Guerra Ucraina, Zelensky: “A Mariupol decine di migliaia di morti, la città è distrutta"
MondoIl presidente ucraino in un discorso davanti al parlamento della Corea del Sud: "I russi hanno distrutto centinaia di infrastrutture compresi 300 ospedali. Non si fermeranno finché non saranno costretti". Intervistato dalla CBS ha ribadito la richiesta di forniture militari e ha spiegato perché non ha lasciato il Paese: “Anche se non fossi stato presidente sarei rimasto”. Poi ricorda i massacri di Bucha e Kramatorsk e attacca Mosca: "Arriverà il giorno in cui dovranno ammettere la verità"
"Mariupol è distrutta. Ci sono decine di migliaia di morti, ma anche così i russi non fermano l'offensiva. Vogliono fare di Mariupol una città evanescente". A dirlo - citato da Ukrinform - è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che durante un discorso davanti al Parlamento della Corea del Sud ha spiegato che la situazione peggiore è attualmente a Mariupol, perché la città è stata bloccata dalle truppe russe dal primo marzo. "Abbiamo bisogno di armi. Ho il 100% della fiducia nelle forze armate ucraine ma non ho fiducia sul fatto che riceveremo quello di cui abbiamo bisogno" proprio ora che si apre una nuova fase della guerra, aveva detto qualche ora prima Zelensky, intervistato nella trasmissione televisiva 60 Minutes della CBS, rinnovando il suo appello sulla necessità di ricevere ulteriori forniture militari per combattere l’invasione russa. Poi, in un video pubblicato nella notte sui suoi canali social, ha parlato dei massacri di Bucha e Kramatorsk e ha accusato Mosca di aver "perso la connessione con la realtà fino al punto di accusare noi di aver commesso quello che le truppe russe hanno ovviamente fatto" (SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).
"Distrutti 300 ospedali"
Zelensky, riporta la Bbc, ha poi detto al Parlamento della Corea del Sud che la Russia sta concentrando decine di migliaia di soldati per la prossima offensiva e non si fermerà finché non vi sarà costretta. E ha poi aggiunto, riferisce il The Guardian, che i russi hanno distrutto centinaia di infrastrututre chiave in Ucraina compresi 300 ospedali.
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“Anche se non fossi stato presidente sarei rimasto”
"Troviamo un modo per lavorare, non abbiamo alternative. Deve essere buio, non può esserci luce per le bombe", ha raccontato il presidente ucraino parlando a 60 Minutes dal quartier generale dove vive ormai da settimane. Poi rispondendo a una domanda sul perché non abbia lasciato l’Ucraina ha spiegato: "Non voglio tradire nessuno andando via, questa è la mia scelta, di restare qui. Sono il presidente del Paese, del mio popolo. Anche se non fossi stato presidente sarei rimasto. Non voglio fare l'eroe, voglio vivere molti altri anni ma è ovvio che darei la vita per il mio Paese". Quello che "stiamo difendendo - ha aggiunto -, il diritto di vivere, non avrei pensato che sarebbe stato così costoso".
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“Niente aiuterà la codardia russa”
Nel video pubblicato sui social nella notte, Zelensky è tornato a parlare di Bucha e Kramatorsk: "Tutto questo viene dalla codardia. Quando cresce la codardia diventa una catastrofe. Quando le persone non hanno il coraggio di ammettere i propri errori, scusarsi, adattarsi alla realtà, imparare, diventano mostri. E quando il mondo lo ignora, i mostri decidono che il mondo si debba adattare a loro", ha aggiunto, sottolineando che "l'Ucraina fermerà tutto questo. Niente aiuterà la codardia russa. Arriverà il giorno in cui dovranno ammettere tutto, ammettere la verità".