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Giappone, Kishida annuncia vittoria: coalizione di governo mantiene maggioranza Parlamento

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©Ansa

“È stato uno scrutinio molto difficile”, ma gli elettori hanno dimostrato di volere un "governo stabile" della maggioranza uscente per plasmare il futuro del Paese, ha detto il premier dopo le elezioni parlamentari. Anche se ha perso seggi, la coalizione di governo - formata dai liberal-democratici (Ldp) di Kishida e dal partito di centro destra di ispirazione buddhista Komeito - ha ottenuto un risultato superiore alle aspettative

Il partito conservatore mantiene la maggioranza in Parlamento, ma riduce la sua sfera di influenza: è questo il quadro che emerge dopo le elezioni parlamentari in Giappone. La coalizione di governo ha ottenuto un risultato anche superiore alle aspettative. Il primo ministro Fumio Kishida ha dichiarato vittoria. “È stato uno scrutinio molto difficile”, ha detto, ma gli elettori hanno dimostrato di volere un "governo stabile" della maggioranza uscente per plasmare il futuro del Paese.

I risultati delle elezioni in Giappone

La coalizione di governo, formata dai liberal-democratici (Ldp) del neo premier Kishida e dal partito di centro destra di ispirazione buddhista Komeito, conquista - secondo gli ultimi dati del canale pubblico Nhk - 261 dei 465 seggi della Camera bassa, l'aula più influente della Dieta: mantiene quindi una ampia maggioranza parlamentare, quella che viene definita una "maggioranza stabile" (sopra i 233), ma è in calo rispetto ai 310 seggi della precedente legislatura. La coalizione, comunque, rispetto a quello che ci si aspettava prima del voto, è riuscita a minimizzare le perdite e ad arginare le aspirazioni di un'opposizione sempre più decisa ma ancora troppo frazionata.

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Kishida non è riuscito a convincere pienamente gli elettori

A meno di un mese dall'inizio del suo mandato, Kishida non è riuscito a convincere pienamente gli elettori della sostenibilità del suo piano di riforme del capitalismo, che prevede una maggiore distribuzione delle risorse, giudicato vago. Né ha potuto scrollarsi di dosso la pesante eredità dell'ex premier Shinzo Abe, per otto anni alla guida dell'Ldp, e ad oggi considerato dagli osservatori il vero architetto della gerarchia politica del partito conservatore, che dal dopoguerra ha perso solo due elezioni, ritornando sempre prepotentemente sulla scena. Subito dopo i primi sondaggi alla chiusura delle urne, prima di dichiarare la vittoria, Kishida ha ammesso il calo dei consensi e ha affermato che il risultato sarà analizzato per capire cosa non ha funzionato rispetto al trionfo del 2017.

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Gli attacchi per la gestione del Covid e il piano di sostegno all’economia

I candidati all'opposizione avevano attaccato la precedente amministrazione di Yoshihide Suga - a cui è stato chiesto di farsi da parte a settembre, dopo appena un anno - e quella attuale sulla gestione del Covid, malgrado il Paese sia uscito dalla fase di emergenza sanitaria post Olimpiadi. Poco chiaro è risultato il piano di sostegno di Kishida all'economia, da troppo tempo privata di risorse fondamentali a causa della crisi sanitaria internazionale e con le frontiere ancora sigillate al flusso dei visitatori dall'estero. Per ridare slancio alla sua leadership, Kishida ha detto che intende partecipare alla Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite a Glasgow e programmare un incontro negli Stati Uniti con il presidente Joe Biden, per ridare visibilità al trattato sulla sicurezza in versione anti Pechino. Una dinamica che servirebbe a giustificare il raddoppio preventivato delle spese di bilancio, dall'1 al 2% del Pil, per le spese militari. Un obiettivo già condiviso con l'alleato americano, ma che non piace né all'alleato della coalizione, Komeito, né alle forze di opposizione, così come a gran parte dell'opinione pubblica, che non vede di buon occhio la revisione della Costituzione pacifista malgrado la propaganda anti-cinese.

Partecipazione al voto in leggero rialzo

Con una partecipazione al voto di poco superiore al 55%, in leggero rialzo in confronto alle precedenti consultazioni, la tornata elettorale è stata capace di produrre sorprese anche all'interno del solitamente prevedibile quadro politico del Sol Levante. Il 72enne segretario generale del partito Ldp, Akira Amari, coinvolto in uno scandalo finanziario 5 anni fa, dopo 12 mandati consecutivi non è stato confermato al collegio elettorale di Kanagawa, perdendo contro un candidato alla prima esperienza. Il dirigente conservatore, nominato da Kishida e considerato il braccio destro di Abe, ha comunicato la sua intenzione di dimettersi dai vertici del partito.

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