
Armi chimiche, la Russia può davvero usarle nella guerra in Ucraina?
Il presidente Zelensky ha espresso timori. Kiev teme che Putin possa decidere di utilizzarle per piegare la resistenza degli ucraini a Mariupol. Nonostante, secondo l’Opcw, Mosca abbia ufficialmente completato nel 2017 la distruzione delle sue 40mila tonnellate di armi chimiche, molti esperti pensano che ne abbiano ancora a disposizione nel loro arsenale e le abbiano anche usate in episodi controversi degli ultimi anni. Ecco cosa c’è da sapere

Mentre la battaglia di Mariupol continua, cresce il timore che le truppe russe possano utilizzare armi chimiche per piegare la resistenza ucraina. Il presidente Zelensky ha espresso la sua preoccupazione “per un possibile attacco con armi chimiche”. Il leader ucraino non ha però confermato il loro utilizzo a Mariupol. La parlamentare di Kiev Ivanna Klympush ha invece riferito che i russi hanno fatto cadere un drone contenente sostanze tossiche sulla città, spiegando che "molto probabilmente" le sostanze sconosciute erano armi chimiche
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I separatisti dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk hanno subito smentito l'uso di armi chimiche su Mariupol. Ma la comunità internazionale monitora. Il portavoce del Pentagono, John Kirby, ha detto: “Non siamo in grado di confermare queste notizie”. Londra invece ha fatto sapere che sta lavorando per verificare se le forze russe abbiano davvero usato armi chimiche. Il viceministro della Difesa James Heappey dice che se ci fosse la prova che siano state usate tali armi, allora “tutte le opzioni sono sul tavolo" in termini di risposta
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L’uso di questo tipo di armamenti è bandito ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche (Cwc), entrata in vigore il 29 aprile del 1997 e attuata dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw), ente di cui fanno parte 193 Stati. L’obiettivo dell’Opcw è vietare “l'uso, lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento su larga scala di armi chimiche e dei loro precursori”
Il sito dell'Opcw
Gli Stati che aderiscono alla convenzione devono dichiarare quali e quante armi chimiche possiedono e procedere alla loro distruzione. Il compito dell’Opcw è anche quello di verificare tramite ispezioni la distruzione delle armi
Cosa sono le armi chimiche: come funzionano e quante tipologie esistono
Per armi chimiche si intendono tutte le armi usate in guerra che utilizzano proprietà tossiche di alcune sostanze chimiche per uccidere, ferire o danneggiare il nemico. Vengono classificate come armi chimiche anche tutti i dispositivi usati per “trasportare” le sostanze, come bombe, proiettili, mine
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Le armi chimiche vengono suddivise in base alla loro azione. Ci sono gli agenti nervini, che agiscono per inalazione in pochi secondi o contatto. Inibiscono un enzima del sistema nervoso (acetilcolinesterasi) e causano problemi visivi, mal di testa, nausea, vomito, convulsioni, paralisi e morte. Tra questi ci sono il Tabun, il Sarin, il Soman, la Ciclosarina e il VX

Gli agenti asfissianti, dispersi come gas, agiscono immediatamente e colpiscono le vie respiratorie. Quando inalati, fanno sì che gli alveoli, le sacche d'aria nei polmoni, si riempiano di liquidi, soffocando le persone colpite. Gli agenti blister sono una delle armi chimiche più comuni. Si tratta di sostanze oleose che agiscono per inalazione e contatto, colpendo gli occhi, le vie respiratorie e la pelle, prima come irritante e poi come veleno

L'esposizione provoca vesciche cutanee che assomigliano a gravi ustioni e spesso provocano cecità e danni permanenti al sistema respiratorio. Sono mostarda di zolfo, senape di azoto, lewisite e fosgene ossima

Gli agenti del sangue sono acido cianidrico, cloruro di cianogeno, arsina. Questi agenti inibiscono la capacità delle cellule di utilizzare l'ossigeno, causando il soffocamento. Gli agenti ematici vengono distribuiti attraverso il sangue e generalmente entrano nel corpo per inalazione

Gli agenti antisommossa, come i gas lacrimogeni e gli spray al peperoncino, sono considerati armi chimiche se usati come metodo di guerra. Gli Stati possono legittimamente possedere agenti antisommossa e usarli per scopi di applicazione della legge nazionale, ma devono dichiarare che tipo di antisommossa possiedono

Secondo l’Opcw, la Russia ha completato la distruzione delle sue 40mila tonnellate di armi chimiche nel 2017. L’Organizzazione si occupa anche di programmi nazionali per la difesa contro le armi chimiche per intervenire nel caso di un loro impiego. Ma secondo alcune fonti questo tipo di armi sarebbero ancora nella disponibilità dell'arsenale russo che, nonostante i divieti internazionali, potrebbe averne fatto uso (ad esempio in Siria)

Ad esempio, Mosca è stata accusata di aver usato il "novichok", per avvelenare l'ex agente segreto russo Sergei Skripal. E si sospetta che un agente nervino simile possa essere stato usato per il tentato avvelenamento di Alexei Navalny nel 2020. Altre accuse riguardano il possibile utilizzo di agenti chimici nella crisi del teatro Dubrovka di Mosca nel 2002

Pochi giorni fa la rivista "Nature" ha pubblicato un paper in cui alcuni analisti del settore valutano proprio il rischio di uso di armi chimiche in Ucraina. Gli esperti affermano che se la Russia avesse davvero a disposizione queste armi, avrebbero un'utilità limitata sul campo di battaglia perché gli eserciti, come quello ucraino, sono dotati di dispositivi di protezione (in foto truppe Usa indossano maschere anti gas). Le armi chimiche, insomma, sarebbero uno strumento di morte usato appositamente contro i civili