
Ucraina, da Tinkov a Lebedev: chi sono gli oligarchi russi contro la guerra
Qualcuno ha preso apertamente posizione contro Putin e il conflitto, altri lo hanno fatto più velatamente. Dalle accuse di "spargimento di sangue" di Mordashov alla lettera di Evgeny Lebdev sulle pagine dell'Evening Standard: quali magnati russi sono contrari all'invasione dell'Ucraina

Da subito le sanzioni occidentali contro la guerra in Ucraina hanno colpito, tra gli altri, gli oligarchi russi ritenuti vicini a Vladimir Putin (in foto). Molte delle personalità sanzionate hanno negato la loro vicinanza al presidente russo e alla politica in generale, altri non hanno rilasciato commenti. C’è chi, invece, si è detto contrario alla guerra, in alcuni casi molto apertamente e in altri con più cautela
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OLEG TINKOV - Uno di questi è Oleg Tinkov, uno dei 15 uomini più ricchi di tutta la Russia nel 2014 secondo dati rilasciati da Forbes. “Sono contro questa guerra e non smetterò mai di dirlo. E come me la pensano numerosi altri imprenditori russi”, ha detto intervistato da Il Messaggero
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Il quotidiano romano riporta come le sanzioni imposte a Mosca abbiano fatto perdere a Tinkov già 5 miliardi di dollari in valore di azioni. Fondatore di Banca Tinkoff, dell’azienda produttrice di birra Tinkoff Brewery ed ex proprietario della squadra ciclistica World Tour, nega di aver avuto qualsiasi tipo di rapporto con il Cremlino
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Tinkov vive tra l’Italia – a Forte dei Marmi – e la Svizzera, ormai da tre anni. Lotta contro la leucemia e giura: “Già tempo fa avevo lasciato le cariche operative nelle mie società. Non è certo per salvare il patrimonio che mi schiero contro la guerra”. Nell’intervista a Il Messaggero definisce la guerra uno “scempio” inspiegabile e si scrolla di dosso la definizione di oligarca
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“Gli oligarchi sono uomini d’affari che hanno fatto soldi con i contratti statali e con il governo”, dice Tinkov prendendo le distanze dalla politica russa e da Putin. Parla delle sanzioni applicate ai suoi beni dal Regno Unito come di una “mossa crudele e disumana, un errore”
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MIKHAIL FRIDMAN - Nelle scorse settimane il Financial Times inseriva anche il nome di Mikhail Fridman tra gli imprenditori contrari alla guerra. Nato in Ucraina ai tempi dell'URSS – i genitori vivono ancora a Leopoli – è stato sanzionato dall’Unione europea, che su di lui ha calato il divieto di viaggio e imposto il congelamento dei beni. In una lettera al team della sua società LetterOne diceva “la guerra non potrà mai essere la risposta”

EVGENY LEBEDEV – Evgeny Lebedev, figlio del magnate Alexander Lebedev – ex membro del Kgb, tra i proprietari della testata Novaya Gazeta – ha preso posizione contro la guerra sulle pagine del quotidiano britannico Evening Standard, di sua proprietà. “Come cittadino russo”, scrive a Putin, “ti imploro di fermare i russi che stanno uccidendo i loro fratelli e le loro sorelle ucraine. Come cittadino inglese ti chiedo di salvare l’Europa dalla guerra”

E ancora: “Come patriota russo ti imploro di prevenire ogni altra morte insensata di giovani soldati russi. Come cittadino del mondo ti chiedo di salvare il mondo dalla distruzione” (in foto, Evgeny con il padre alla presentazione del libro "Confessioni di un ex-oligarca")

ROMAN ABRAMOVICH – C’è poi il caso particolare di Roman Abramovich, ormai ex patron del Chelsea. Dopo aver perso il controllo della squadra inglese, l’oligarca ha dichiarato che tutti i ricavi della vendita sarebbero andati a beneficio delle “vittime della guerra in Ucraina”. Il Guardian si chiede se i proventi saranno devoluti solo alla popolazione ucraina o anche a quella russa, ad esempio ai famigliari dei soldati morti. Abramovich sarebbe stato avvelenato durante la sua partecipazione ai negoziati di pace tra le delegazioni russe e ucraine

ALEXEI MORDASHOV - Già a inizio marzo anche Alexei Mordashov, secondo alcuni l’uomo più ricco di Russia, parlava della guerra come di una “tragedia di due popoli” storicamente fratelli. Inserito tra le personalità vicine a Putin da sanzionare per conto di Bruxelles, in una comunicazione definiva “terribile” la morte di ucraini e russi. “Dobbiamo fare di tutto per uscire da questo conflitto a stretto giro e fermare lo spargimento di sangue”

OLEG DERIPASKA – Si aggiunge alla lista di magnati russi che hanno espresso dissenso contro la guerra anche Oleg Deripaska, già coinvolto in diversi scandali per la sua vicinanza a Putin nel corso degli anni. Subito dopo l’inizio del conflitto, scrive la Cnn, su Telegram lanciava un appello: “La pace è molto importante! I negoziati devono iniziare il più in fretta possible”