Proseguono i disordini nel Paese, dopo l’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo. Nelle ultime ore, tra morti e feriti, il bilancio delle proteste si è aggravato. Diversi turisti sono rimasti bloccati e tra loro anche quattro ragazze italiane che però, a breve, dovrebbero poter ritornare in patria
Si è ulteriormente aggravato, arrivando a 22 morti e a diverse decine di feriti, il bilancio degli scontri in Perù tra manifestanti antigovernativi e forze dell'ordine, soprattutto in alcune città del centro-sud del Paese. Le ultime tre persone a perdere la vita sono state registrate nelle scorse ore a Pichanaki, città sulla cordigliera centrale peruviana, situata nel dipartimento di Junin. La Direzione sanitaria regionale ha fornito un dettaglio degli scontri: oltre ai tre morti, 52 feriti, di cui 43 civili e 9 agenti di polizia.
I disordini nel Paese e i turisti bloccati
Intanto, circa 300 turisti provenienti da tutto il mondo sono rimasti bloccati nell'antica città di Machu Picchu, dopo che il Paese è precipitato in uno stato di emergenza susseguente alla cacciata del presidente Pedro Castillo, messo sotto accusa e successivamente arrestato dopo aver annunciato il suo piano per sciogliere il Congresso. Da quando è stato fermato, su tutto il territorio peruviano sono avvenuti disordini, marce e blocchi stradali che hanno paralizzato non solo il traffico via terra, ma anche quello in alcuni importanti aeroporti del centro-sud peruviano. Il sindaco Darwin Baca ha affermato che, tra i viaggiatori fermi proprio a Machu Picchu, ci sono peruviani, altri sudamericani, statunitensi ed europei. “Abbiamo chiesto al governo di aiutarci con l'ausilio di elicotteri per evacuare i turisti”, ha detto il primo cittadino. “L'unico modo per entrare e uscire dalla città è il treno e questi servizi sono sospesi fino a nuovo avviso”. I treni da e per Machu Picchu, principale mezzo di accesso al sito, sono stati interrotti lo scorso martedì, come confermato da PeruRail, l'operatore ferroviario del Perù nelle regioni meridionali e sudorientali del paese.
La situazione delle quattro ragazze italiane
Tra i turisti bloccati in Perù c’erano anche quattro ragazze italiane, Giulia Opizzi, Martina Meoni e le sorelle Federica e Lorenza Zani, rimaste bloccate per tre giorni nel villaggio di Checacupe. L’agenzia Ansa, proprio in queste ore, ha appreso che tutte sono partite, con auto scortate dalla polizia peruviana, arrivando fino a Cusco, da dove proseguiranno probabilmente per via aerea verso Lima. Il programma prevede che una volta raggiunta la città di Cusco, le ragazze avviino le pratiche per potersi imbarcare su un volo diretto a Lima, per fare quindi, finalmente, rientro in Italia.