"Penso sia molto difficile spiegare a una persona che vive in una democrazia e gode di diritti cosa significhi vivere in costante paura", spiega la leader dell'opposizione bielorussa che si batte contro Alexander Lukashenko. Guarda l'intervista integrale
A Live In Courmayeur, l'evento di Sky TG24, interviene anche Svetlana Tikhanovskaya, leader dell'opposizione bielorussa che si batte contro Alexander Lukashenko (LA DIRETTA - L'EVENTO - GLI OSPITI - IL PROGRAMMA). Di seguito il testo dell'intervista.
"Viviamo in costante paura, nessuna libertà di pensiero"
"Penso sia molto difficile spiegare a una persona che vive in una democrazia e gode di diritti cosa significhi vivere in costante paura. Quando hai paura di dire una parola. Quando hai paura di essere portato via da un momento all'altro perché un anno prima hai partecipato a delle manifestazioni. O quando, se per sbaglio ti vesti di bianco-rosso-bianco, considerati i colori della bandiera dell'opposizione, sicuramente vieni arrestato. Se sei un prigioniero politico i tuoi parenti vengono minacciati ogni giorno".
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"In Bielorussia manca completamente il diritto"
"La Bielorussia è un Paese in cui manca completamente il diritto. Ci sono persone condannate a dieci o quindici anni di carcere perché hanno provato a dire la verità su questa situazione. Libertà di pensiero? Scordatevela. I media sono stati distrutti. Tutte le organizzazioni internazionali sono state smantellate in un mese solo per impedire ai bielorussi di comunicare con i Paesi europei. Centinaia di migliaia di persone hanno dovuto lasciare il Paese a causa delle repressioni. Migliaia di persone sono in carcere e tra loro circa 900 prigionieri politici riconosciuti. Ma ci si trova continuamente sotto pressione, si sa di poter subire abusi in ogni momento".
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"Siamo spaventati, ma andiamo avanti: non abbiamo scelta"
"Bisogna però credere in se stessi, nei cambiamenti. Ogni giorno si fanno piccolissimi passi in avanti per liberare il Paese. Si diffondono giornali clandestini, si reagisce agli arresti politici, si partecipa a movimenti di volontariato o di lavoro per preparare lo sciopero generale nazionale. Siamo spaventati, ma andiamo avanti perché non abbiamo scelta. Ci sono migliaia di persone che hanno sacrificato la loro libertà e ora sono in carcere per dare a noi la possibilità di continuare il loro lavoro. Questa ora è la vita in Bielorussia. Abbiamo paura ma allo stesso tempo siamo coraggiosi. E abbiamo bisogno del supporto di tutto il mondo democratico".
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"Le nuove generazioni saranno molto più responsabili"
Lei al Parlamento europeo ha raccontato di un ragazzo di 17 anni perseguitato dalla polizia. Come vivono i giovani, le generazioni del futuro? Hanno speranza? Come reagiscono a questa situazione?
"Abbiamo perso 27 anni sotto questa dittatura non partecipando alla vita politica del Paese. Vivevamo nel nostro piccolo mondo familiare senza pensare alle nostre responsabilità nei confronti della Bielorussia. Abbiamo delegato tutto questo potere a una persona pensando: 'Decidi tutto tu, noi stiamo bene nelle nostre case'. Ma ora sono sicura che le nuove generazioni, vedendo noi che da genitori stiamo combattendo duramente per il loro futuro, saranno molto più responsabili. Spero che vivranno in un Paese democratico. Ci vorranno anni per costruire una mentalità democratica. Sapendo quale prezzo stiamo pagando per cambiare le cose, loro avranno certamente cura di ciò che stiamo costruendo".
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"La Bielorussia non è un'appendice della Russia"
Come pensa che l'Europa debba comportarsi con la Russia? Sappiamo che senza la Russia Lukashenko non potrebbe essere ancora dov'è...
"In realtà chiedo sempre ai leader europei di smettere di pensare alla Bielorussia come un'appendice della Russia. Capisco che il dittatore Lukashenko e il presidente russo hanno un rapporto che va avanti da molto tempo. Sanno come comunicare tra di loro, come avere a che fare l'uno con l'altro. Ma sono sicura che vedendo come Lukashenko sia dannoso per i suoi stessi cittadini e per gli altri Stati, anche i russi pensino in primis alle relazioni tra le nostre nazioni. Credo sia evidente che Putin veda che supportare il dittatore bielorusso vuol dire perdere il supporto del popolo bielorusso. E la Russia deve pensare in modo strategico, guardare avanti negli anni, e sono sicura che anche i russi vogliono preservare buone relazioni tra i nostri popoli. Quindi la Russia, nonostante sostenga ancora Lukashenko, non lo fa palesemente come una volta, capisce che deve aspettare. Può assumere un ruolo costruttivo nella soluzione della crisi bielorussa, ma non aiutando politicamente e finanziariamente il dittatore".
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"Mai avrei pensato di trovarmi in questa posizione"
Pochi anni fa avrebbe mai immaginato di dover portare tutto il peso di questa situazione, di dover essere lei a spiegare al mondo cosa succedeva e subirne le conseguenze?
"Certamente non avrei mai potuto immaginare di trovarmi in questa posizione. Ma penso che sia questa la forza di ogni donna. Quando le donne si trovano di fronte degli ostacoli e devono agire, decidere e non hanno altra scelta perché la sorte dei loro cari è a rischio, semplicemente si rimboccano le maniche e si danno da fare. Vanno avanti. Quindi penso che ora sia questa la mia strada. Ma molto facilmente tornerei alla normale vita di madre e di moglie che avevo prima".