I repubblicani conquistano la Camera ma non c'è stata l"onda rossa' attesa. Il controllo del Senato resta in bilico e il risultato definitivo si dovrà probabilmente attendere il ballottaggio del 6 dicembre. Si fa più ardua la ricandidatura di Trump alla Casa Bianca mentre il presidente Biden può sperare in un secondo mandato. Intanto nel Gop si continua a discutere su chi potrebbe essere l'anti-Donald: in pole position il governatore della Florida DeSantis
Con i risultati della notte elettorale americana ancora incerti, una cosa è però chiara: non c'è stata la 'red wave', lo tsunami rosso che i repubblicani si sentivano già in tasca e, soprattutto, sembra essere fallita la rivincita che Donald Trump aveva affidato ad un esercito di candidati Maga e in moltissimi casi negazionisti, cioè che non riconoscono la legittimità della presidenza Biden. E la scommessa perduta dell'ex presidente è destinata a rendere più complicati i suoi piani per una nuova candidatura alla Casa Bianca, per la quale circolava già la data del 15 novembre (ELEZIONI MIDTERM USA, LO SPECIALE - IL LIVEBLOG).
Il Gop vince ma non sfonda
Per quanto riguarda l’attuale inquilino della Casa Bianca, i risultati della tornata elettorale si presentano in chiaroscuro. Alla Camera, infatti, i repubblicani molto probabilmente riusciranno ad ottenere almeno 5 seggi alla Camera che gli consegneranno la maggioranza, un risultato però ben lontano dalla vittoria a valanga prevista che avrebbe assicurato decine di seggi in più ed un controllo più duraturo della Camera. Al Senato con ancora quattro seggi in bilico la battaglia è ancora aperta, ma la vittoria del 'gigante dem' John Fetterman sul 'Dr Oz' della televisione, ha permesso ai democratici di strappare ai repubblicani il seggio della Pennsylvania che potrebbe essere cruciale per mantenere il controllo della Camera alta. Inoltre i dem sono riusciti a difendere i seggi in New Hampshire e Colorado, che erano nel novero di quelli su cui i repubblicani puntavano per il sorpasso.
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Per Biden meno difficoltosa una ricanditura per la Casa Bianca
I messaggi politici più importanti di queste Midterm, quindi, sono due: il primo, come detto, è che Trump, oggi appare molto più debole e il suo tentativo di usare le elezioni per confermare la sua presa sul base e partito ed usarla come trampolino per la sua nuova candidatura alla Casa Bianca è fallito. Il secondo è che il presidente Biden, pur uscendo anche lui acciaccato dal voto, può seriamente considerare la possibilità di correre per un secondo mandato nel 2024. Questo a patto di trovare un’intesa con la corrente centrista del Partito democratico per neutralizzare gli altri pretendenti alla Casa Bianca, dove si tira un sospiro di sollievo per il bagno di sangue scampato, nella consapevolezza però che il merito non va al presidente, la cui popolarità è a picco, ma alla tenuta sul territorio di alcuni senatori democratici che hanno sfidato la forza di gravità politica.
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DeSantis competitor di Trump nel Partito repubblicano
Sul fronte repubblicano la notte elettorale ha già incoronato il suo vincitore: l'italo-americano Ron DeSantis, riconfermato a valanga governatore di una Florida sempre meno swing state e sempre più rosso Gop. Un successo che rafforza le sue ambizioni presidenziali e rende più difficile la ricandidatura di Trump. E infatti il tycoon ha fatto sapere di essere pronto a spiattellare "cose non belle" su DeSantis perché lo conosce "più di chiunque altro, forse più di sua moglie". L’ex presidente ha anche cercato di sminuire il mancato trionfo del Gop: "174 vittorie e 9 sconfitte, una grande serata. I media fake News e i loro partner democratici stanno facendo il possibile per sminuirla. Grande lavoro da parte di alcuni fantastici candidati".
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Se molti dei candidati Maga - il movimento estremista di destra, complottista e negazionista che si rifà all'America first di Trump - sono stati sconfitti o sono impegnati in testa a testa, all'ex presidente è andata bene invece con il finanziere-scrittore JD Vance, autore del libro 'Hillbilly Elegy' divenuto poi un film, ma - ancora in Pennsylvania - pesa la sconfitta del suo alleato (negazionista) Doug Mastriano, battuto dal dem Josh Shapiro nella corsa a governatore. Successi che però non cambiano le considerazioni su una possibile candidatura di Trump, che secondo gli ultimi sondaggi piace solo al 46% degli elettori repubblicani. Nel Great old party si discute su chi potrebbe essere il nome giusto per bloccare il tycoon correre nel 2024: oltre a DeSantis, piace il decano tra i senatori repubblicani Mitch McConnell, ma anche l’ex vice presidente Mike Pence potrebbe giocarsi le sue carte, per quanto sia considerato divisivo.