Guerra in Ucraina, il fighter italiano Vavassori: "Sono stufo, voglio tornare in Italia"

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"Sono stanco, per me basta così". Con queste parole pubblicate sul suo profilo Instagram, l'ex calciatore di Serie C che era andato a combattere al fianco di Kiev ha annunciato di voler tornare a casa

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Il fighter italiano Ivan Luca Vavassori torna a casa. Il ragazzo, 29enne ex portiere di Serie C e figlio adottivo di Alessandra Sgarella (che fu rapita dalla 'ndrangheta alla fine degli anni Ottanta), era andato a combattere in Ucraina nelle brigate internazionali, al fianco dell'esercito di Kiev. "Sono stanco per me basta così. È ora di tornare a casa non ho più la testa per andare avanti". Con queste parole pubblicate ieri pomeriggio sul suo profilo Instagram Vavassori ha annunciato il suo ritorno in Italia. "Ho fatto il possibile per aiutare - scrive in spagnolo - Ho messo tempo e vita a disposizione del popolo ucraino però è il momento di tornare indietro alla mia vita. Torno dove sono felice e torno per riprendere tutto quello che è mio". E conclude: "Sono cambiate tante cose da quando me ne sono andato però sono sicuro che con l'aiuto di Dio raggiungerò tutti i miei obiettivi. E questa è la cosa più importante". Un paio di ore dopo un'altra foto pubblicata sul social conferma che il ragazzo si è imbarcato su un aereo diretto in Italia. (GUERRA IN UCRAINA. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA)

Instagram story Vavassori
Vavassori annuncia in un post il ritorno in Italia - Instagram

Vavassori: "Quello che stava accadendo era disumano"

Del ragazzo si era tornati a parlare il 25 aprile scorso, quando di lui si erano perse le tracce in seguito a un attacco russo a Mariupol. Il giorno dopo il padre aveva rassicurato che il figlio era sopravvissuto all'attacco ma che si trovava ricoverato in un ospedale in Ucraina con febbre alta e alcune ferite. Ivan Vavassori era andato in Ucraina a combattere al fianco delle forze di Kiev nella Legione di Difesa Internazionale. "La decisione di venire qui è stata presa perché quello che stava accadendo era disumano. Quando si passa a sparare a popolazione e bambini non si può stare fermi”, aveva raccontato poco dopo la partenza a Sky TG24 in un’intervista via WhatsApp.

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