Per la Commissione di Bruxelles l'applicazione non rispetta alcuni criteri stabiliti dalla legge europea sui servizi digitali, tra cui il design ingannevole della spunta blu, la mancanza di trasparenza dell'archivio pubblicitario e la mancata fornitura di accesso ai dati pubblici per i ricercatori. Ora X ha 60 giorni lavorativi per informare la Commissione in merito alle misure che intende adottare per conformarsi al Dsa. Vance attacca l'Ue che risponde: Dsa "non riguarda la censura ma la trasparenza"
Maxi multa a X del valore di 120 milioni da parte della Commissione Ue. Il social di Elon Musk è stato sanzionato da Bruxelles per aver violato gli obblighi di trasparenza previsti nella legge europea sui servizi digitali (Dsa). Quella odierna è la prima decisione di non conformità adottata ai sensi del Dsa, nato con l’intento di dare una regolamentazione al mondo online. Le violazioni includono il design ingannevole della spunta blu, la mancanza di trasparenza dell'archivio pubblicitario e la mancata fornitura di accesso ai dati pubblici per i ricercatori. Ancora in corso l'indagine per sospette violazioni del Dsa legate alla diffusione di contenuti illegali. La multa, ha affermato il segretario di Stato Marco Rubio proprio su X, "è un attacco a tutte le piattaforme tecnologiche americane e agli americani da parte di governi stranieri. I tempi della censura online degli americani sono finiti".
Cosa l’Ue contesta a X
Secondo la Bruxelles, il segno della spunta blu che dovrebbe identificare gli account verificati inganna gli utenti: chiunque infatti sull'applicazione può pagare per ottenere lo stato di "verificato" senza che l'azienda controlli realmente e in modo approfondito chi si cela dietro l'account. C'è poi il nodo del repository pubblicitario di X che, per l'Ue, non soddisfa i requisiti di trasparenza e accessibilità del Dsa. Archivi pubblicitari accessibili e consultabili sono fondamentali per ricercatori e società civile per individuare truffe, campagne di minacce ibride, operazioni di informazione coordinate e pubblicità false. Infine c'è il punto che riguarda l'accesso ai ricercatori ai dati pubblici della piattaforma: per la Commissione, X non adempie ai propri obblighi vietando di fatto ai ricercatori idonei di accedere in modo indipendente ai dati pubblici.
Prossimi passi
La multa a X sancisce un punto importante nel procedimento formale avviato il 18 dicembre del 2023 anche se di fatto l'indagine riguardante la diffusione di contenuti illegali e il contrasto alla manipolazione delle informazioni è ancora in corso. Dal ricevimento della multa, X ha 60 giorni lavorativi per informare la Commissione delle misure specifiche che intende adottare per porre fine alla violazione relativa all'uso ingannevole dei segni di spunta blu, e 90 giorni lavorativi per presentare alla Commissione un piano d'azione che definisca le misure necessarie per affrontare le violazioni relative all'archivio pubblicitario e all'accesso ai dati pubblici per i ricercatori. Il Board of Digital Services avrà un mese di tempo dal ricevimento del piano d'azione di X per esprimere il proprio parere. La Commissione avrà un altro mese di tempo per esprimere la sua decisione definitiva e stabilire un termine di attuazione ragionevole. Il mancato rispetto della decisione di inadempimento può comportare il pagamento di penalità di mora.
Vance VS Ue
Ancor prima dell'ufficializzazione della multa, il vice presidente Usa JD Vance aveva attaccato l'Ue con un post proprio su X: "Girano voci - si legge nel post - secondo cui la Commissione europea multerà X di centinaia di milioni di dollari per non aver applicato la censura. L'Ue dovrebbe sostenere la libertà di parola invece di attaccare le aziende americane per spazzatura". Immediata la risposta dell'Ue che ha ribadito che la tutela del Dsa "non riguarda la censura, non limita i contenuti, ma riguarda la trasparenza: siamo d'accordo di non essere d'accordo" con le critiche americane. "Noi non siamo contro alcuna azienda", hanno affermato i portavoce della Commissione.