Domenica milioni di brasiliani saranno chiamati alle urne. Quello tra i due candidati di punta, Lula, progressista del Partito dei Lavoratori, e Bolsonaro, Presidente uscente del Partito liberale, è uno scontro totale che in campagna elettorale si è manifestato a colpi di insulti e accuse reciproche. In un Paese in cui le connessioni tra pallone e politica sono sempre state fortissime non stupisce che molti giocatori siano scesi in campo e si siano lasciati contagiare dalla polarizzazione
Anche se i sondaggi premiano Lula, che avrebbe un distacco compreso tra gli 11 e i 17 punti, il mondo del calcio, in controtendenza, è in gran parte schierato con Bolsonaro. Sono finiti i tempi in cui la Seleção era ispirata dai valori di progresso sociale e uguaglianza. Nel calcio brasiliano di oggi non ci sono più tanti rivoluzionari di sinistra alla Sócrates, il giocatore che amava Gramsci e che venne in Italia per giocare nella Fiorentina ma soprattutto per studiare la storia del Movimento operaio.
Brasile, la sfida di fuoco alla presidenza tra Lula e Bolsonaro
A due giorni dal voto, Neymar, attaccante del Paris Saint-Germain, ha fatto parlare di sé postando un Tik Tok in cui balla e canta il jingle della campagna di Bolsonaro. L’endorsement è arrivato all’indomani della visita del Presidente al suo istituto che si occupa di bambini in difficoltà nella città di Santos.
Da Rio a San Paolo, proteste contro Bolsonaro
Paulinho, ala del Bayer Leverkusen, è di tutt'altro avviso. In un tweet, ha pubblicamente dichiarato che voterà Lula. Tra i tanti commenti al suo cinguettio quello di Reinier Jesus, centrocampista del Girona in prestito dal Real Madrid, che ha risposto con un’emoticon disgustata. Il botta e risposta è continuato. Paulinho ha risposto: “Mi sconvolgo quando vedo giocatori o ex giocatori di destra. Noi veniamo dal basso, siamo cresciuti con il popolo”.
Felipe Melo, giocatore della Fluminense, è il più convinto sostenitore di Bolsonaro. Già nel 2018 le sue esternazioni non lasciavano ombra di dubbio, ma in occasione di questa ultima campagna si è superato, postando un video in sostegno a Bolsonaro in cui ha coinvolto quattro generazioni di Melo: il figlio, i genitori e la nonna. Perché votarlo? Per Felipe Melo non ci sono dubbi: “Bolsonaro rappresenta Dio, Patria, Famiglia e Libertà”, una formula che il giocatore ripete spesso.
Lucas Moura, star del Tottenham, ha detto che Bolsonaro non è il suo candidato ideale ma che lo voterà perché è più vicino alle sue idee conservatrici. Tutti hanno una cosa in comune oltre al pallone, la religione. Entrambi sono evangelici. La chiesa evangelica è un importante bacino elettorale per Bolsonaro, anche se nelle ultime settimane i sondaggisti hanno messo in discussione questo assunto. La vicinanza tra il Presidente uscente e la Igreja è però arcinota.
A favore di Lula sono schierati diversi giocatori della vecchia guardia come Juninho Pernambucano, che in Europa giocò nell’Olympique Lyonnais. Juninho partecipa attivamente alla campagna. È uno dei "cabos eleitorais" di Lula e ricopre dunque un ruolo di responsabilità e coordinamento.
Anche Cafu e Kaka sostengono Bolsonaro. Per il primo Bolsonaro è un “mito”, come scrisse su Instagram pubblicando una foto in compagnia del Presidente in occasione del match di apertura della Coppa America nel 2019. Per quanto riguarda Kaka, non c’è mai stato un endorsement pubblico ma delle sue simpatie bolsonariste si parla già dal 2018, nonostante la sua discrezione.
Raí, idolo del São Paulo, ha invitato a difendere la democrazia e votare Lula in una lettera aperta in cui si è rivolto in particolare agli atleti. “Impegnatevi in quello in cui credete veramente”, ha scritto invitando a prendere posizione contro Bolsonaro. Raí è il fratello del già citato Sócrates, fondatore della Democracia Corinthiana, che prende il nome dallo Sport Club Corinthians Paulista. Fu il più importante movimento ideologico nato in senso al calcio, a cui aderirono giocatori come Casagrande, Wladimir, Zenon.
LULA-BOLSONARO, L'ULTIMA SFIDA TV