Guerra Ucraina, in Russia corsa ai prelievi bancari: nel 2022 ritirati 22 miliardi
Secondo uno studio della Kyiv School of Economics - basato sui dati di Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Agenzia Internazionale per l'Energia e Banca Centrale Russa - le sanzioni hanno creato nel Paese quasi 4 milioni di disoccupati e un crollo degli stipendi. L’analisi segnala che “il direttore di Sberbank ha dichiarato che potrebbero essere necessari dieci anni per riportare il Pil russo al livello del 2021"
Le sanzioni per la guerra in Ucraina hanno contribuito a creare in Russia "quasi 4 milioni di disoccupati nel 2022", provocando "un crollo negli stipendi reali" nonché "un assalto alle banche", dato che i russi nei primi sei mesi del 2022 hanno ritirato l'equivalente di 21,6 miliardi di dollari dai conti correnti per avere i contanti a casa
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È quanto emerge da uno studio della Kyiv School of Economics basato sui dati del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, dell’Agenzia Internazionale per l'Energia e della Banca Centrale Russa
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"Con il rublo sotto pressione - osserva lo studio - la capacità della Russia di condurre la sua guerra contro l'Ucraina si indebolirà. E se l'Europa smetterà di acquistare il gas russo le entrate russe di petrolio e gas l'anno prossimo scenderanno a un livello criticamente basso"
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Secondo l’analisi, il prossimo anno la Russia subirà un calo dei ricavi da petrolio e gas "di oltre il 40%"
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Ovvero "da circa 330 miliardi di dollari nel 2022 a 190 miliardi di dollari nel 2023", per toccare i "150 miliardi di dollari all'anno entro la fine del 2023". Un livello che lo studio definisce "critico" per l'erario russo
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"Una volta che le entrate da petrolio e gas scenderanno al di sotto di un livello critico - che sembra essere di circa 150 miliardi di dollari all'anno - l'equilibrio esterno richiederà un ampio ricorso alle riserve internazionali e/o un forte aggiustamento del tasso di cambio del rublo", sostiene lo studio
"In pratica - spiegano gli esperti - pensiamo che le autorità russe si troverebbero di fronte alla difficile scelta tra lasciare che il rublo si indebolisca e accettare una riaccelerazione dell'inflazione, che comprimerà i redditi reali, o attuare un forte inasprimento della politica, come si è visto questa primavera, per indebolire i deflussi e sostenere il rublo, rallentando l'economia"
Il documento ricorda che, secondo l'agenzia statistica russa Rosstat, nel secondo trimestre del 2022 l'economia russa ha subito una contrazione annua del 4,9%
"Una debole performance - si osserva - se si confronta con la forte crescita di altri esportatori di petrolio e gas, come il +11,8% annuo registrato dall'Arabia Saudita nel secondo trimestre del 2022”
“Infatti - si legge - il direttore di Sberbank ha dichiarato che potrebbero essere necessari dieci anni per riportare il Pil russo al livello del 2021"