Combattente Azov, 'ad Azovstal davamo nostro cibo a civili in ostaggio con noi'
A marzo, durante i giorni difficilissimi che resteranno impressi nella memoria del mondo della prigionia di militari e civili ucraini nell'acciaieria di Azovstal, "ai residenti di Mariupol che sedevano nelle cantine, dove non c'era più un posto dove trovare il cibo, i militari (prigionieri dell'impianto insieme a centinaia di residenti della città, ndr) condividevano con loro tutto ciò che avevano da mangiare". E' un passo de toccante racconto di un combattente del battaglione Azov, Oleg Azov, soprannome in battaglia 'Galleria', raccolto da Radio Svoboda e pubblicata sul canale Telegram dall'agenzia ucraina Unian. "In quel momento non ci portavano ancora cibo -racconta il combattente- Noi lo lasciavamo su un piatto, e davamo tutto il resto ai civili, tutte le nostre torte secche, i cioccolatini... Se non li avessimo aiutati, allora non capirei perché indosso questa uniforme", ha detto il militari. Ad Azovstal, racconta Oleg, "tutti i militari avevano capito cosa sarebbe successo e avevano accettato la situazione, perché la concentrazione delle forze nemiche "li superava di gran lunga".