Elezioni Brasile, Bolsonaro sulle proteste dei suoi sostenitori: “C’è indignazione”. FOTO
Il presidente uscente, dopo la vittoria di Lula, ha parlato a quasi 48 ore dal ballottaggio: non ha riconosciuto esplicitamente la sconfitta, ma ha autorizzato la transizione. Prima il suo silenzio ha alimentato tensioni nel Paese, con i suoi fan scesi in strada in diverse città. In molti Stati hanno creato blocchi stradali, paralizzando vie e autostrade. Hanno anche organizzando dei sit-in davanti alle caserme per chiedere un “intervento federale”. Bolsonaro: "Sentimento di ingiustizia per il processo elettorale"
In Brasile sono state ore di caos e tensione dopo le elezioni presidenziali che hanno sancito la vittoria di Luiz Inacio Lula da Silva. Tensione che è stata alimentata anche dal silenzio del presidente uscente conservatore Jair Bolsonaro: il leader di destra ha rotto il silenzio a quasi 48 ore dai risultati del ballottaggio, non riconoscendo esplicitamente la sconfitta ma autorizzando la transizione. Prima del suo discorso, i suoi sostenitori erano scesi in strada a protestare in diverse città
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Nelle scorse ore, i manifestanti bolsonaristi hanno creato dei blocchi stradali, paralizzando vie e autostrade per protestare contro la vittoria di Lula. Ad esempio, è stata bloccata in entrambe le direzioni l'autostrada Hélio Smidt, che dà l'accesso all'aeroporto Guarhulos di San Paolo, il principale hub internazionale del Brasile. Diversi voli sono stati cancellati
Bolsonaro non riconosce esplicitamente vittoria di Lula ma autorizza transizione
Parlando dei blocchi stradali dei suoi sostenitori, nel suo breve discorso Bolsonaro ha spiegato che scaturiscono da "un sentimento di indignazione e di ingiustizia per il processo elettorale”. “Le manifestazioni pacifiche saranno sempre le benvenute, ma i nostri metodi non possono essere quelli della sinistra", ha aggiunto
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Il discorso del presidente uscente dovrebbe ora disinnescare le proteste dei suoi sostenitori, che gli chiedevano di non riconoscere la vittoria di Luiz Inacio Lula da Silva. Dal momento in cui è stata ufficializzata la vittoria di Lula, diversi tratti stradali sono stati bloccati dai fan di Bolsonaro con pesanti automezzi e pneumatici
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Blocchi stradali dei camionisti sono stati segnalati in almeno 25 Stati brasiliani. Alcuni media locali hanno definito le iniziative dei sostenitori di Bolsonaro “antidemocratiche” e hanno sottolineato come il silenzio del presidente sconfitto avesse alimentando la tensione, con i gruppi più radicali che si sono organizzati su internet
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Oltre ai blocchi stradali, i sostenitori di Bolsonaro hanno organizzato dei sit-in davanti alle caserme per chiedere un “intervento federale”. La convocazione, fatta attraverso gruppi WhatsApp, secondo indiscrezioni aveva lo scopo di dare il tempo al presidente uscente di pronunciarsi ufficialmente sul risultato elettorale. L'obiettivo finale dei dimostranti - secondo alcuni opinionisti - era quello di far invocare l'articolo 142 della Costituzione, che prevede l'intervento delle Forze armate per "ristabilire l'ordine tra i poteri"
In un video che circola sui social, si vede un agente del Coordinamento del Traffico di Itajaí, sulla costa di Santa Catarina, che chiede a una folla di manifestanti bolsonaristi impegnati in un blocco stradale di "resistere" per 72 ore, per concedere tempo a Bolsonaro di "assumere una postura" rispetto alle elezioni. Nei video, l'agente usa il microfono dei manifestanti e raccomanda che le manifestazioni siano pacifiche e senza roghi. "Ragazzi siamo tutti sulla stessa barca. Siamo insieme a voi. Dobbiamo resistere 72 ore affinché il presidente possa agire", dice
Il fatto che Bolsonaro non abbia ancora riconosciuto subito la vittoria di Lula, quindi, avrebbe alimentato tensioni nel Paese. I sostenitori più radicali del leader di destra, secondo i media locali, si stavano organizzando su internet per mantenere i blocchi di strade e autostrade e per raggiungere l'area dei Palazzi del potere a Brasilia, dove le forze dell'ordine hanno predisposto un ampio servizio di sicurezza
Su Telegram, queste frange intransigenti pianificavano di arrivare all'Esplanade de ministerios e parlavano di "resistenza armata". I manifestanti volevano incontrarsi anche davanti al quartier generale dell'Esercito nella capitale federale. Un gruppo di sostenitori del presidente già nelle scorse ore era arrivato con le bandiere bolsonariste nel settore militare vicino alla sede del comando dell'esercito
Intanto, la Corte suprema federale (Stf) aveva approvato nelle scorse ore, con la maggioranza dei suoi membri, una risoluzione proposta dal giudice Alexandre de Moraes affinché la polizia federale autostradale (Prf) e la polizia militare statale sgomberassero tutti i tratti stradali bloccati da camionisti e manifestanti
Da più parti erano arrivati appelli al leader uscente per intervenire. Gleisi Hoffmann, presidente del Partito dei lavoratori (Pt), aveva detto che la responsabilità di risolvere la situazione era di Bolsonaro, che però da domenica non si esprimeva. Fino al discorso di tre minuti a quasi 48 ore dal ballottaggio
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