In un'intervista esclusiva, Sergey Orlov parla della situazione nella sua città, da settimane sotto assedio dopo l'attacco russo. Poi incolpa Mosca, anche per la mancata apertura di corridoi umanitari: "Ogni giorno uccide in media 150 civili"
È passato più di un mese da quando è iniziata la guerra in Ucraina e una delle città che più ne sta pagando le conseguenze è Mariupol. In un'intervista a Sky TG24, parla il vicesindaco Sergy Orlov. "25 giorni di blocco totale senza nessun collegamento, non si riesce neanche a trasferire farmaci, cibo", ha detto. "Le truppe russe non ci permettono neanche di seppellire chi ha perso la vita. Ci sono ancora delle persone ma vivono senza riscaldamento, vanno a caccia di qualcosa da mangiare, preparano cibo per strada. Si sente tutta questa difficoltà", ha aggiunto. E ancora: "Dal punto di vista militare, si vede la gente combattere per strada e anche in centro ci sono truppe ovunque. Nella maggior parte delle periferie ci sono quelli che noi chiamiamo ‘controlli temporanei’ da parte dei soldati russi, però il centro vero e proprio ed alcuni quartieri sono ancora protetti e difesi dall’esercito ucraino” (LE ULTIME NOTIZIE - LO SPECIALE DI SKY TG24 - DIMISSIONI E SPARIZIONE TRA I FEDELI DI PUTIN).
L'assedio a Mariupol
Il vice sindaco, che ha detto di non essere a Mariupol ma nelle sue vicinanze, ha dichiarato che ci sono ancora migliaia di persone bloccate in città e che la Russia sta impedendo loro di fuggire perché non apre corridoi umanitari. "Secondo le stime, ci sono ancora tra le 150mila e le 200mila persone", ha detto. "Riguardo i servizi del Comune, quelli municipali, cerchiamo ancora di fornire aiuto e supporto di base. Cerchiamo di far funzionare e operare gli ospedali, alcuni di questi stanno funzionando, usano dei generatori alimentati a gasolio per fornire, appunto, la corrente elettrica alle strutture. Poi abbiamo ancora delle riserve di acqua per questi ospedali. Tentiamo, continuiamo a fare quello che è possibile all’interno della città". Ciò nonostante, la situazione resta difficile e chi può scappa. Orlov ha detto che, in assenza di alternative, molti usano la propria auto o si dirigono a piedi verso altre zone, quando possibile. "Noi tutti gli sforzi che possiamo fare li facciamo. In 10 giorni abbiamo evacuato 60mila cittadini verso Zaporizhia e altre città", ha proseguito Orlov sottolineando che "nessuno vuole andare in Russia. Si accetta l'evacuazione, ma verso altre zone dell'Ucraina".
Le accuse alla Russia
Alla domanda sulla possibilità che i cittadini che si trovino in Russia siano stati "deportati", ovvero trasferiti lì contro la loro volontà, Orlov ha risposto "assolutamente". Il vicesindaco ha anche incolpato la Russia per il fatto che non si sia ancora raggiunto un accordo. "La Russia non permette nulla, nemmeno l'apertura di corridoi. Ringrazio i Paesi europei, ma la Russia uccide in media 150 civili ogni giorno". Orlov si è infine detto d'accordo con le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha parlato di ritardi per quanto riguarda l'applicazione delle sanzioni contro Mosca. "È vero, è tardi, non abbiamo ancora abbastanza armi per proteggerci contro questi attacchi".