
Ucraina, intelligence: "Putin vuole dividere il Paese tra Nord e Sud, come la Corea"
La nuova ipotesi a cui punterebbe il Cremlino è quella di "uno scenario coreano": parte settentrionale a Kiev, il resto a Mosca. Lo annuncia Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina. Nel Donbass, il leader della repubblica di Lugansk annuncia un referendum per annessione alla Russia, poi ritratta: "Per ora nessun progetto concreto"

L’Ucraina come la Corea. Dividere in due il Paese potrebbe essere il nuovo obiettivo del presidente russo Vladimir Putin, nel tentativo di limitare i danni di una guerra che non sta andando come si sarebbe aspettato
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È l’intelligence di Kiev a parlare dello “scenario coreano” che è arrivato sul tavolo del Cremlino dopo oltre un mese di guerra. L’esercito e i civili ucraini hanno mostrato una capacità di resistenza che Putin non aveva messo in conto. Altissime perdite tra le file dell’esercito russo, anche se i numeri non sono ancora stati confermati da dati ufficiali, dimostrano la forza militare e strategica di Kiev
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Si dice sicuro del nuovo piano di Mosca Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina. Putin tornerebbe quindi a puntare alla parte sud-orientale del Paese, dove ci sono ad esempio Crimea e Donbass, e non più a tutta l’Ucraina
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Budanov avverte: anche se Mosca prendesse il controllo solo del Sud e dell'Est, l’Ucraina darebbe il via ad azioni di guerriglia nei territori controllati dai russi. Ancora però non c’è certezza delle future mosse di Mosca. Si dice che per prendere il controllo dei territori filorussi Putin potrebbe pensare anche a mosse non militari, puntando ad esempio sulla cittadinanza russa concessa negli ultimi anni a quasi un milione di residenti nel Donbass
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Lo scorso 21 febbraio la Russia ha riconosciuto le due repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk, i due territori a cui punta nel Donbass. Tra i motivi alla base della “speciale operazione militare” lanciata in Ucraina, ci sarebbe quello di “denazificare” il Paese. Il riferimento è alla presenza sul territorio della Brigata Azov, gruppo militare non affiliato a Kiev che Putin accusa di “genocidio” contro la popolazione russa e filorussa d’Ucraina, soprattutto del Donbass
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Lo scorso 27 marzo si è diffusa la notizia secondo cui il Lugansk starebbe pensando a un referendum per unirsi alla Russia. Ad annunciare l’iniziativa il leader della repubblica Leonid Pasechnik (in foto)
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Pasechnik ha poi corretto il tiro, dicendo che in realtà per il momento non sarebbero in corso concreti preparativi per la consultazione popolare. Oltre allo scontato no di Kiev, dubbi su questa possibilità sono nati anche tra i politici russi

Un referendum simile è “sconsigliabile”, ha detto Leonid Kalashnikov (in foto), presidente della commissione della Duma per gli affari delle ex repubbliche sovietiche. L’ipotesi è “prematura”, perché le due repubbliche sono state “parte dell'Ucraina fino a tempi recenti"

"Qualsiasi" falso referendum "nei territori temporaneamente occupati è giuridicamente insignificante e non avrà conseguenze legali", ha sentenziato invece il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, dicendosi sicuro che nessun Paese al mondo riconoscerebbe la validità di una simile consultazione (in foto, un segnale antimina nel territorio di Donetsk)

E se anche Kalashnikov per ora nega che esistano simili iniziative, la storia insegna di non fidarsi. La Russia ha già annesso unilateralmente a sé la Crimea, dopo l’esito positivo di un referendum (non riconosciuto dalla comunità internazionale) per staccarsi da Kiev (in foto, carri armati russi in Crimea)

L’eventualità di simili consultazioni sarebbe state ventilate anche nella regione di Kherson, sempre nel Sud dell’Ucraina. Gli abitanti hanno però protestato contro questa ipotesi (in foto, un soldato russo nella regione di Kherson)