Con un attacco diretto alla cultura antropologicamente decadente dei Paesi occidentali, il patriarca della Chiesa ortodossa russa ha incentrato tutta la sua argomentazione sulla necessità di lottare contro i modelli di vita "offerti da chi rivendica il potere mondiale"
Un sermone shock pronunciato nella Domenica del Perdono. Parole durissime che arrivano dalla Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca dove ieri il patriarca della città Kirill, noto per la sua posizione filo-putiniana, ha parlato in termini giustificazionisti della guerra in Ucraina. Per il religioso il conflitto riguarda "da quale parte di Dio intenda stare l'umanità", ed in particolare quale atteggiamento prendere nei confronti dell'"Impero della Menzogna" che sono le potenze occidentali impegnate ad assecondare le indicazioni del mondo gay (LA GUERRA IN UCRAINA, il Liveblog - lo Speciale - Il racconto degli inviati di Sky TG24).
Le relazioni internazionali
Secondo il patriarca di Mosca, "ciò che sta accadendo oggi nell'ambito delle relazioni internazionali non ha solo un significato politico. Stiamo parlando di qualcosa di diverso e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove andrà a finire l'umanità. Tutto ciò che dico non ha solo un significato teorico e non solo un significato spirituale. Intorno a questo argomento oggi c'è una vera guerra", ha rimarcato. Noi comunque, "saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge. Non sopporteremo mai coloro che offuscano il confine tra santità e peccato e ancor più coloro che promuovono il peccato come esempio o come uno dei modelli di comportamento umano".
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Il peccato
"Se l'umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio - ha detto ancora il Patriarca Kirill -, se l'umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì". E le parate gay "sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano". "Ecco perché per entrare nel club di quei Paesi è necessario organizzare una parata del gay pride - ha proseguito -. Non per fare una dichiarazione politica 'siamo con te', non per firmare accordi, ma per organizzare una parata gay. E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità".
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I "fratelli" nel Donbass
"Oggi i nostri fratelli nel Donbass, gli ortodossi, stanno indubbiamente soffrendo, e noi non possiamo che stare con loro, soprattutto nella preghiera", ha concluso Kirill. Allo stesso tempo, "dobbiamo pregare affinché la pace giunga al più presto, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle si fermi, che il Signore inclini la sua misericordia verso la terra sofferente del Donbass, che ha portato questo segno triste per otto anni, generato dal peccato e dall'odio umani".