
Microchip e trasporto marittimo: il tesoro che rende indispensabile Taiwan
Le fonderie dell'isola rivendicata dalla Cina di Xi Jinping producono circa il 64% dei microchip per il mercato mondiale, fondamentali per auto, armi, smartphone ed elettrodomestici. Centrali anche due dei maggiori porti del mondo, quelli di Taipei e di Kaoshiung. L'export, nel 2021, ha toccato il valore di 446 miliardi di dollari

Piccola ma strategica. Per vari motivi: dalla posizione geografica alla leadership nell’industria tecnologica. È Taiwan, l’isola rivendicata dalla Cina che Xi Jinping vorrebbe vedere ancora unita (in foto, la capitale Taipei)
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Ragioni politiche, storiche e culturali spingono Pechino a continuare a considerare Taiwan come parte della Repubblica Popolare Cinese. L’isola, dal 1949, termine della guerra civile cinese, si considera di fatto separata dalla Cina continentale. La maggior parte delle potenze mondiali - tra cui Stati Uniti e Ue - ancora oggi non la riconosce come indipendente. Quasi tutte però vi intrattengono rapporti commerciali e diplomatici come se lo fosse (in foto, il presidente cinese Xi Jinping)
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Le mire cinesi verso Taiwan sarebbero però motivate anche e soprattutto dalla sua potenza economica. Innanzitutto per i microchip, indispensabili a settori industriali ad alta tecnologia come auto, armi, elettrodomestici e smartphone
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Le fonderie taiwanesi producono quasi i due terzi (circa il 64%) dei microchip del mercato mondiale. Sono fabbricati con l'utilizzo di semiconduttori, materiali dalle caratteristiche fisiche particolari che li posizionano a metà tra i conduttori elettrici e i non conduttori e che li rendono così tra i più adatti per moltissimi prodotti
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Il mercato dei semiconduttori taiwanesi totalizza il 26% del commercio estero dell'isola, più del 24% combinato di Usa e Giappone nello stesso settore. Appartiene a questa categoria, per fare un esempio, il silicio
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La Cina, in risposta alla visita della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi a Taiwan, ha bloccato l'import di migliaia di prodotti alimentari in arrivo dall'isola. Non ha però adottato misure contro i microprocessori prodotti da Taipei, pur fermando l'export di sabbia naturale il cui silicio è alla base della loro produzione

A Taiwan ha sede Tsmc, la più grande fabbrica di semiconduttori indipendente del mondo, ora impegnata anche nella costruzione di un maxi-impianto da 12 miliardi di dollari in Arizona, che non sarà operativo prima del 2024

A Taiwan ha sede centrale anche il colosso Foxconn, il più grande produttore di componenti elettrici e di elettronica. Ne è anche assemblatore, con più di un milione di dipendenti in Cina, dove mette a punto i prodotti di Apple, a partire dagli iPhone

C’è poi la posizione geografica ad aumentare la strategicità di Taiwan per l’economia mondiale. L’isola vanta il 10% del totale delle spedizioni marittime globali, soprattutto grazie alle compagnie Evergreen, Yang Ming Marine e Wan Hai e alla presenza di due porti tra i più grandi del mondo, Kaoshiung (in foto) e Taipei

L'export taiwanese è in continua crescita. Nel 2020 l'isola è stata una delle pochissime realtà al mondo a crescere a dispetto della pandemia del Covid-19 registrando un +2,9% del Pil, dato superiore anche a quello della Cina (in foto, il porto di Keelung, Taiwan)

Nel 2021, riporta Bloomberg, l'export di Taiwan è arrivato alla cifra record di 446 miliardi di dollari, salendo di circa 100 miliardi rispetto alle cifre del 2020

Un altro settore particolarmente forte per l'economia taiwanese è quello della produzione di batterie, specie per veicoli elettrici (in foto, auto nel porto di Taipei)