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Brasile, Lula presidente per terza volta: "Sono risorto". Bolsonaro non riconosce vittoria

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©Ansa

L'ex sindacalista ha ottenuto il 50,90% delle preferenze (60.345.999 voti) contro il 49,1% di Bolsonaro (58.206.354 voti), che ancora non concede vittoria e potrebbe far ricorso. Candidato del Partito dei lavoratori, 77 anni, Lula è stato alla guida del Paese già dal 2003 al 2011: "L'unico vincitore è il popolo brasiliano. Siamo tornati sulla scena globale, il pianeta ha bisogno di una Amazzonia viva"

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Dopo un testa a testa serratissimo, il leader di sinistra, Luiz Inácio Lula da Silva ha vinto il ballottaggio, ed è stato eletto presidente del Brasile per la terza volta. Lula ha battuto l'attuale capo dello Stato, il leader della destra Jair Bolsonaro, il primo presidente che ha fallito nel suo tentativo di rielezione. L'ex sindacalista ha ottenuto il 50,90% delle preferenze (60.345.999 voti), contro il 49,1% di Bolsonaro (58.206.354 voti).

Lula: "Hanno cercato di seppellirmi, ma sono risorto"

"In una delle elezioni più importanti del Brasile, oggi c'è un unico vincitore: il popolo brasiliano", ha detto il presidente eletto poco dopo aver vinto il ballottaggio. "Non è una vittoria mia o del mio partito, ma di un immenso movimento democratico", ha aggiunto Lula. "Hanno cercato di seppellirmi vivo" ma "ho avuto un processo di resurrezione nella politica brasiliana. Sono qui per governare il Paese in un momento molto difficile, ma riusciremo a trovare le risposte. Il Brasile è tornato: è troppo grande per essere relegato a questo ruolo di paria nel mondo". Poi ha aggiunto: "Il Brasile è pronto per lottare contro la crisi climatica e per la deforestazione zero dell'Amazzonia. Il pianeta ha bisogno di una Amazzonia viva: un albero in piedi vale più di tonnellate di legname estratto illegalmente". E spiega: "La maggioranza del popolo ha lasciato detto chiaro che desidera più democrazia e non meno. Vuole più libertà, più uguaglianza e più fraternità", ha continuato l'ex sindacalista, che ha iniziato il suo discorso "ringraziando Dio per avermi permesso di uscire da dove sono uscito e arrivare dove sono arrivato".

Il Paese spaccato in due, tra gioia e delusione

Scoppiano felicità e tristezza in tutto il Brasile al termine degli spogli per il ballottaggio delle presidenziali che ha dato la vittoria a Lula. Caroselli di auto e moto, grida dalle finestre degli appartamenti, suoni di clacson e bandiere al vento riempiono le strade delle principali città. Da una parte i sostenitori dell'ex sindacalista, in lacrime di gioia, dall'altra il silenzio di delusione dei fan di Jair Bolsonaro. In una nazione spaccata a metà, le elezioni più polarizzate della storia del Paese si riflettono negli umori dei suoi cittadini, divisi da opposte tifoserie come in una finale della nazionale di calcio. A Rio de Janeiro, la seconda metropoli più grande del gigante sudamericano, gli elettori in festa si sono riversati sulla spiaggia, inondando con la loro allegria il quartiere di Copacabana. Mentre anche dalle 'favelas' sui morros (colline) partono fuochi di artificio a illuminare il cielo carioca.

epa10276242 Supporters of the Brazilian presidential candidate Luiz Inacio Lula da Silva celebrate the results of the second round of presidential elections, in Rio de Janeiro, Brazil, 30 October 2022.  EPA/Antonio Lacerda
Sostenitori di Luiz Inacio Lula da Silva festeggiano la vittoria al ballottaggio - ©Ansa

Classe 1945, dalla famiglia di umili origini alla passione per sinistra

 

Lula, candidato del Partito dei lavoratori, è stato alla guida del Paese già dal 2003 al 2011. In quella che rappresenta una sfida personale, un riscatto politico ed umano dopo aver scontato 19 mesi di carcere sulla base di false accuse per corruzione, oltre al riaffermarsi di un progetto di società ben preciso, il 77enne Lula ha scelto come vice Geraldo Alckmin, ex avversario di destra alle presidenziali del 2006. L'alleanza con questo devoto cattolico, governatore di San Paolo, mira a creare un fronte repubblicano contro l'estrema destra per sbarrare la strada a Bolsonaro. Di Lula i media e lui stesso ricordano spesso le origini molto umili, figlio di una famiglia povera e analfabeta di Caetes, nello Stato brasiliano rurale di Pernambuco, dove è nato il 6 ottobre 1945. A 7 anni, con la madre e i 7 fratelli e sorelle si trasferì nella città costiera di Santos, nello Stato di San Paolo, ma Luiz Inacio dovette lasciare la scuola dopo la quarta elementare. La sua vita lavorativa cominciò a 12 anni, come lustrascarpe e venditore di strada, mentre a 14 trovò il suo primo lavoro regolare in una fabbrica di rame. Quindi proseguì gli studi e ricevette un diploma equivalente al conseguimento della scuola superiore. Nel 1956 nuovo trasferimento nella città di San Paolo, dove Lula con la famiglia visse in una piccola stanza nel retrobottega di un bar. A 19 anni perse il mignolo della mano sinistra in un incidente, mentre lavorava come operatore di una pressa in una fabbrica di componenti automobilistici e fu allora che si avvicinò al sindacalismo, osteggiato dalla dittatura militare al potere in Brasile, e per reazione la sua visione politica si indirizzò a sinistra. 

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