
Lula di nuovo presidente del Brasile. Il soprannome, il carcere, il ritorno: la sua storia
L'ex sindacalista ha battuto per un soffio il suo avversario Jair Bolsonaro e il 30 ottobre 2022 è stato eletto presidente del Paese per la terza volta. Candidato del centrosinistra, ha governato dal 2003 al 2010. Poi 580 giorni di carcere per condanne in seguito annullate per vizi tecnici. A quasi 77 anni torna al Palazzo di Planalto

Luiz Inacio Lula da Silva, il 30 ottobre 2022, è stato eletto di nuovo presidente del Brasile. L'ex sindacalista ha battuto per un soffio il suo avversario Jair Bolsonaro in quella che viene definita “una vittoria storica”. Fino alla fine è stata una sfida all'ultimo voto. Il Tribunale superiore elettorale ha ufficializzato la vittoria dell'ex presidente Lula che ha ottenuto 60.345.999 voti, equivalenti al 50,90% del totale, mentre Bolsonaro ne ha ricevuti 58.206.354 (49,10%)
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Ma chi è Luiz Inacio Lula da Silva? Ex sindacalista, è nato il 27 ottobre del 1945 a Caetés. Figlio di un contadino analfabeta, è cresciuto in una famiglia povera, iniziando a lavorare a 12 anni È già stato presidente del Brasile dal 2003 al 2010. Nel 1964, dopo aver perso un dito mentre lavorava in fabbrica come tornitore, ha cominciato a interessarsi di attività sindacale e e nel 1978 è eletto presidente del sindacato dei lavoratori dell'acciaio (Sindicato dos Metalurgicos do ABC) di São Bernardo do Campo e Diadema
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Silva è il cognome del presidente e Luiz Inacio il nome. Lula è il soprannome che ha dall’infanzia, formato da una ripetizione dell’iniziale del suo nome. Significa "calamaro" ed è il nome con il quale è conosciuto da quando divenne uno dei sindacalisti principali della scena nazionale e fin dagli albori della sua carriera politica, iniziata nel 1980 quando, nel pieno della dittatura militare brasiliana, fonda il Partito dei Lavoratori, un partito di sinistra e con idee progressiste
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Dopo una lunga ascesa politica, nel 2002 diventa il primo presidente di sinistra e primo operaio senza un diploma universitario a raggiungere la massima carica dello Stato. Poi la riconferma nel 2006. Idealista ma pragmatico, durante il suo governo ha strappato alla fame milioni di persone con il programma di sovvenzioni 'Bolsa Familia', diventando uno dei leader latinoamericani più popolari nel Paese e all’estero
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Nell'ultima campagna elettorale, Lula ha puntato tutto sulla nostalgia dei suoi governi, promettendo di "prendersi cura del popolo" e di ripetere l'impresa di debellare la fame che attanaglia i brasiliani. Appassionato di calcio e telenovelas, nell'ottobre 2011 ha sofferto di cancro alla laringe. A maggio scorso ha sposato la sociologa Rosangela 'Janja' da Silva, di 21 anni più giovane di lui, dopo aver perso la moglie Marisa Leticia Rocco nel 2017
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Nei rapporti con l'Italia, tra le note stonate c'è la decisione di Lula di negare l'estradizione e concedere l'asilo politico all'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), Cesare Battisti. Per lui l'estradizione arriverà nel 2018 sotto la presidenza di Michel Temer. Solo nell'agosto 2020 Lula chiederà scusa ai familiari delle vittime sostenendo di aver sbagliato nel concedere l'asilo all'ex terrorista. Scuse poi estese a tutti gli italiani in un'intervista televisiva nel 2021
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A livello politico, Lula ha ricevuto costante appoggio dalla sinistra italiana sin dagli anni Ottanta. Un sostegno di cui è esempio il messaggio di pochi giorni fa del sindaco di Roma Roberto Gualtieri: nella Capitale "facciamo il tifo per te", ha dichiarato in un video su Twitter il primo cittadino, che nel 2018 andò a trovare il leader di sinistra mentre si trovava in carcere. Perché le origini operaie e le vittorie politiche hanno reso il candidato Pt un fenomeno di massa e un'icona della sinistra latinoamericana

Ma questo non lo ha reso immune agli scandali e all'ombra della corruzione, per la quale è stato condannato due volte e ha trascorso un anno e mezzo, 580 giorni per la precisione, in prigione tra il 2018 e il 2019, cosa che gli ha impedendito di candidarsi alle elezioni di quattro anni fa. Le condanne sono poi state annullate per vizi tecnici

Nel 2021, infatti, la Corte Suprema ha annullato le sentenze, restituendo a Lula i diritti politici. Da allora, il leader di sinistra ha cercato di riabilitare il suo nome e di riconquistare la fiducia del popolo, anche strizzando l'occhio al mondo religioso tanto influente nel Paese e avventurandosi in alleanze innaturali, come quella con il conservatore ed ex avversario Geraldo Alckmin, futuro vicepresidente

Tre mogli: la prima, Maria de Lourdes, sposata nel 1969 e morta di parto insieme al loro bambino; la seconda, Maria Leticia Rocco Casa, sposata nel 1974 e dalla quale ha avuto tre figli; la terza sposata l’8 novembre del 2019, il giorno del rilascio. Un’altra figlia, nata fuori dal matrimonio sempre nel 1974, dalla relazione con Miriam Cordeiro. Il 30 ottobre 2022 Lula è passato alla storia come il primo presidente del Brasile a essere eletto 3 volte con voto popolare
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