Nuove tensioni nel secondo giorno di esercitazioni militari cinesi su vasta scala in risposta alla visita del 2 agosto a Taipei di Nancy Pelosi. In una nota, il ministero della Difesa dell'isola ha definito le ultime manovre di Pechino come "altamente provocatorie". Il governo cinese ha annunciato di aver imposto "sanzioni" contro Pelosi e di aver sospeso i colloqui con gli Stati Uniti in vari campi, dalle comunicazioni militari alla cooperazione per l'emergenza climatica
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Ancora tensioni tra Pechino e Taipei. Fino alle 17 ore locali (le 11 in Italia), 68 caccia e 13 navi da guerra cinesi hanno attraversato la 'linea mediana' dello Stretto di Taiwan nel secondo giorno di esercitazioni militari su vasta scala in risposta alla visita del 2 agosto a Taipei della presidente della Camera americana, Nancy Pelosi. I numeri sono stati diffusi dal ministero della Difesa dell'isola, che ha definito le ultime manovre come "altamente provocatorie" e che ha detto di condannare "le forze armate comuniste per aver deliberatamente attraversato la linea mediana dello Stretto e operato nel mare e nello spazio aereo intorno a Taiwan". Pechino ha intanto dichiarato di Pechino di aver deciso di "imporre sanzioni a Pelosi e ai suoi parenti stretti in conformità con le leggi pertinenti della Repubblica popolare cinese", senza però fornire ulteriori dettagli. La Cina ha fatto sapere di aver sospeso vari meccanismi di comunicazione e di cooperazione Cina-Usa, inclusi il dialogo tra i leader militari, i colloqui sul clima, i colloqui sui meccanismi di sicurezza marittima, la cooperazione antidroga, i reati transnazionali e l'immigrazione illegale.
Presidente Taiwan: manovre cinesi irresponsabili
La presidente di Taiwan ha giudicato "irresponsabile" il lancio di missili da parte della Cina vicino alle trafficate rotte internazionali di volo e marittime intorno all'isola. E, in un messaggio di 4 minuti postato nella tarda serata di ieri sul sito dell'Ufficio presidenziale, ha invitato Pechino ad agire con maggiore autocontrollo. Taiwan non alimenterà le tensioni, ma difenderà la sovranità: "Ci sforziamo di mantenere lo status quo attraverso lo Stretto con una mente sempre aperta per dialoghi costruttivi", ha detto Tsai.
Pechino: "Non è una questione di democrazia, ma di sovranità"
L'essenza della vicenda di Taiwan "non è una questione democratica, ma una questione di principio importante sulla sovranità e l'integrità territoriale della Cina", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying. La colpa delle nuove tensioni, ha ribadito, è degli Stati Uniti: la visita di Pelosi a Taiwan è stata "una seria mossa provocatoria" che viola gravemente il principio della Cina unica, calpestando "le norme fondamentali delle relazioni internazionali e danneggiando pesantemente la sovranità e l'integrità territoriale della Cina". La Casa Bianca ha convocato l'ambasciatore cinese per condannare quanto sta succedendo.
Singapore Airlines annulla voli
Intanto però la crisi desta timore a livello internazionale. La compagnia aerea Singapore Airlines ha annullato i voli per e da Taiwan a causa della "crescente restrizione dello spazio aereo" dovuta alle pericolose esercitazioni militari cinesi. "La sicurezza del nostro staff e passeggeri sono la nostra priorità”, ha detto il portavoce della compagnia aerea. Korean Air Lines ha dichiarato di aver cancellato i voli tra Seul e Taipei oggi e domani e ritardato quelli di domenica.
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Pelosi: "Usa non permetteranno isolamento Taiwan"
E sulla questione torna a intervenire Washington. Gli Usa "non permetteranno" alla Cina di isolare Taiwan, dice la speaker della Camera Nancy Pelosi, a Tokyo per l'ultima tappa del suo tour in Asia. E aggiugne: “Il nocciolo della visita sta nel Taiwan Relations Act, e in tutti i provvedimenti legislativi ed accordi internazionali che delineano le nostre relazioni, nel far sì che ci sia pace nello Stretto di Taiwan e che domini lo status quo”. Intanto, la portaerei americana USS Ronald Reagan resterà nei paraggi di Taiwan per "monitorare la situazione”, come ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, in conferenza stampa.