
Perché la Cina vuole Taiwan? La storia e i motivi dietro lo scontro con gli Usa. FOTO
Pechino la considera dal 1945 territorio nazionale e vuole annetterla, ma se la conquistasse, aumenterebbe l’influenza militare sull’oceano Pacifico e ingloberebbe un’isola strategica per lo sviluppo tecnologico globale. L’opposizione da parte degli Stati Uniti ha quindi motivi militari, economici e politici

Taiwan è al centro di uno scontro tra Cina e Stati Uniti. Pechino considera l’isola suo territorio nazionale dal 1945 e vuole annetterla, ma gli Usa si oppongono con il presidente americano Joe Biden che ha ribadito chiaramente in un colloquio telefonico con quello cinese Xi Jinping che il Paese occidentale si oppone “fermamente agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità attraverso lo Stretto”
GUARDA IL VIDEO: Status di Taiwan, il colloquio telefonico tra Biden e Xi
Ma perché la piccola isola da 23 milioni di abitanti al largo delle coste cinesi è così importante? I motivi sono vari e includono strategie militari, politiche ed economiche
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie dal mondo
Dall’anno della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, Pechino sta tentando di annettere Taiwan. L’attuale presidente Xi Jinping ha persino fissato una data entro cui farlo, ovvero il 2049, centenario dalla nascita della Repubblica
Tensioni Usa-Cina per il viaggio di Nancy Pelosi a Taiwan
Oltre a motivi ideologici, per cui la Cina vuole annettere Taiwan come ultimo tassello per completare la riunificazione del Paese, ce ne sono altri strategici- militari ed economici. L’isola permetterebbe alla Cina di aumentare la sua influenza militare sull’oceano Pacifico ottenendo il totale controllo dell’area

Inoltre Taiwan può essere considerata una vera e propria miniera d’oro: il suo prodotto interno lordo ha superato nazioni come Svizzera, Svezia e Arabia Saudita ed è collocabile tra le prime 20 economie del pianeta. Qui transita il 40% del commercio mondiale, un quarto delle quali sono americane, per un valore totale annuale di quasi 5,3 trilioni di dollari

Detiene inoltre il 92% della capacità produttiva di semiconduttori avanzati, ovvero componenti industriali fondamentali per realizzare auto, smartphone, pc, ma anche strumenti militari e medici

Per questo motivo Taiwan rappresenta un’isola strategica per lo sviluppo tecnologico globale. Se la Cina l’annettesse, avrebbe quindi il controllo sull’oceano Pacifico, allontanando il nemico americano dalle sue coste, e aumenterebbe il suo peso economico, grazie alla leadership tecnologica del piccolo Paese

Per contro gli Usa, dopo la Seconda guerra mondiale, hanno eretto avamposti militari e strategici in Asia per assicurare un’influenza di lungo termine nella regione e garantire il corretto sviluppo del commercio globale

Perdendo lo status d’indipendenza di Taiwan, gli Stati Uniti perderebbero un basilare avamposto sul Pacifico. Ma ancora più preoccupanti sarebbero i risvolti di natura economica. L’isola rappresenta uno dei principali hub manifatturieri globali del mondo, il 60% dei volumi commerciali internazionali transita sul territorio, oltre a essere il principale produttore di semiconduttori, fondamentali nell’industria tecnologia e industriale come la telefonia, l’automotive, il cloud computing, l’elettronica

Un’eventuale guerra di logoramento a Taiwan porterebbe a una ridotta offerta di beni di consumo con una significativa depressione delle vendite da parte di aziende e multinazionali a livello globale e a una crisi logistica e commerciale di proporzioni incalcolabili