Guerra in Ucraina, Kherson è la prima grande città a cadere nelle mani delle forze russe

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Dopo una giornata di voci e smentite, è il New York Times a confermare la notizia della caduta della città dell’Ucraina meridionale, citando il sindaco Igor Kolykhaev. Il primo cittadino ha spiegato che un gruppo di circa 10 ufficiali russi armati è entrato nell'edificio del Comune e che Mosca sta progettando di istituire una nuova amministrazione, simile a quella delle due regioni separatiste orientali di Donetsk e Lugansk

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Kherson è caduta nelle mani delle forze russe. A dare la notizia, dopo una giornata di voci e smentite, è il New York Times, che cita il sindaco Igor Kolykhaev. Kherson, nell’Ucraina meridionale, è così la prima grande città ucraina a passare sotto il controllo di Mosca dall'inizio della guerra (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE - I VIDEO).

Il sindaco di Kherson: “La città è circondata”

“La città è circondata, l'esercito ucraino qui non c’è”, ha detto il primo cittadino di Kherson. Le forze ucraine, ha spiegato Kolykhaev, si sono ritirate verso Mykolaiv, a nord-ovest. Il sindaco ha aggiunto che un gruppo di circa 10 ufficiali russi armati, tra cui il comandante delle forze che hanno attaccato la città, è entrato nell'edificio del Comune. Kolykhaev è poi stato informato che i russi stanno progettando di istituire una nuova amministrazione, simile a quella delle due regioni separatiste orientali di Donetsk e Lugansk.

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La caduta di Kherson

Kherson è una città di circa 300mila abitanti vicino al Mar Nero, a nord-ovest della penisola di Crimea. È considerata strategica perché consentirebbe ai russi di controllare una parte più ampia della costa meridionale dell'Ucraina e di spingersi a ovest verso Odessa, importante città portuale. Le forze russe erano entrate a Kherson ieri sera, 1 marzo. Stamattina avevano dichiarato di aver conquistato la città: “Le divisioni delle forze armate russe hanno preso il pieno controllo del centro regionale di Kherson", aveva detto il portavoce del ministero della Difesa Igor Konashenkov. Poco dopo era però arrivata la smentita del sindaco, che su Facebook aveva scritto: "Siamo ancora ucraini. Siamo saldi". Più tardi aveva lanciato un appello: “All'attenzione di tutti i media. Per favore, usino il loro potere per aiutarci ad avere un corridoio umanitario per trasportare i feriti e gli uccisi, per portare in città medicine e cibo. Senza tutto questo, la città perirà!". In serata, il primo cittadino ha confermato la caduta della città.

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