L'ex consigliere di Donald Trump si è costituito per il suo ruolo in un programma di raccolta fondi per costruire il muro anti-migranti al confine con il Messico e rischia di essere arrestato. "Giustizia usata come arma politica", ha detto al suo arrivo
L'ex consigliere di Donald Trump, Steve Bannon, si è costituito presso il tribunale di New York per rispondere del presunto ruolo avuto in un programma di raccolta fondi destinato a finanziare la costruzione del muro anti-migranti tra Stati Uniti e Messico. L'artefice della campagna del tycoon è infatti accusato di aver intascato parte dei 25 milioni raccolti in quell’occasione e rischia da cinque a 15 anni di carcere. “Giustizia usata come arma politica”, ha attaccato al suo arrivo il 68enne guru dell’estrema destra americana.
L’arrivo
Bannon, 68 anni, si è presentato all'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan poco dopo le 9.00, ora di New York. È arrivato sorridente e sprezzante, alzando la mano sinistra e puntandola verso la schiera di reporter e fotografi che lo attendeva. "Proprio nel giorno in cui il sindaco di questa città ha una delegazione al confine, qui perseguono persone per il loro tentativo di fermare i clandestini alla frontiera", ha commentato, riferendosi all'invio di un gruppo di funzionari dell'amministrazione in Texas per indagare sul flusso di bus pieni di migranti inviati a New York dal governatore repubblicano Greg Abbott.
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Le accuse
I dettagli sull'esatta natura delle accuse contro Bannon non sono pubblici poiché gli atti giudiziari sono secretati ma i principali media americani sostengono che il caso sia lo stesso che ha visto il consigliere di Trump incriminato per frode finanziaria nel 2020. All’epoca il guru dell’estrema destra americana era stato arrestato con l’accusa di essersi appropriato indebitamente di parte dei 25 milioni di dollari raccolti per costruire un muro tra Stati Uniti e Messico, tra le principali promesse elettorali di Trump, ma non è mai stato processato perché graziato dall’ex presidente nell’ultimo giorno del suo mandato. I magistrati di New York hanno quindi avviato un nuovo procedimento per reati statali in quanto alcuni donatori avevano la residenza nello Stato della Grande Mela. L’unico provvedimento preso nei suoi confronti risale a sei settimane fa, quando un tribunale federale di Washington lo ha condannato per aver ostacolato i poteri investigativi del Congresso. Bannon si era infatti rifiutato di collaborare con la commissione della Camera nelle indagini sull'assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill.
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“Giustizia come arma”
Bannon ha accusato il procuratore distrettuale democratico Alvin Bragg di "portare avanti false accuse contro di me 60 giorni prima delle elezioni di medio termine" e ha sostenuto di essere nel mirino a causa della popolarità del suo programma radiofonico tra i sostenitori dell'ex presidente repubblicano. Secondo Bannon, i pubblici ministeri federali "fecero esattamente la stessa cosa nell'agosto 2020 per cercare di allontanarmi dalle elezioni", riferendosi al suo arresto mesi prima del voto presidenziale. “Questa non è altro che utilizzo fazioso della giustizia penale come arma politica", ha aggiunto.