
Guerra in Ucraina, come si sta riorganizzando l'Europa in materia di difesa
Molti Paesi del Vecchio continente fanno parte della Nato e hanno contribuito a dare una svolta all'organizzazione, impegnandosi tra l'altro ad aumentare le spese in materia di difesa. Al tempo stesso, però, si parla sempre più della necessità di coordinarsi anche a livello di Unione europea

Con la guerra in Ucraina, è tornata a rivestire un ruolo centrale anche la Nato, ovvero l'alleanza nata nel secondo dopoguerra per rafforzare la difesa dei Paesi occidentali e garantire che, in caso di attacco, avrebbero potuto contare l'uno sull'aiuto dell'altro. Nel 2019 il presidente francese Emmanuel Macron aveva detto che era "in stato di morte cerebrale", ma oggi molti leader europei guardano proprio a questa collaborazione come a un elemento fondamentale per proteggersi da possibili minacce
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L'alleanza quindi, non solo continua ad esistere, ma si sta rafforzando. Come si legge sul comunicato finale, diffuso al termine di un vertice a Bruxelles, "gli alleati stanno incrementando la loro spesa in termini di difesa". L'obiettivo è arrivare almeno al 2% del Pil e anche l'Italia vuole raggiungerlo. Come ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi nei giorni scorsi, "la determinazione c'è, quando farlo e come farlo è tutto da discutere"
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Il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, per esempio ha già anticipato che il suo gruppo si opporrà all'aumento delle spese militari perché l'urgenza ora è aiutare famiglie e imprese. Secondo l'ex presidente del Consiglio, il rafforzamento della difesa europea deve piuttosto passare da una razionalizzazione delle risorse
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L'aumento delle risorse finanziarie è considerato strategico per rafforzare i Paesi membri nel lungo termine, ma a Bruxelles sono state prese altre importanti decisioni sul futuro della Nato e, più in generale, dell'Europa. Una di queste riguarda il dislocamento di quattro battlegroup in Bulgaria, Romania, Slovacchia e Ungheria. Questo comporterà un rafforzamento dell'alleanza in Europa orientale dove, secondo quanto riporta il comunicato, sono già state posizionate 40mila truppe così come assets navali ed aerei
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"La responsabilità principale della Nato è di assicurarsi che non ci siano attacchi contro membri dell'Alleanza", ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un'intervista al Tg2. "Il messaggio al vertice è stato uno per tutti, tutti per uno. Dimostriamo questo impegno anche aumentando la presenza delle truppe Nato sul fronte orientale. Noi non provochiamo un attacco, ma lo preveniamo"
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Il rafforzamento del fronte est è una conseguenza della guerra in Ucraina, Paese che la Nato continuerà ad assistere con aiuti finanziari, umanitari e armi. A questo proposito, Stoltenberg ha specificato che arriveranno armi anti carro, difese anti missili e droni "che si sono dimostrati molto efficaci". Scendendo più nel dettaglio, il Corriere riferisce che gli Usa starebbero consultando gli alleati anche sull'invio dei cosiddetti droni "switchblade", che pesano appena 3 kg e sono trasportabili in uno zaino
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In generale, ha detto Stoltenberg, "a terra, avremo sostanzialmente più forze nella parte orientale dell'Alleanza, a maggiore prontezza, con attrezzature e forniture più pre-posizionate. In aria, schiereremo più jet e rafforzeremo la nostra difesa aerea e missilistica integrata. In mare avremo gruppi d'attacco di portaerei, sottomarini e un numero significativo di navi da combattimento su base persistente"

Il dispiegamento di tutti questi mezzi militari e, più in generale, l'evoluzione del conflitto in Ucraina contraddice le previsioni di chi ipotizzava uno scontro "ibrido", combattuto anche e soprattutto coi cyber attacchi. La Nato però si è portata avanti anche su questo fronte e nel comunicato diffuso al termine dell'ultimo vertice si legge che i Paesi membri stanno aumentando le loro capacità anche sul fronte cyber, scambiandosi informazioni e supporto

La Nato afferma che tutte le misure prese sono proporzionali e di tipo preventivo, ma c'è la volontà di accelerare la trasformazione dell'alleanza per una realtà strategica ancora più pericolosa. Per questo, si legge, verrà ulteriormente sviluppata tutta la gamma di forze e capacità necessarie per mantenere una deterrenza e una difesa credibili, e ci saranno specifiche esercitazioni

Un aspetto che non sembra essere cambiato è la leadership degli Stati Uniti. Ma da quando è iniziato il conflitto, diversi esponenti dei Paesi membri dell'Ue sono tornati a parlare della necessità di una politica di difesa comune a livello europeo. Uno degli ultimi a intervenire in questo senso è stato Fabio Rampelli, deputato di FdI e vicepresidente della Camera. "La costituzione di una forza armata europea è un passo importante e necessario, serve un sistema integrato capace di coordinarsi con la Nato e rappresentare una sempre maggiore autonomia europea"