
Mariupol non c'è più, l'80% delle case è distrutto: com'era la città prima della guerra
La città portuale nel Sud-Est dell'Ucraina è diventata irriconoscibile da quando la Russia ha invaso il Paese. Alcune immagini ci aiutano a capire com'era prima che iniziasse il conflitto e interi quartieri venissero bombardati

Questa è una delle ultime foto pubblicate sul sito del Comune di Mariupol. Mostra la piazza del Teatro - quello che è stato bombardato - prima che iniziasse la guerra. Come molti altri luoghi in Europa e nel mondo, anche qui era stato posizionato un tipico albero di Natale e gli edifici principali erano stati illuminati a festa. Per terra c'era una coltre di neve e anche i tetti di alcuni edifici erano bianchi
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Questa è un'altra immagine pubblicata sul sito del Comune e, come le altre, ci aiuta a capire com'era Mariupol prima che venisse attaccata e bombardata. Secondo il sindaco, Vadym Boychenko, oggi l'80% dei palazzi residenziali sarebbe stato danneggiato e distrutto
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Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, la città contava 430mila abitanti: più di quanti ne abbia Bologna. La Bbc riferisce che al momento ce ne sarebbero 300 mila e le loro condizioni di vita sono pessime: mancano beni di prima necessità, non c'è acqua corrente né riscaldamento. Chi non è riuscito a scappare non può farlo perché la Russia aveva condizionato l'apertura di un corridoio umanitario alla sua resa, che però non è arrivata
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Oltre ad essere una città molto popolosa, Mariupol era anche un centro molto importante. Il Corriere della Sera sottolinea che è il secondo porto dopo Odessa e proprio per questo la sua presa sarebbe strategica per la Russia

L'Alto Rappresentante Ue per gli affari esteri, Josep Borrell, ha detto che la città è "completamente distrutta" e che quello che sta succedendo lì è "un immenso crimine di guerra". Fonti ucraine riferiscono che le bombe qui cadono ogni dieci minuti e che alcuni residenti vengono deportati a forza in Russia. Una situazione inimmaginabile lo scorso 24 agosto, giornata a cui risale questa foto. Si celebrava la Festa dell'indipendenza
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Questa foto è di qualche mese prima: era aprile e mostrava una città in fiore. La foto fa parte di un album che era stato intitolato "L'attesa è finita! Fioritura Sakura a Mariupol"

Questa immagine risale invece al 2020 ed è stata caricata in un album intitolato "Bright weekend". Mostra alcune persone aggirarsi tra le bancarelle, parlare coi rivenditori e acquistare vari prodotti in occasione di un evento noto come Local farmer fest

Da quella raccolta proviene anche questa immagine che mostra alcune persone sedute su un prato coi propri tappetini e in abiti da ginnastica: segno di una vita che allora scorreva normale e in cui il pensiero della morte non era ricorrente come ora. "In questa città tutti la aspettano. Vorrei solo che non fosse così spaventosa", ha fatto sapere tramite Facebook una cittadina, Nadezda Sukhorukova. La sua testimonianza è stata rilanciata su twitter dalla giornalista ucraina del Kiev Indipendent Anastasiia Lapatina

Come detto, Mariupol è una città che si affaccia sul mare. Quando nessuno ancora pensava alla guerra, capitava anche che le persone si radunassero in spiaggia per prendere parte a competizioni sportive come questa

Questa foto ci restituisce un altro squarcio di normalità. Mostra alcune persone sedute nelle panchine e altre rinfrescarsi nella fontana in una giornata soleggiata e probabilmente molto calda

Qui siamo evidentemente in un altro periodo dell'anno, con le persone che pattinano in una pista col ghiaccio

Quella spensieratezza oggi non c'è più. L'offensiva sulla città prosegue e potrebbe durare ancora a lungo. Il capo dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, citato da Interfax, ha detto: "Non sono così ottimista sul fatto che bastino due o tre giorni o anche una settimana per chiudere la questione. La città è grande"

In città, non sono stati risparmiati nemmeno gli ospedali. Questi sono i danni causati dall'attacco a una struttura pediatrica. Il presidente ucraino Voldymyr Zelensky lo ha definito "un'atrocità"
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Dmytro Gurin, un membro del parlamento ucraino originario di Mariupol, crede che la Russia stia cercando di affamare la città per forzarne la resa. "Se la città non si arrende, e la città non si arrenderà, non faranno uscire la gente", ha detto. Lo riferisce la Bbc

