Crisi Ucraina, Macron vede Zelensky: "Da lui e Putin impegno a rispettare accordi Minsk"

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Il presidente francese continua a mediare per evitare un conflitto su larga scala causato da una possibile invasione russa nel Paese. Sia dal presidente ucraino che da quello russo avrebbe ottenuto rassicurazioni sulla volontà di continuare a dialogare. Intanto Mosca fa sapere che l'iniziativa per un "Dialogo rinnovato sulla sicurezza in Europa" avviato all'Osce è "mal concepita": "Abbiamo bisogno di concentrarci su un dialogo con gli Stati Uniti e con i Paesi della Nato"

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Proseguono gli incontri di alto livello per mediare sulla crisi ucraina. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto che la Francia è disposta a fare "tutto il possibile" per evitare un possibile conflitto e, in giornata, ha visto il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev. Il vertice segue il colloquio con Vladimir Putin di ieri, durato cinque ore. Da entrambi i leader, Macron avrebbe ottenuto rassicurazioni sulla volontà di perseguire sulla via diplomatica, considerata "l'unica strada percorribile". A dimostrazione di ciò, Zelensky ha detto che si aspetta di poter tenere "molto presto" dei negoziati nel cosiddetto Formato Normandia (I REPORTAGE DI SKY TG24 DALL'UCRAINA - LA CRISI FA VOLARE IL PREZZO DEL GRANO)

Macron: "Francia farà il possibile per mediazione"

"La Francia è determinata a fare tutto il possibile per proseguire gli sforzi di mediazione", ha detto Macron al termine dell'incontro con l'omologo ucraino Zelensky. Macron ha poi reso omaggio al "sangue freddo" che l'Ucraina mantiene nonostante la pressione alle sue frontiere in questo periodo di crisi. "La determinazione condivisa ad applicare gli accordi di Minsk è l'unico percorso che ci consente di costruire la pace, che ci consente di costruire una soluzione politica accettabile - ha aggiunto il presidente francese, che ha poi ribadito di aver ricevuto sia da Zelensky sia dal presidente russo Vladimir Putin, incontrato ieri al Cremlino, l'impegno a continuare il dialogo per attuare gli accordi di Minsk e risolvere così la crisi ucraina.

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Mosca: "No a dialogo sicurezza all'Osce"

Intanto la Russia non accoglie favorevolmente l'iniziativa per un "Dialogo rinnovato sulla sicurezza in Europa" avviato all'Osce dalla presidenza di turno polacca, ha reso noto il Rappresentante di Mosca all'organizzazione di Vienna, Aleksandr Lukashevich. L'iniziativa è, a suo giudizio, "mal concepita". "La nostra posizione non cambia: abbiamo bisogno di concentrarci su un dialogo con gli Stati Uniti e con i Paesi della Nato con cui vogliamo definire garanzie di sicurezza vincolanti e durature. In assenza di progressi su questo versante, il dialogo in seno Osce non poterà risultati. E inoltre, l'Osce non è in grado di negoziare accordi vincolanti", ha aggiunto.

Putin non contrario a priori a incontrare Zelensky

Da Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha fatto sapere che il presidente Putin sarebbe pronto ad incontrare il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky "se tale incontro servisse a risolvere il nodo gordiano della situazione nel sud-est dell'Ucraina. Nessuno rifiuta a priori" l'idea di un incontro tra i due presidenti, ha aggiunto.

Cremlino: garanzie sicurezza ancora senza risposta

Peskov ha però aggiunto che la questione delle garanzie di sicurezza chieste da Mosca all'Occidente non hanno ancora avuto una risposta soddisfacente e quindi il problema "rimane aperto per la Russia e rimane anche cruciale". "Fino ad ora - ha detto Peskov, citato dalla Tass - non possiamo certo dire che ci sia qualche strada in vista per risolvere la questione. Non vediamo la nostra controparte occidentale prendere in considerazione le nostre preoccupazioni".

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Di Maio: lavoriamo per evitare rischio escalation militare

Anche l'Italia segue da vicino la crisi ucraina. "È è al centro dell'agenda europea e internazionale del Governo”, ha detto il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alle commissioni congiunte Esteri e Difesa, aggiungendo: “Lavoriamo per evitare il rischio preoccupante di una escalation militare. L'Italia - sin dal 2014 - ha sempre difeso e sostenuto l'integrità territoriale e la piena sovranità dell'Ucraina. Fermezza, coerenza e lealtà sono punti fermi dell'azione che conduciamo assieme ai nostri partner occidentali e alleati”. E ancora: "la Nato non può certamente rinunciare al principio della 'Porta aperta' e agli impegni verso Kiev e Tbilisi assunti nel 2008 al Vertice di Bucarest, che consentono l'entrata dell'Ucraina e della Georgia in un momento futuro. Sappiamo tuttavia che questa è una 'linea rossa' per Mosca”. Secondo il ministro, tutti coloro che vogliono mediare sul conflitto sono i benvenuti ma "il vero soggetto in grado risolvere questa crisi è l'Ue". Per questo, si augura "di poter sfruttare l'autorevolezza della presidenza francese e di portare l'Ue nella direzione che serve". Di Maio ha infine ricordato che "stiamo interagendo costantemente con i nostri partner per definire un pacchetto di misure sostenibili, graduali e proporzionali, sanzioni di varia natura e intensità, che siano improntate a efficacia e fermezza nel segnalare a Mosca gli elevatissimi costi e le conseguenze che una sua offensiva recherebbe" e che "siano direttamente collegate a sviluppi concreti e oggettivi sul terreno”.

Guerini: 130mila militari russi sul terreno

Della tensione in Ucraina ha parlato anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini nel corso dell’audizione alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. "A partire dal novembre scorso si è avuta evidenza di un progressivo rafforzamento della presenza militare russa lungo il confine con l'Ucraina anche in territorio bielorusso", ha detto. "La presenza russa consta di un ragguardevole numero di forze di terra, in buona parte già stanziali nella regione o nelle aree limitrofe e per la restante percentuale - circa un quarto - affluita progressivamente dai distretti militari più distanti. I circa 130.000 uomini presenti sul terreno, che corrispondono a 81 battaglioni, sono equipaggiati con un numero significativo di mezzi da combattimento terrestri corazzati, blindati e sistemi di artiglieria”. Guerini ha ricordato che "la strada principale seguita dal governo italiano, così come da tutti gli Alleati, è quella di insistere sulle possibilità di dialogo, in tutte le sedi. Ma allo stesso tempo assieme condividiamo la determinazione a trasmettere un messaggio inequivocabile alla Russia: qualsiasi aggressione contro Kiev avrebbe gravi conseguenze".

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"Un errore disastroso"

Da Downing Street, intanto, il premier britannico Boris Johnson e la prima ministra della Lituania, Ingrida Šimonytė, hanno fatto sapere che un'eventuale invasione russa dell'Ucraina sarebbe "un disastroso errore" destinato ad avere "un costo severo" anche per il popolo e l'economia della Russia. I due leader, si legge in una nota, concordano sulla necessità di "continuare a garantire supporto pratico" a livello "economico e di difesa" a Kiev.

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