
Guerra in Ucraina, foreign fighters italiani: chi sono e per chi combattono
Le indagini a carico di Kevin Chiappalone tornano a far parlare dei combattenti che volontariamente decidono di appoggiare i conflitti di altri Paesi in prima persona. Contro Mosca, come Chiappalone, c'è anche Giulia Schiff, ribattezzata Jasmine. Altri connazionali sono invece tra le file delle milizie anti-Kiev

Kevin Chiappalone è il primo cittadino italiano indagato per essere andato a combattere con la resistenza in Ucraina. Genovese, 19 anni, simpatizzante di Casa Pound, è accusato dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova di essere un mercenario arruolato nella Brigata internazionale ucraina. Sul campo è conosciuto con il nome di battaglia, “Alessandro”. La notizia torna a far parlare dei foreign fighters, i combattenti che volontariamente decidono di andare ad aiutare gli eserciti di altri Paesi. Sarebbero circa 20 quelli italiani
GUARDA IL VIDEO: Ucraina, indagato italiano come arruolato mercenario
KEVIN CHIAPPALONE - La condanna prevista dalla legge per l’illecito che si contesta a Chiappalone – il più giovane foreign fighter italiano - è di 7 anni. L’inchiesta ha preso il via da un’intervista, anonima, rilasciata a Panorama, dove il ragazzo diceva di essere andato a combattere per motivi politici. “Non c'entrano i soldi o altro”, ha spiegato, ma piuttosto “una certa visione del mondo. Putin a ridosso dell'invasione ha promesso di volere denazificare l'Ucraina. Diciamo che in quel momento ci siamo sentiti chiamare in causa”
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie dal mondo
Chiappalone, senza esperienza militare, sarebbe partito a maggio. Forse è entrato in Ucraina passando per la Polonia. Prima di andare a combattere viveva con la madre nel quartiere di Cornigliano, periferia di Genova. Appassionato di softair, sui social si descrive "triste, arrabbiato ma felice". Su Instagram lo si vede sul campo, mitra in mano. Ma anche con un cane in braccio: "La felicità è un cucciolo caldo", scriveva citando Charles M. Schulz, fumettista autore di Linus. "Ieri abbiamo perso un amico", rispondeva a chi nei commenti gli chiedeva come stesse
Guerra in Ucraina, gli aggiornamenti in diretta
EDY ONGARO - Edy Ongaro, cittadino italiano di 46 anni, originario della provincia di Venezia, è morto lo scorso aprile in Ucraina combattendo a fianco dei separatisti filorussi nel villaggio di Adveevka, Donbass
GUARDA IL VIDEO: Miliziano italiano ucciso nel Donbass
Ongaro è stato ucciso dalle bombe a mano lanciate contro i ribelli filorussi dalla resistenza ucraina. Lo aveva annunciato su Facebook il Collettivo Stella Rossa Nordest, organizzazione militante che si definisce "antifascista e internazionalista”
Guerra in Ucraina, lo speciale di Sky TG24
“Con immenso dolore comunichiamo che Edy Ongaro, nome di battaglia Bozambo, è caduto da combattente per difendere il popolo libero di Novorossia dal regime fascista di Kiev”, aveva scritto il Collettivo Stella Rossa Nordest. Ongaro si trovava nel Donbass dal 2015. Quell’anno – con lo status giuridico di ricercato - aveva lasciato l’Italia dopo essere stato coinvolto in una rissa in un bar di Portogruaro (Venezia), dove aveva colpito sia il proprietario del locale che un carabiniere intervenuto sul posto
Guerra in Ucraina, i reportage e le dirette di Sky TG24
Nella regione del Donbass, epicentro della guerra, si era arruolato con i separatisti della brigata Prizrak, formata soprattutto da foreign fighters. "Questo è il nostro giorno" aveva scritto Ongaro quando – lo scorso 21 febbraio - il capo del Cremlino Vladimir Putin aveva firmato in diretta tv il decreto con cui la Russia riconosceva l'indipendenza dall'Ucraina delle repubbliche del Donbass
Russia, corsa ai prelievi bancari: prelevati 22 miliardi
Bozambo, il nome da combattente, riprende quello di un partigiano della Seconda Guerra mondiale. Putin ha lanciato la “speciale operazione militare” in Ucraina per “denazificarla”. Il riferimento sarebbe alle presunte formazioni di estrema destra che si sono macchiate di “genocidio” nei confronti della popolazione filorussa d’Ucraina. Ongaro aveva spiegato che a spingerlo a unirsi alla lotta delle repubbliche di Donetsk e Lugansk era stato proprio il ricordo delle violenze subite dalla sua famiglia a causa del regime fascista

GIULIA SCHIFF – A combattere sul campo, contro i russi, c’è anche Giulia Schiff. Ventitré anni, ex pilota dell’aeronautica italiana, era stata espulsa dall’esercito nazionale per aver denunciato, nel 2019, di essere stata vittima di episodi di “nonnismo” e di violenza nei suoi confronti

La causa legale le diede torto. Intervistata alle Iene – su Italia 1 – Schiff ha detto di essere in Ucraina “perché non voglio che ci sia la guerra. E se si riesce a fermare qua, a casa non ci arriva. Resterò fino alla fine della guerra? Sì”

“Qui tutti si danno un soprannome. C'è chi mi chiama Jasmine, io sono l'unica donna: mi adorano tutti, mi trattano come una principessa”, ha detto Schiff. Dopo la notizia delle indagini a carico di Chiappalone, Schiff ha precisato di non essere nella stessa posizione legale, "poiché ho un regolare contratto con l'esercito ucraino. Attualmente combatto in una Brigata dell'Esercito con grado e regolare diaria di militare"

ANDREA PALMERI – Sono anni che Andrea Palmieri – il “Generalissimo” – si trova in Ucraina. Lucchese, 42 anni, militante di Forza Nuova e capo degli ultras della città toscana, combatte a fianco dei separatisti del Donbass dal 2014

Per i giudici italiani, al nome di Palmeri si accompagna l’aggettivo “latitante”. Due le condanne al carcere che non sta scontando perché all’estero. Una a due anni e otto mesi per aggressione a danno di un militante di sinistra e un’altra a cinque anni per essere stato coinvolto nel reclutamento di combattenti da inviare a fianco dei russi e dei filorussi contro gli ucraini durante la guerra del 2014-2015

Palmeri, sui social, accusa l’Europa di riempire l’Ucraina di “armi letali”, di "propaganda russofobica e fake news”. Il 28 marzo scriveva: "Premetto che la guerra è una tragedia e sarebbe bello che non ci fosse mai. Voglio però dirvi che se la Russia non avesse iniziato l'operazione ad inizio marzo, l'esercito ucraino avrebbe iniziato l'operazione contro le repubbliche del Donbass e sarebbe stato un genocidio, nelle città da noi conquistate sono stati trovati tutti i piani di attacco. L'Ucraina non è uno stato democratico, esiste solo in funzione antirussa"

GLI ALTRI – C’è anche Massimiliano Cavalleri (in foto) – bresciano, 42 anni – a combattere a fianco dei filorussi, che lo conoscono come “Spartaco”. A lui si aggiunge Riccardo Sotgia, militante comunista di Sassari, indagato in Ucraina con le accuse di spionaggio e banda armata

Sotgia, intervistato da Il Post lo scorso marzo, ha spiegato la presenza di un militante di sinistra sul luogo facendo leva sulla stessa propaganda russa di cui parlava Ongaro: le tendenze naziste ucraine