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Crisi migranti Polonia-Bielorussia, von der Leyen: "Aiuti dall'Ue, Minsk si fermi"

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©Ansa

La presidente della commissione europea: "Stanziati 700mila euro per consegnare cibo, coperte, kit igienici e di pronto soccorso. Ma il regime bielorusso deve smettere di adescare le persone e di mettere a rischio le loro vite".  Draghi: "Migranti usati per politica estera". La polizia polacca ieri ha lanciato lacrimogeni e idranti al confine. Ma Varsavia dice: "Hanno attaccato i nostri ufficiali con pietre ed hanno cercato di distruggere la recinzione". Mosca condanna

La crisi dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia continua a creare tensioni e l'Ue interviene stanziando nuovi fondi, stavolta per l'assistenza umanitaria. "L'Europa è al fianco delle persone intrappolate alla frontiera con la Bielorussia". Lo scrive la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su Twitter, ricordando che l'Ue ha mobilitato 700mila euro per cibo, coperte, e kit di primo soccorso. "Siamo pronti a fare di più - afferma la leader -. Ma il regime bielorusso deve smettere di adescare le persone, mettendo a rischio le loro vite".  Sulla vicenda è intervenuto anche il premier Mario Draghi: "L'uso dei migranti è diventato uno strumento, diciamo gentilmente, di politica estera", ha detto al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il primo ministro albanese Edi Rama. "Non ho avuto notizie di un vertice straordinario" dell'Ue sul tema, risponde a chi gli chiede di questa ipotesi.

Cosa sta succedendo al confine Bielorussia-Polonia

Nella giornata di martedì, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua sono stati usati per fermare le persone che tentavano di entrare in Polonia. Una situazione critica, che vede opposte Varsavia, come porta d'ingresso in Europa, e il regime di Minsk, sostenuto da Mosca. Una guerra ibrida, condotta da Alexander Lukashenko utilizzando i rifugiati, che l'Unione europea sta cercando di contenere a colpi di sanzioni e finanziando la Polonia con oltre 100 milioni di euro per la protezione delle sue frontiere. 

Ministro Difesa polacco: "Crisi potrebbe durare mesi"

Una crisi, quella al confine con la Bielorussia, che non è destinata a chiudersi in breve tempo, secondo quanto ha detto oggi il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, ai microfoni di Radio Jedynka. "Dobbiamo prepararci al fatto che la situazione al confine polacco-bielorusso non si risolverà rapidamente - ha messo in guardia Blaszczak - Dobbiamo prepararci per mesi. Spero non per anni".

La Polonia difende il confine

Soltanto a novembre sono stati cinquemila i tentativi di forzare il confine polacco da parte dei migranti in fuga dal Medio Oriente ammassati in Bielorussia, rispetto alle poche decine dell'intero 2020. Nelle ultime ore, però, la situazione è degenerata. "I migranti hanno attaccato i nostri ufficiali con pietre ed hanno cercato di distruggere la recinzione, e sono stati usati lacrimogeni per fermare questa aggressione", ha riferito il ministero della Difesa di Varsavia, denunciando che un agente è rimasto gravemente ferito, mentre le guardie di frontiere bielorusse sono rimaste a guardare. Minsk ha reagito accusando la Polonia di voler "aggravare ulteriormente la situazione e soffocare qualsiasi progresso verso un accordo" che ponga fine alla crisi. Mentre Mosca ha definito l'utilizzo dei lacrimogeni "assolutamente inaccettabile" e Vladimir Putin ha sentito nuovamente Lukashenko al telefono. 

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L’Europa cerca una soluzione

Al contrario, dalle cancellerie europee è arrivata una nuova condanna al regime bielorusso, che "strumentalizza in modo inumano e spudorato i flussi migratori" per "destabilizzare" l'Unione europea, ha affermato il premier francese Jean Castex. Gli incidenti alla frontiera si sono verificati dopo la nuova stretta dell'Ue contro Minsk, con il varo del quinto pacchetto di sanzioni, ma anche di un nuovo tentativo di mediazione da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel, che in un colloquio con Lukashenko ha chiesto assistenza umanitaria al confine. Il governo bielorusso sembra aver accolto l'appello, perché ha annunciato di voler accogliere tutti i migranti in un centro logistico vicino al valico di frontiera di Bruzgi, "fino a quando la questione non sarà risolta".

Gli aiuti dell'Ue ai Paesi di confine

Sono circa 4.000 i profughi che attualmente sono ammassati al confine, al gelo ed in condizioni sempre più precarie (almeno 11 persone, secondo le ong, sono morte su entrambi i lati finora). A Bruxelles, oltre alle sanzioni contro Minsk, si lavora anche per rafforzare gli strumenti a disposizione dei Paesi di confine, come la Polonia, per contenere l'emergenza flussi. Su questo fronte, la Commissione ha stabilito di destinare a Varsavia 114,5 milioni di euro del bilancio Ue per la gestione delle frontiere. Tali fondi "non dovranno essere usati per costruire i muri", ha spiegato il portavoce dell'esecutivo comunitario Eric Mamer, che però non ha escluso possano essere utilizzati per costruire "barriere fisiche".

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