Ucraina, a Sky TG24 l'appello di un italiano bloccato a Kherson: "Prigionieri della città"

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Giovanni Bruno ha accompagnato la moglie nella città a Sud del Paese e da allora non è più riuscito ad andarsene. Dice di essere in contatto con l'ambasciata, ma parla di una situazione "invivibile" e lancia un appello a "chiunque abbia il potere" affinché lavori per portare fuori chi è nella sua situazione

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La guerra in Ucraina ha cambiato anche la vita di alcuni italiani: uno di loro è Giovanni Bruno. In un'intervista a Sky TG24, il nostro connazionale ha raccontato di essere andato in Ucraina il 20 febbraio per accompagnare la moglie, originaria di questo Paese, dai suoceri, affinché potessero stare insieme durante la sua assenza per motivi lavorativi. Doveva essere solo un viaggio, ma da allora Bruno e la sua famiglia sono rimasti bloccati: "Io lancio un appello a chiunque abbia il potere di portarci fuori perché qui è invivibile" (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE - I VIDEO DI SKY TG24 - LE ARMI USATE CONTRO I RUSSI - GIORNALISTA UCCISO A IRPIN).

La situazione a Kherson

Kherson è una città nel sud dell'Ucraina e dallo scorso 2 marzo è controllata dai russi. Ai microfoni di Sky TG24, Bruno ha parlato di una situazione "invivibile". "Non ci sono farmaci, i supermercati sono vuoti. La mattina usciamo a caccia di cibo, non con tanta varietà, ma ci accontentiamo. Mia moglie ha problemi di tiroide e deve prendere un medicinale che la aiuta a stare meglio, ma nessuna farmacia ce l'ha", ha raccontato. "Qualche farmacia ancora aperta c'è, ma ci sono file lunghissime. Abbiamo dato loro i nostri numeri di telefono così possono contattarci se arriva qualcosa, ma non può entrare e uscire nulla". Bruno ha anche detto che non si sente al sicuro a rimanere all'aperto: "È molto rischioso coi militari in strada e un bombardamento [che potrebbe avvenire] da un momento dall'altro".

La mancanza di vie di fuga

Bruno ha detto che ha anche provato a lasciare la città i primissimi giorni, ma non ci è riuscito e ora non è più possibile: "Siamo sempre in contatto con loro [l'ambasciata]. Abbiamo un gruppo whatsapp con tutti italiani, o almeno con tutti quelli che hanno chiesto di andarsene, e ci tengono aggiornati. Ma siamo prigionieri della città, è impossibile raggiungere anche le zone di confine perché le strade sono piene di combattimenti". Bruno ha confessato anche di temere per la propria salute perché negli ultimi giorni ci sono stati "spari a vista". Il riferimento è soprattutto alle aree dei posti di blocco. Le strade, ha detto, sono relativamente "tranquille". Insieme a lui e a sua moglie, c'è anche la figlia: "Io lancio un appello, contattate i russi per portarci fuori".

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