere credibili, influenti e stimati come l'Italia sa essere. Però ripeto, questo non lo fa la politica, o la politica lo fa marginalmente. Quello che fa la politica lo può fare solo perché c'è gente che ogni giorno decide di sacrificare un pezzetto di sé per questa patria e per questa nazione"