
Guerra in Ucraina, in Russia cresce il fronte del dissenso per le politiche di Putin
Come scrive il Washington Post, il presidente russo è "bloccato tra due mondi". C'è chi si oppone pubblicamente al conflitto come Boris Bondarev, consigliere della missione russa all'Onu, che si è dimesso dicendo di “vergognarsi” del proprio Paese. Anche tra i veterani di guerra ci sarebbe malcontento per le perdite sul campo di battaglia

In Russia cresce il fronte del dissenso sulla guerra in Ucraina. Come scrive il Washington Post, da un lato c’è chi appoggia il conflitto e chiede che il Cremlino spinga di più per portare a casa una vittoria, dall’altro si moltiplicano manifestazioni di malcontento di chi invece vorrebbe un cessate il fuoco
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La testata statunitense, riprendendo le parole del capo del gruppo di consulenza politica R.Politik Tatiana Stanovaya, parla di un Vladimir Putin “bloccato tra due mondi”: non riuscirà a mantenere intatta la sua reputazione né in caso di ritirata dall’Ucraina né in caso di vittoria
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In Russia manifestare pubblicamente il proprio dissenso alle scelte di Putin è rischioso. Chi parla di invasione anziché di “operazione militare speciale” lanciata per “denazificare” e “demilitarizzare” l’Ucraina rischia fino a 15 anni di carcere. Molti manifestanti per la pace sono stati arrestati negli scorsi mesi. Tuttavia, sempre più voci - ora anche vicine al mondo politico - hanno iniziato a criticare apertamente la guerra
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È il caso di Boris Bondarev, consigliere della missione russa alle Nazioni Unite, che si è dimesso dalla sua posizione dicendo di “vergognarsi” del proprio Paese per quanto sta facendo all'Ucraina
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Il gesto di Bondarev è emblematico di un malcontento che sarebbe più diffuso di quanto sembri in apparenza. Il Corriere della Sera, riprendendo la testata russa Kommersant, riporta che dall’inizio della guerra a oggi decine di diplomatici si sarebbero licenziati e che altri cento sarebbero pronti a farlo prossimamente
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Tra i segnali di protesta contro Putin, il Washington Post cita il caso di Leonid Vasyukevich, deputato comunista della città di Vladivistok, che ha chiesto pubblicamente di fermare il conflitto e di ritirare le truppe dall’Ucraina, come riportato dall’Associated Press

“È chiaro che se il nostro Paese non ferma l’operazione militare, avremo più orfani”, ha detto Vasyukevich riferendosi all’alto numero di soldati russi caduti sul campo di battaglia ucraino. Il ministero della Difesa britannico ha recentemente dichiarato che i morti tra le file dell’esercito russo potrebbero essere già di più di quelli deceduti durante la guerra in Afghanistan (1979-1989)

Negli scorsi giorni sono poi stati licenziati 115 membri della Guardia Nazionale russa che si erano rifiutati di partecipare all’invasione

Il malcontento continua a crescere anche tra chi appoggia la politica di guerra di Putin. La scorsa settimana, scrive sempre il Washington Post, un gruppo di veterani militari ha rilasciato un comunicato in cui si chiede al presidente russo di stanziare più truppe in Ucraina e di utilizzare armi più avanzate di quelle impiegate finora

I veterani criticano il Cremlino per aver ritirato i suoi soldati da aree strategiche per un’ipotetica vittoria sull’Ucraina, come la capitale Kiev e la città di Chernihiv

In particolare, a imbarazzare chi preme per una rapida vittoria russa è stata la sconfitta subita nei pressi del fiume Siversky Donets. Lì, secondo i numeri diffusi da ambienti ucraini e ripresi dall’Institute for the Study of War, sarebbero morti almeno 485 soldati russi