L’ex stratega del tycoon era sotto processo per essersi rifiutato di testimoniare davanti alla commissione d'inchiesta che indaga sui fatti del 6 gennaio 2021. Il 21 ottobre la sentenza: rischia un minimo di 30 giorni in carcere. "Abbiamo perso una battaglia ma non perderemo la guerra", ha commentato fuori dal tribunale
Si è concluso il processo a Stephen Bannon, ex stratega di Donald Trump: la giuria ha emanato un verdetto che lo ritiene colpevole di oltraggio al Congresso per essersi rifiutato di testimoniare davanti alla commissione d'inchiesta sull'assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. È la prima persona del circolo più stretto dell'ex presidente a essere ritenuta colpevole nell'ambito delle indagini sugli eventi del Campidoglio. Il giudice Carl Nichols ha fissato al 21 ottobre la sentenza: Bannon rischia un minimo di 30 giorni in carcere, oltre a migliaia di dollari di multe.
"Sono con Trump e con la Costituzione"
"Abbiamo perso una battaglia ma non perderemo la guerra", ha commentato Bannon che, secondo la Cnn, ha sorriso alla lettura del verdetto. "Sono con Trump e con la Costituzione", ha aggiunto fermandosi fuori dal tribunale insieme al suo legale David Schoen e preannunciando un possibile appello. "Questo non è un caso complesso ma è importante", ha detto l'assistente procuratore Molly Gaston nella sua arringa finale davanti alla giuria. Bannon "ha scelto la fedeltà a Trump invece che il rispetto della legge", ha aggiunto. I legali di Bannon hanno respinto l'accusa e spiegato che il loro assistito "non ha ignorato" alcun mandato e suggerito che la richiesta di testimoniare non solo era illegittima ma anche motivata politicamente.
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Bannon ha sempre negato ogni responsabilità
Un verdetto che piove come un macigno su Trump e le sue ambizioni presidenziali per il 2024. Non è chiaro come il giudice Carl Nichols, nominato dall'ex presidente, intenda muoversi. Processi come quello di Bannon sono infatti una rarità e nessuno da più di 50 anni, dai tempi della Guerra Fredda, è mai finito in carcere per oltraggio al Congresso. Il verdetto di colpevolezza è un colpo per Bannon, prima portato nello Studio Ovale da Trump, poi scaricato dallo stesso tycoon e ora ritenuto colpevole di oltraggio al Congresso. Anni di tensioni e alti e bassi che non hanno però intaccato i rapporti fra i due: proprio il 5 gennaio, il giorno prima dell'assalto al Congresso, Bannon e Trump si sono sentiti telefonicamente diverse volte. E proprio l'ex stratega - secondo indiscrezioni - era al Willard Hotel di Washington nei giorni precedenti all'insurrezione in qualità di componente del "command center" dei fedelissimi di Trump, al lavoro giorno e notte per negare a Joe Biden la presidenza. Bannon comunque ha sempre negato ogni responsabilità per l'attacco del 6 gennaio, pur vantandosi di essere "l'architetto ideologico" degli sforzi per ribaltare il risultato delle elezioni del 2020.