Charlotte Bellis, la storia della reporter neozelandese incinta accolta dai talebani

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Inviata di Al Jazeera in Afghanistan, ha scoperto di aspettare un bebè mentre era a Doha, nel quartier generale della tv: lì avere figli senza essere sposata è illegale e ha deciso di rientrare in patria, ma a causa delle regole anti-Covid non ci è riuscita. Si è quindi rivolta ai suoi contatti tra gli alti funzionari talebani: “Puoi stare qui”, le hanno detto. L'ironia della sorte, ha raccontato, "è che io stessa avevo attaccato i talebani per il trattamento alle donne e adesso mi trovo a criticare il mio Paese"

Charlotte Bellis, giornalista neozelandese, ha raccontato sul New Zealand Herald la storia “brutalmente ironica” che le è capitata: dopo aver scoperto di essere incinta a Doha, dove è illegale avere figli senza essere sposata, ha tentato di tornare nel suo Paese ma alla fine è stata accolta dai talebani in Afghanistan. “Se quando sei incinta e non sposata essere ospitata dai talebani ti sembra un rifugio sicuro, vuol dire che sei messa male...", ha detto.

Il racconto della giornalista

La giornalista ad agosto è stata inviata da Al Jazeera in Afghanistan per seguire il ritiro delle truppe occidentali. Poi è rientrata nel quartier generale della all news a Doha, dove si è accorta di essere incinta del compagno, il fotografo belga Jim Huylebroek. In Qatar, però, avere figli senza essere sposata è illegale e la reporter ha così deciso di licenziarsi e rientrare in Nuova Zelanda. Ma non aveva fatto i conti con le rigide norme anti-Covid imposte dal governo di Jacinda Ardern, che non le hanno permesso di tornare a casa.

epa09438337 Taliban patrol outside the Hamid Karzai International Airport, in Kabul, Afghanistan, 31 August 2021. The United States on 30 August, said that it had ended its military mission in Afghanistan after 20 years of war with the departure from Kabul of the last US aircraft carrying American troops. The commander of the US Central Command, Gen. Frank McKenzie, made the announcement at a tele-press conference at the Pentagon.  EPA/STRINGER

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Il rientro non riuscito in Nuova Zelanda

Le durissime regole decise dalla Nuova Zelanda per chi rientra dall'estero, inclusa la quarantena di dieci giorni in hotel/carceri gestiti da militari, sono state oggetto di forti critiche. Bellis ha spiegato di aver inviato alle autorità neozelandesi 59 domande per ottenere un via libera "d'emergenza", senza mai avere risposta. La giornalista e il compagno hanno quindi deciso di ripiegare sul Belgio. Ma anche lì, ha spiegato, non si sono potuti fermare più di tanto non essendo lei residente. A quel punto, l'unico Paese per il quale sia lei sia il compagno avevano visti validi è l'Afghanistan.

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I talebani: “Puoi stare qui”

Bellis ha quindi deciso di rivolgersi direttamente ai suoi contatti tra gli alti funzionari talebani. “Siamo felici per te, puoi stare qui, non avrai nessun problema", ha raccontato che le hanno risposto subito da Kabul. Inoltre, ha detto che le hanno consigliato comunque di dichiarare di essere sposata e di “chiamarli” nel caso in cui qualcuno fosse venuto a sapere che non lo è. "Andrà tutto bene", pare l'abbiano rassicurata i talebani. L'ironia della sorte, ha scritto Bellis, "è che io stessa avevo attaccato i talebani per il trattamento riservato alle donne e adesso mi trovo invece a criticare il mio Paese".

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Indagine sul caso

La giornalista, che dovrebbe partorire una bambina a maggio, non è ancora riuscita a tornare in Nuova Zelanda. Chris Bunny, il capo del Sistema di isolamento e quarantena, ha spiegato che la domanda della giornalista è stata respinta perché non soddisfaceva il requisito della partenza entro 14 giorni. Il ministro neozelandese per l'emergenza Covid Chris Hipkins, comunque, ha chiesto un'indagine sul suo caso.

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