Guerra Ucraina, il viaggio di Sky TG24 a Borodyanka, città simbolo dell’avanzata russa

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Jacopo Arbarello

Il centro al Nord del Paese, situato nell'oblast' di Kiev e nel distretto di Buča, porta ancora i segni dell’occupazione delle forze militari di Mosca, fra macerie, grandi V disegnate dai soldati e la statua sfregiata di Taras Shevchenko

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Cartoline da Borodyanka. La città che più di tutte intorno a Kiev ha il catalogo completo degli orrori della guerra ancora in esposizione, in carne viva (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE DI SKY TG24 – I REPORTAGE E LE DIRETTE DALL’UCRAINA).

 

I famosi palazzi residenziali sventrati ripresi dai droni nelle prime settimane dei combattimenti sono stati messi in sicurezza per permettere il passaggio delle persone. Ma restano tali e quali. Le macerie da cui sono stati estratti decine di cadaveri sono state tolte, adesso c'è solo una voragine. A quanto pare il governo starebbe pensando di lasciarli così, a perenne memoria dell'invasione russa.

 

A pochi metri bambini e ragazzi vanno in altalena o si spingono sulle giostre del parco giochi.

Borodyanka
Jacopo Arbarello

A sfregio, per chi deve continuare a vivere qui, ovunque, sui negozi, sui tetti, sui muri, restano le piccole e grandi V disegnate dai soldati russi a testimonianza del proprio passaggio. 

 

Dal catalogo non manca nulla. Veicoli armati andati in fiamme, bombardamenti aerei, missili grad, colpi di artiglieria. Case in frantumi. Centri commerciali, palestre e negozi distrutti. E il quartier generale dove si era installato il comando russo che ha occupato la città, con tanto di trincea scavata a difendere la posizione. A Borodyanka tutto ricorda i giorni dell'occupazione.

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Borodyanka
Jacopo Arbarello

Ed è arrivata anche la macchina della solidarietà per aiutare e dare una speranza a chi deve tornare a vivere qui. L'ufficio postale ad esempio è gravemente danneggiato, ma un gruppo di volontari ha già iniziato le riparazioni. Uno dei ragazzi ci fa vedere una casella postale dalle lamiere contorte: stanno recuperando le vecchie lettere rimaste e non spedite. Ci metteranno nuovi francobolli e le manderanno ai destinatari.

 

Dalla Polonia poi sono arrivati i primi moduli per le case provvisorie dove ospitare chi non ha più un tetto. Saranno pronti tra una settimana. Qui, vicino allo stadio, vivranno in 300.

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Jacopo Arbarello

Prima di partire torniamo in piazza e troviamo un altro simbolo sfregiato. La statua del più grande poeta nazionale, Taras Shevchenko, il Dante Alighieri della lingua Ucraina, 7 anni passati nelle carceri russe e altri in esilio. I proiettili russi l’hanno colpita e danneggiata, ma non abbattuta, è ancora qui che guarda lo scempio compiuto dagli invasori.

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